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Serie A, Inter: le insidie dell’Empoli e la rivincita di Marco Giampaolo

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Aggiornato 06/01/2016 alle 09:19 GMT+1

I nerazzurri ripartono dal Castellani e da una sfida molto delicata: i toscani hanno stupito tutti e Giampaolo ha migliorato il rendimento di Sarri stravolgendo i pronostici d’inizio stagione

Marco Giampaolo, Empoli, Serie A 2015-16

Credit Foto LaPresse

Migliorare un capolavoro è impresa assai ardua, ma Marco Giampaolo ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di valorizzare il lavoro di Sarri e di raccoglierne i frutti andando oltre ogni più rosea aspettativa. In tempi di esami universitari, si può affermare che quello che dovrà affrontare l’Inter all’Epifania è un “fondamentale”. La sosta invernale ha lasciato degli interrogativi legati inevitabilmente alla caduta della capolista prima di Natale, in casa contro la Lazio: la partita del Castellani rappresenta un banco di prova molto delicato. L’Empoli avrà il vantaggio di giocare a mente sgombra, dall’alto di una classifica che regala tranquillità.

Il riscatto di Giampaolo

Ai nastri di partenza della Serie A 2015-16, anche da queste pagine si segnalava l’Empoli come possibile fanalino di coda a fine stagione, la vittima sacrificale del campionato orfana della sua guida e di qualche pilastro, da Rugani a Valdifiori. Il mea culpa dei detrattori del tecnico è conseguenza diretta della legge del campo: il bottino di punti, 27 dopo 17 gare, è strabiliante se confrontato con i 18 del 2014-15, esattamente il 50% in più. A sei punti di distanza, là dove l'anno scorso si trovava l'incubo del terzultimo posto (scongiurato con una salvezza comunque tranquilla), oggi c'è la Juventus e la quarta piazza. Giampaolo è arrivato in punta di piedi e non ha cambiato niente rispetto all’impostazione data da Sarri in un percorso di crescita durato tre anni. Perché cambiare un meccanismo consolidato e redditizio? Proseguire nel segno della continuità è stata la scelta vincente. L’allenatore, dopo le ultime annate, era sul punto di mollare ma la Cremonese del presidente Gigi Simoni, gli ha dato la forza di rilanciarsi e di riabbracciare la Serie A. Un incrocio curiosamente tinto di nerazzurro.

Due tecnici agli antipodi

Eppure Giampaolo coltiva ancora il sogno di allenare una grande: “Le 24 ore alla Juve? Il giorno prima eravamo tutti d'accordo ma dopo un giorno è saltato tutto. Non ho mai chiesto il perché”. Il riferimento è al 2009-10: “Avrei fatto meglio di Ferrara...”. Oggi il 48enne nato a Bellinzona è il tecnico meno pagato della Serie A (200mila euro), al contrario del paperone degli allenatori nostrani, proprio quel Roberto Mancini che percepisce 4 milioni di euro più bonus. Un abisso dettato anche dalle capacità manageriali del Mancio, abile ad attrarre giocatori di alto profilo. Un problema che a Empoli non si pone dato che l’intera rosa guadagna meno del solo Bale, tanto per esemplificare il concetto (15 milioni di euro contro 16). Il made in Italy, condito con idee chiare e verticalizzazioni, sa ancora imporsi: i nerazzurri dovranno stare molto attenti alle incognite della vera rivelazione di questa Serie A.
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