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Dybala, Alex Sandro e il 3-5-2: la Juventus è tornata "da scudetto"

Davide Bighiani

Aggiornato 05/12/2015 alle 09:52 GMT+1

I bianconeri, dopo un avvio di stagione stentato, hanno preso a correre sul serio: all'Olimpico contro una brutta Lazio è arrivata anche la quinta vittoria consecutiva, che restituisce alla squadra di Max Allegri un posto tra le pretendenti al titolo. Ma guai a parlare di rimonta finita.

I giocatori bianconeri esultano dopo Lazio-Juventus

Credit Foto LaPresse

"Siamo quarti o quinti ma non basta. Non possiamo permetterci voli pindarici o passi falsi". Firmato Gigi Buffon.
La Juventus c'è, eccome se c'è. Dimenticate la squadra sbiadita e senza spina dorsale della prima parte di stagione: la quinta vittoria consecutiva in campionato, che corrisponde anche alla quarta gara ufficiale senza gol subiti, ha messo in chiaro alle altre pretendenti al titolo che i conti andranno fatti alla fine. E bisognerà farli con chi lo scudetto lo ha cucito sulla maglia da quattro anni a questa parte.

Approccio giusto

All'Olimpico contro la Lazio è andata in campo una Juve determinatissima: a differenza di ciò che era successo finora, quando per segnare aveva fatto sempre molta fatica, questa volta il gol, anzi i gol sono arrivati quasi subito. Prima l'autogol di Gentiletti, poi la perla di Dybala. Conscio di avere di fronte un'avversaria in difficoltà (la Lazio tra forma, risultati e infortuni sta vivendo il suo momento peggiore), Allegri ha consigliato ai suoi di aggredire la partita, mettendo alle strette i biancocelesti. Un approccio, insomma, da grande squadra, che poche volte si era visto applicato così bene dai bianconeri in queste prime giornate.

3-5-2 e difesa impenetrabile

Un passo indietro per farne tanti in avanti: così si potrebbe interpretare il ritorno di Max Allegri al 3-5-2, modulo che tanti risultati aveva prodotto nella scorsa stagione, quella del "quasi-Triplete". Inutile incaponirsi sulla ricerca del fantomatico trequartista: se non c'è non lo si può inventare. Inutile dare troppe responsabilità a un centrocampo che ha visto sparire i propri interpreti principali (dagli ormai ex Vidal e Pirlo, passando per Pogba). Giusto dunque, dare respiro alla manovra, aprendo gli esterni in fase di attacco, e blindare la difesa con il sempreverde trio Barzagli-Bonucci-Chiellini, diventato ormai un mantra che sa già di storia. Sul doppio vantaggio, alla Juve è bastato aspettare la Lazio nella propria metà campo, e anche Buffon ha potuto dormire sonni tranquilli.

Dybala+Mandzukic+Alex Sandro

A proposito di ex, che dire dei nuovi acquisti? Paulo Dybala, 13 gol l'anno scorso al Palermo, è già a quota 7 quest'anno (più quello in Supercoppa fanno 8): la crescita dell'argentino è sotto gli occhi di tutti, e Allegri non ha potuto fare a meno di accorgersene. Un po' come quella di Alex Sandro, ormai ex oggetto misterioso: la spinta del brasiliano sulla fascia sinistra è impressionante, la voglia di saltare l'uomo di dare tutto per poi mettere palla al centro ricorda il Maicon primo modello. Ieri contro Keita ha dimostrato anche di non essere niente male in fase difensiva, ed ecco spiegati i 26 milioni di euro spesi. Senza dimenticare Mandzukic: all'Olimpico non ha segnato ma ha lottato come un caterpillar e propiziato il 2-0 di Dybala. E nell'ultimo periodo ha sempre messo il suo marchio alle vittorie bianconere. Acquisti azzeccati, che stanno mettendosi in mostra nel momento giusto.

La scossa dei big

Quando si è accesa la luce della Juventus e soprattutto dove? Come spesso succede nelle situazioni di difficoltà, una squadra fa quadrato e si guarda negli occhi. Deve essere successo proprio questo nello spogliatoio bianconero. Buffon, Barzagli, Chiellini, Bonucci, Marchisio e tutti gli altri si sono fissati e si sono detti: "Non possiamo essere questi, la Juve deve stare dove le compete". Esattamente la stessa cosa che ha ripetuto Gigi Buffon nel post-partita di Lazio-Juventus 0-2. Vanno bene le cinque vittorie consecutive, va bene lo spirito ritrovato ma la Juve al momento è quarta a pari merito con la Roma, verosimilmente sarà di nuovo quinta al termine della 15a giornata: semplicemente una classifica che non si addice alla storia della Juventus. Spirito, voglia, carattere: Antonio Conte insegna, si parte, oppure si riparte soprattutto da qui.
La Juventus è tornata "da Scudetto", o forse lo è sempre stata. Si era presa solo un attimo di pausa per rifiatare.
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