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Pubblicato 03/03/2008 alle 11:15 GMT+1

Momento difficile per i nerazzurri che, dopo la sconfitta a Liverpool in Champions, hanno rallentato vistosamente anche in campionato collezionando 2 pareggi e una sconfitta, la prima, nelle ultime tre uscite

"E' un momento difficile, ma a ogni squadra capita un periodo di leggero appannamento in una stagione. Ora dobbiamo solo lavorare, stare sereni e sicuramente torneremo a vincere" – questo il Mancini pensiero al termine della sconfitta di domenica sera col Napoli, la prima in questo campionato.
Parlare di crisi dopo una sconfitta sarebbe veramente ingiusto, visto che i nerazzurri non perdevano dallo scorso aprile (in casa con la Roma, tra l'altro l'unica sconfitta della passata stagione, ndr) ma è anche vero che qualcosa non funziona.
Due pareggi e una sconfitta nelle ultime tre partite, due gol messi a segno contro i tre subiti (inusuale per il miglior attacco e difesa del nostro campionato) oltre a un'involuzione di gioco che ha permesso alla Roma di riportarsi a sei lunghezze quando solo due settimane fa il capitolo scudetto sembrava definitivamente chiuso.
Ma quali sono i motivi di questo momento nero? Molti infortuni e rosa ridotta all'osso? C'è chi sorride su questa ipotesi, visto i numerosi e straordinari campioni che Moratti ha messo a disposizione a Mancini. E' anche vero, però, che in questa stagione il tecnico di Jesi ha perso per strada elementi fondamentali per il suo gioco: Dacourt, Samuel e Cordoba sono ko da tempo. Campionato finito e tanti saluti, soprattutto gli ultimi due che nella prima parte della stagione sono stati la coppia, quasi imperforabile, della difesa nerazzurra. Vieira e Figo sono appena tornati da lunghi infortuni e, ovviamente, non possono avere una condizione fisica eccellente. Il capitano della Francia, in particolar modo, ha dato segni di ripresa col Napoli anche se è ancora lontano parente di quel straordinario giocatore ammirato prima nell'Arsenal e poi con la Juve. A gennaio è stato acquistato Maniche ma il portoghese sembra non aver convinto del tutto Mancini che, ultimamente, gli ha preferito il giovane connazionale Pelè. Impegno, talento, ma ancora troppo acerbo il 20enne di Oporto; acerbo come SuperMario Balotelli che, contro il Napoli, ha sicuramente deluso ma non si può pretendere più di tanto da un ragazzo di soli 17 anni.
Forse, invece, bisognerebbe chiedere a Mancini sul perché abbia deciso di lasciare inizialmente in panchina Hernan Crespo: questa mossa, in particolar modo, è sembrata irrispettosa verso un attaccante di caratura mondiale come l'argentino a cui è stato preferito un giovane di sicuro futuro ma che per ora non ha ancora dimostrato nulla. Cambiasso, Stankovic e Cruz non sono al meglio, ma il tecnico nerazzurro spera di riaverli al top per la supersfida con il Liverpool di settimana prossima. Discorso a parte per Zlatan Ibrahimovic, che nei scorsi giorni ha lanciato un chiaro e forte allarme sulle sue condizioni fisiche. Un problema al tendine rotuleo del ginocchio che non dovrà essere sottovalutato, ma è certo che se l'Inter vorrà tentare l'impresa con i Reds avrà sicuramente bisogno delle magie dello svedese. Maxwell e Chivu sono in forte dubbio per la partita di ritorno con gli inglesi, e vista anche la squalifica di Materazzi, ecco che l'emergenza difesa non può far dormire serenamente Mancini. Soprattutto il rumeno, che col Napoli ha accusato nuovi problemi a quella spalla che già in passato lo aveva costretto a lunghissimi stop, sarà fondamentale per la sfida col Liverpool: le sue condizioni verranno valutate nei prossimi giorni, anche se in casa nerazzurra non regna grande ottimismo. Se poi si aggiunge che Zanetti e Maicon (uscito dal San Paolo coi crampi) hanno tirato la 'carretta' fino adesso e che avrebbero bisogno di un meritato riposo, si può capire come il momento in casa Inter sia veramente delicato.
Sabato a San Siro arriva la Reggina, c'è da festeggiare al meglio il centenario, un appuntamento che tutti i tifosi, Moratti in testa, attendono con orgoglio e trepidazione. Vincere coi calabresi, per ricaricare le batterie mentali, più che fisiche, per poi provare l'impresa delle imprese con il Liverpool. Passare il turno in Champions League servirebbe sicuramente come spinta morale sia in Europa che in Italia per raddrizzare una stagione che da nerazzurra rischia seriamente di tingersi solo di nero. D'altronde una vittoria, si sa, è la migliore medicina contro ogni tipo di malore: fisico e psicologico.
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