Eurosport
Da 0 a 10 il pagellone della 23a giornata di Serie A: Higuain micidiale, psicodramma Inter
Di
Pubblicato 05/02/2018 alle 09:01 GMT+1
La Juventus spazza via il Sassuolo con un 7-0 e si prende il voto più alto in pagella, bene anche il Napoli al 7° successo di fila in Serie A e l'Atalanta che si gode l'exploit di Mancini, il difensore prodotto del vivaio che ha realizzato il primo gol in A. Dietro la lavagna Bonucci-Donnarumma, protagonisti del frittatone che ha regalato il gol all'Udinese e l'Inter sempre più indecifrabile.
2018, Gonzalo Higuain, Juventus, Getty Images
Credit Foto Getty Images
Voto 10... Alla prima tripletta in bianconero di Higuain
La Juventus vince 4-0 ma tra i marcatori non figura Higuain. Una macchia da lavare subito per il Pipita che segna tre gol e si diverte ottenendo un tris storico. Con la maglia bianconera è, infatti, una prima volta: come Tevez contro il Sassuolo, come nell’ultima gara con il Napoli che lo consacrò capocannoniere il 14 maggio 2016.
Voto 9... Al Napoli di Mertens che si riprende la vetta
La Juventus vincerà anche per 7-0 contro il Sassuolo, ma il Napoli non lascia neanche le briciole con la 7a vittoria consecutiva in campionato: 0-2 al Benevento partito subito molto aggressivo, ma Sarri ha da giocarsi le carte Insigne e Mertens. Il primo colpisce una clamorosa traversa, il secondo realizza il suo 14° gol in campionato, il 4° consecutivo nelle ultime tre gare. Nella ripresa arriva anche la 98esima rete in Serie A di Hamsik, che segna da due passi sul servizio di Callejon. Vien da dire, tutto facile per gli azzurri e la preoccupazione iniziale per l'infortunio di Mertens in nottata lascia il posto a un moderato ottimismo.
Voto 8… A Gianluca Mancini, l’erede di Caldara che segna il primo gol in Serie A
Ma quanto è profonda la fucina di talenti dell'Atalanta? L'ultimo prodotto della cucina bergamasca si chiama Gianluca Mancini: data di nascita 17 aprile 1996, numero 2 presenze in Serie A, e già tanti, tantissimi estimatori. Soprattutto dopo il gol che decide il match contro il Chievo a un quarto d'ora dalla fine: "Cerco di prendere il meglio da ognuno dei miei compagni", dichiarerà poi e ne ha ben donde. Trovare spazio in un reparto composto da giocatori del calibro di Caldara, Toloi, Masiello e Palomino non è facile: meglio imparare e dimostrare il proprio valore sul campo. All'Atalanta si può fare, eccome.
/origin-imgresizer.eurosport.com/2018/02/04/2261307-47124930-2560-1440.jpg)
Gianluca Mancini esultanza, Atalanta, LaPresse
Credit Foto LaPresse
Voto 7... Al lampo di Under alla "Totti"
Under fa vedere a tutti la sua voglia di gol dopo 43 secondi e si regala il suo primo sigillo in Serie A. Un gol d’autore, un’azione personale travolgente che scomoda un paragone autorevole. Una rete così veloce per la Roma in campionato non si materializzava dal gennaio 2012, quando Totti colpì il Cesena dopo 30 secondi. I giallorossi non portavano a casa i tre punti dal 16 dicembre (1-0 al Cagliari).
Voto 6… Ai gol Olimpici di Veretout e Pulgar
Alle Olimpiadi mancano ancora 4 giorni, ma c'è qualcuno che si porta avanti: chiedere a Jordan Veretout (Fiorentina) ed Erick Pulgar (Bologna), due centrocampisti con il vizio del gol, e per di più "olimpico", ovvero segnato direttamente da calcio d'angolo. E' difficile vederne uno, pensate due nella stessa partita e per di più nel giro di soli 200 secondi. Ringrazino Mirante e Sportiello, che gentilmente si sono fatti da parte, ma il gesto tecnico (doppio) resta eccome.
Voto 5… Al 'pasticciaccio brutto' di Bonucci e Donnarumma
È sempre facile prendersela con questi due giocatori, simbolo dell'estate travagliata di un Milan che ci ha messo mesi per ingranare e che ancora non ha visto totalmente la luce in fondo al tunnel: per questo appena ne combinano una il mondo dei social si scatena. Anche nel giorno del super-gol di Suso (splendido, il più bello questa domenica) sono loro a prendersi i titoli, per un doppio intervento più goffo che altro.
Voto 4... Alla leggerezza di Pellegrini
Lorenzo Pellegrini rischia di rovinare i piani della Roma a Verona. Con un intervento da dietro su Matos a centrocampo, l’ex Sassuolo non ha nessuna possibilità di colpire il pallone. L’arbitro lo espelle e Di Francesco se la prende giustamente con il suo calciatore. I giallorossi giocano in 10 contro 11 quasi per metà partita.
Voto 3… Ai paragoni azzardati di Mazzarri dopo il pari con la Samp
Il nuovo allenatore del Torino è a dir poco entusiasta dopo il punto conquistato sul difficile campo della Sampdoria. Per questo si lascia andare a paragoni un po' fantasiosi: "Sono qui da sole quattro partite, ma siamo già perfetti, come fossimo alla Playstation" e poi ancora "Belotti? Sotto alcuni punti di vista mi ricorda il primo Cavani anche se Edi era forse più dinamico come attaccante". Di certo non si può dire che Mazzarri non si sia appassionato alla sua nuova avventura alla guida del Toro...
Voto 2... Alla paura atavica dell’Inter
I nerazzurri hanno un blocco psicologico che emerge in tutta la sua evidenza contro il Crotone. Non è un caso se la sola nota positiva è l’esordio di Rafinha, l’unico che non scappa dalla palla contro i pitagorici. L’Inter, anziché cercare il raddoppio, si limita a gestire l’1-0, subisce il pari e con sei pareggi e due sconfitte eguaglia la sua peggior striscia negativa senza successi in Serie A.
Voto 1… All’asfittico Verona di Pecchia, il giorno dopo il gol di Pazzini al Real
Fabio Pecchia non faceva giocare Pazzini, preferendogli prima Kean, Cerci, Lee e Verde, poi anche i nuovi arrivati Petkovic e Matos: il Pazzo è migrato in Spagna e si è presentato con un gol storico al Real Madrid, facendo già proseliti con la sua proverbiale esultanza. Quanto avranno fischiato le orecchie al tecnico del Verona, sabato sera prima e domenica poi, quando ha finito di vedere la partita persa dai suoi (senza gol) contro la Roma dalla tribuna (allontanato per proteste)? Tantissimo...
Voto 0... Alla resistenza del Sassuolo
Perdere in casa della Juventus per una squadra come il Sassuolo è una cosa normale, per carità. L’atteggiamento dei neroverdi, però, è inammissibile e non c’è traccia di orgoglio né un tentativo di reazione nella ripresa. Prenderne sette con appena due cartellini gialli a referto non è un bel segnale in termini di lotta e attaccamento.
Pubblicità
Pubblicità