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Le squadre più forti di sempre in Serie A: il Grande Torino

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Aggiornato 04/05/2016 alle 10:48 GMT+2

Parte la caccia alla squadra più forte della storia della Serie A: ogni giovedì, da qui alla fine del campionato, vi presenteremo una nuova formazione capace di scrivere pagine indimenticabili nel libro del nostro calcio...

Il Grande Torino, 1949

Credit Foto Eurosport

IL GRANDE TORINO, LEGGENDA DI SUCCESSI E RECORD – Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di sentir parlare del Grande Torino, una squadra letteralmente imbattibile. Una squadra che dominò la scena negli anni '40, per poi inchinarsi solamente di fronte al maledetto destino che se la portò via in quel tragico pomeriggio del 4 maggio del 1949. Vinse 5 Scudetti consecutivi (oltre a una Coppa Italia), prestando i suoi fenomeni alla Nazionale italiana (Vittorio Pozzo, il ct della Nazionale, nel 1947 vestì 10 granata d'azzurro per una partita disputata a Torino contro l'Ungheria, un record assoluto). Una squadra d'altri tempi che fu talmente grande da diventare un patrimonio per tutto il Paese che si stava rialzando dopo la Seconda Guerra Mondiale: dopo lo schianto di Superga 1 milione di persone si riversò in strada a rendere omaggio a quei campioni, che erano i campioni di tutti, a prescindere dalla fede calcistica.
Il Grande Torino 1948-1949
IL "SISTEMA" CHE RUOTAVA ATTORNO A UN GENIO – Nel calcio ci sono filastrocche che tutti conoscono a memoria, formazioni che nessuno smetterà mai di canticchiare perché entrate di diritto nella storia di questo sport. Squadre epiche, capaci di scrivere pagine indelebili o addirittura capitoli monumentali del grande libro del pallone. E così “Bacigalupo - Ballarin - Maroso - Grezar - Rigamonti - Castigliano - Menti - Loik - Gabetto - Mazzola - Ossola”, è una di quelle formazioni che la storia l’ha fatta. Sul serio. Grazie anche ad Andràs Kuttil, tecnico ungherese voluto fortemente dal presidente Novo per applicare il celebre “sistema” (o “WM” se preferite”) capace di spopolare in maniera radicale e decisiva nel calcio inglese degli anni 40’ (successivamente presero il suo posto Ferrero, Sperone, e la coppia Lievesley-Erbstein). Una squadra completa, ben amalgamata, fluida nel gioco e unita fuori dal campo, con un genio al centro del progetto: Valentino Mazzola. Una mezz’ala sinistra, non altissima, dotata di capacità atletiche e facilità di corsa impressionanti, oltre a un dribbling ubriacante e a una fantasia fuori dal comune.
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2015 commemorazione Superga (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

VALENTINO MAZZOLA E LE MANICHE ARROTOLATE – Se Mazzola decideva che una partita andava vinta, nessuno poteva contrastarne volontà e giocate. Si vinceva. Punto. Si fermava in mezzo al campo, una rimboccata veloce e decisa alle maniche della maglia, e trasformava in pochi istanti il campo da calcio in uno spettacolo pirotecnico. Tutto ebbe inizio in un Torino-Roma del '45 quando, dopo quel gesto divenuto ormai celebre, realizzò 6 reti (del 7-0 finale) in 13 minuti.
C’è una frase perfetta, inappuntabile e decisamente diretta che descrive al meglio chi era veramente il mitico capitano del Grande Torino. “Ancora adesso se devo pensare al calciatore più utile per una squadra, a quello da ingaggiare assolutamente, non penso a Pelé, Di Stefano, Cruyff, Platini o Maradona: o meglio, penso anche a loro, ma dopo avere pensato a Mazzola”, firmata Giampiero Boniperti, uno dei simboli della Juventus e dunque non certo il primo tifoso granata. Ma l'abbiamo già detto: il Grande Torino era e rimarrà sempre la squadra di tutti.
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