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Abbiati senza freni: "Ora è vero Milan, cinesi e Montella un disastro. Donnarumma? Non è migliorato"

Marco Barzizza

Pubblicato 09/08/2018 alle 12:02 GMT+2

L'ex portiere e club manager rossonero, appena uscito dalla società, spara a zero su ex dirigenza e tecnico, ma ha parole al miele per gli amici Leonardo e Maldini. E su Donnarumma: "Si è fermato, fa bene a restare e a convivere con Reina e il nuovo preparatore".

AC Milan's goalkeeper Christian Abbiati (Reuters)

Credit Foto Eurosport

Senza peli sulla lingua, Christian Abbiati, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, non si è risparmiato nelle critiche alla passata gestione del “suo” Milan, società cui è storicamente legato e da dove è appena uscito. Si, perché fino a qualche mese fa ricopriva il ruolo di club manager e, stando alle sue parole, non sembra essere andata troppo bene. “Devi essere di aiuto per tutti: allenatore, ds, team manager, giocatori, Milanello. E’ un ruolo strano, sempre sul filo dell’equilibrio. Se un giocatore fa una sciocchezza e lo riferisci al mister, poi rischi di passare per spia. Insomma, è un ruolo molto politico, e ho capito che non fa per me. Il più delle volte andavo a casa incavolato nero. Non aver continuato è qualcosa che dipende da me: Mirabelli mi aveva proposto il rinnovo ma ho rifiutato”.
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Yonghong Li-Fassone - Chievo-Milan - Serie A 2017/2018 - LaPresse

Credit Foto LaPresse

E non ci è andato per il sottile nemmeno parlando della proprietà cinese, per non parlare dell’ex tecnico, Vincenzo Montella. “Il mio errore è stato quello di fare paragoni con il vecchio Milan, dove avevo punto di riferimento certi. Li invece c’era molta confusione in ambito dirigenziale. Un’organizzazione fumosa che cercavano di far passare per perfetta. Il modo in cui è finita non mi stupisce e per come andavano le cose, è meglio sia finita. Il mio punto di riferimento era Gattuso”, ha detto sempre alla rosea.
Montella? È stato un mezzo disastro. E’ andata male perché non si fidava di nessuno.
Invece più positivo il giudizio su Mirabelli. “Una sorpresa positiva, è uno che si fa il mazzo. Ho vissuto da vicino il rinnovo di Donnarumma e devo dire che ha gestito la faccenda benissimo, a tutela del club. E’ stato uno dei pochi ad avere il coraggio di andare contro Raiola. E poi ha vinto la scommessa Gattuso”.
Ma ora che la società sembra rinata, anche il giudizio dell’ex portiere è cambiato. “Leonardo? Quando andò via ci rimanemmo male perché fu inaspettato. Ma nel mio armadio ho solo due maglie autografate: la sua e quella di Maldini! Sono due amici e grandi professionisti. Gli uomini giusti su cui riedificare, perché conoscono bene il Milan".
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Gonzalo Higuain posa con la maglia numero 9 del Milan insieme a Leonardo e al presidente Paolo Scaroni, Imago

Credit Foto Imago

Non poteva mancare una battuta sui nuovi acquisti. “Higuain era il bomber che mancava. Sono sorpreso che la Juve abbia fatto questa operazione, a guadagnarci è il Milan. Bonucci? Probabilmente sono state promesse cose che non sono state mantenute. Ha il merito di aver fatto crescere Romagnoli”. E una bella tirata di orecchie al suo successore, Gigio Donnarumma: "Per lui la cosa migliore è restare ancora al Milan, anche perché è cambiato il preparatore e voglio vederlo con un altro sistema di lavoro. Magni ha il merito di averlo portato fin dove è arrivato, ma non è più migliorato. Si è fermato".
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