Piccole (ancora) fatali per il Milan: trattenere i big e fare mercato è la strada maestra

Il Milan si è squagliato contro le piccole proprio come l'anno scorso: la qualificazione in Europa League è a forte rischio considerando il trend. Per rinascere bisogna far leva sugli attuali (pochi) punti fermi della rosa e dare un segnale di discontinuità con il recente passato: ovvero, fare una campagna di rafforzamento della rosa massiccia e tempestiva.

Serie A 2016/17, Crotone-Milan

Credit Foto LaPresse

Come ti rovino la stagione in tre giornate. È un film già andato in onda in casa rossonera, deja-vu indigesto per gli spazientiti tifosi. Lo scorso anno la squadra di Brocchi raccolse due punti tra Carpi, Verona e Frosinone a cavallo di aprile e maggio, quest’anno Montella ha raccolto il medesimo – magro – bottino tra Pescara, Empoli e Crotone nello stesso periodo. Nel momento clou della stagione il Milan ha semplicemente smesso di sbrigare il suo dovere, al contrario di quanto aveva fatto in precedenza (basti pensare che nel girone di andata arrivarono nove punti con gli stessi avversari) e ora il rischio di gettare alle ortiche la qualificazione ai preliminari di Europa League, considerando l'inerzia, è tangibile. Le recenti contro-prestazioni nascono da lacune tangibili di cui la nuova società dovrà tenere conto.

Donnarumma pilastro, davanti a lui il vuoto (o quasi)

Di quanto Donnarumma incida sulle fortune della squadra è persino pleonastico parlare: allestire un team competitivo passa giocoforza dalla sua permanenza a Milanello; i problemi semmai sorgono davanti alla zone presidiata dal portierone. Se il punto fermo risponde al nome di Alessio Romagnoli, il resto è da ricostruire in toto o quasi. I numeri dicono che in nove partite senza il centrale cresciuto nel settore giovanile della Roma il Milan ha incassato 13 gol (su 38 gol incassati in totale); il rendimento dei suoi compagni di reparto è altalenante e al pur dignitoso Paletta non si possono certo consegnare i gradi di difensore del futuro. Quanto alle corsie laterali, l’involuzione di De Sciglio è ormai inarrestabile, mentre Abate e Calabria paiono discrete alternative a potenziali titolari e niente più: servono esterni di certificata levatura per spiccare il grande salto.

Centrocampo sfiatato, manca un trio-tipo

Montella, a dire il vero, le sta provando tutte: dal 25 ottobre a questa parte il tecnico campano ha sistematicamente cambiato l’assetto del centrocampo senza mai riproporre la stessa formazione. Se prima il carattere camaleontico del centrocampo rossonero poteva essere un punto di forza, il discorso non si può estendere alle ultime uscite. Kucka, Locatelli e Pasalic dopo aver tirato a lungo la carretta sono calati drasticamente in termini di contributo “energetico” e, se Bonaventura e Bertolacci languono ai box, Mati Fernandez è incostante per natura, oltre a non avere il passo che a un centrocampista del Milan non dovrebbe mai far difetto. Serve un direttore d’orchestra con due mastini (dai piedi educati) al suo fianco: un Fabregas integro e motivato potrebbe fare al caso del Milan, molto più dell’attuale Sosa, con Locatelli e Bonaventura possibili guardiani al suo fianco, sempre che Montella continui a optare per il 4-3-3.

AAA Cercasi attaccante centrale

Tre gol nelle ultime sette, cruciali, gare: un bottino non edificante quello accumulato da Carlos Bacca e Gianluca Lapadula. Se gli esterni d’attacco in salsa spagnola sono il vero punto di forza della banda Montella, quello della punta centrale è un tasto dolente. Perché Bacca non ha ripetuto i fasti della sua prima stagione al Milan senza mai davvero integrarsi nel sistema di gioco di Montella e perchè Lapadula, seppur accompagnato da una cattiveria agonistica senza eguali, non ha la classe per ricoprire quel ruolo. Il Milan dovrà puntare sul cavallo giusto per la stagione che verrà.
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Carlos Bacca Milan Pescara 2016

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Il quadro non è dei più confortanti e Fassone e Mirabelli dovranno ricostruire il Milan partendo dalle fondamenta. In questo sarà importante dare un segnale di discontinuità rispetto al passato: Il Diavolo dovrà tornare a fare mercato puntellando l'organico reparto per reparto e soprattutto muoversi con largo anticipo, previa pianificazione delle strategie, senza aspettare gli ultimi giorni per raccogliere i rimasugli. Al netto dei pochi punti fermi (Donnarumma, Romagnoli, Locatelli, Bonaventura e Suso, oltre al tecnico Vincenzo Montella ça va sans dire) la squadra andrà rifondata per inseguire un posto al sole tra le prime quattro della Serie A.
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