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Nucini su Calciopoli

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Pubblicato 26/05/2009 alle 20:57 GMT+2

Clamorose rivelazioni dell'ex arbitro Danilo Nucini nell'indagine Calciopoli

"Se sbagliavi a favore della Juve arbitravi in serie A, se sbagliavi contro la Juve arbitravi in B". Così l'ex arbitro Danilo Nucini, rispondendo alle domande dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, nel corso dell'udienza del processo di Calciopoli ha sintetizzato l'esistenza di un sistema di condizionamento degli arbitri che sarebbe gravato negli anni scorsi sul calcio italiano. Nucini ha chiamato in causa, tra l'altro, i vertici del mondo arbitrale che si sono succeduti nel corso degli anni, da oltre un decennio quando debuttò nella direzione delle gare del campionato maggiore. "Se una squadra avversaria della Juve riceveva un favore, sempre involontario, questo favore non veniva visto, se riceveva un torto, questo torto veniva accettato, era un premio", ha poi precisato Nucini.
L'ex arbitro ha spiegato che i problemi si evidenziarono soprattutto in occasione di una partita Juve-Bologna quando, a 9 minuti dalla fine, assegnò un calcio di rigore alla squadra emiliana che Cruz tirò fuori ("Bergamo mi disse che se il rigore di Cruz fosse entrato avrei finito la carriera"). Ha ricordato che al raduno di Coverciano fu rimproverato dai designatori, Pairetto e Bergamo, che ebbe una sospensione di 40 giorni e che il campionato successivo arbitrò solo in B. Un'altra contestazione gli sarebbe stata mossa da Pairetto per non aver ammonito l'interista Di Biagio durante un Inter-Udinese finito 2-1. L'ex direttore di gara ha ricordato che la stagione successiva, in serie B, dopo un Napoli-Ancona 1-2 negli spogliatoi avrebbe incontrato l'ex dg juventino Luciano Moggi il quale gli avrebbe detto "complimenti, ci vediamo presto". Nucini decise di preparare una sorta di diario - consegnato oggi ai giudici - in cui annotava i giudizi positivi espressi dai designatori in partite in cui registrava errori a favore della Juve o a svantaggio delle avversarie. Giudizi che, nei casi opposti (errori contro Juve o a favore di rivali), erano invece negativi. "Chi ascoltava le sirene andava in alto", ha commentato.
Di questa situazione Nucini parlò con Giacinto Facchetti, di cui era amico, e il dirigente dell'Inter che "era incredulo, non pensava che succedessero queste cose". Su suggerimento di Facchetti, tentò di informarsi nell'ambiente arbitrale su chi fosse Mariano Fabiani, ex ds del Messina ritenuto molto legato a Moggi. Ci furono reazioni imbarazzate poi l'arbitro De Santis gli avrebbe detto che "se si voleva fare la serie A si doveva passare attraverso Fabiani e Moggi". Nucini ha poi detto di aver incontrato Fabiani, il quale gli avrebbe assicurato che avrebbe arbitrato di nuovo in A e lo avrebbe messo in contatto prima telefonicamente con Moggi (" sta tranquillo, ascolta quello che dice Fabiani e ci pensiamo noi", gli avrebbe detto a telefono il dirigente juventino) e poi di persona, organizzando un incontro in un albergo di Torino. Moggi in quella circostanza avrebbe rassicurato che Nucini "deve essere trattato bene, valorizzato e mandato in serie A". Nucini, sempre in quella occasione, avrebbe sentito Moggi che chiamava Bergamo e chiedeva al designatore di "non mandare Dondarini" ad arbitrare la partita della Juve. Fabiani gli avrebbe consegnato quindi una scheda telefonica raccomandandogli di utilizzare tale scheda per parlare solo con lui e di non fare telefonate a persone diverse. L'arbitro subito dopo avrebbe informato Facchetti dell'incontro, parlandogli anche della scheda sim di cui però si sarebbe disfatto.
Il rapporto di Nucini con Facchetti, la scheda "buttata via" e la mancata denuncia da parte di Nucini di tali episodi sia agli organismi sportivi ("non mi fidavo dell'ufficio indagini di allora", spiegherà Nucini) sia quando fu convocato dal pm di Milano Ilda Boccassini sono stati gli argomenti al centro di incalzanti domande da parte degli avvocati della difesa, in particolare dei legali di Moggi, Trofino e Prioreschi. "Alla Boccassini non ho detto quello che dovevo dire perché mi sono trovato da solo". Per quanto riguarda il rapporto con Facchetti ha sostenuto che l'iniziale semplice conoscenza è diventata nel tempo un rapporto di amicizia. I legali hanno evidenziato alcune contraddizioni rispetto a quanto dichiarato durante le indagini, soprattutto a proposito della scheda sim. Nel corso dell'udienza sono state ascoltate anche le testimonianze dell'ex dirigente dell'Udinese Francesco Dal Cin e dell'ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara. Il processo riprenderà il 16 giugno.
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