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Dalla Bbc al miglior attacco, la Juventus «rovesciata» (occhio ai confronti diretti)

Roberto Beccantini

Aggiornato 23/10/2017 alle 12:04 GMT+2

Terza in classifica, la Juventus non ha più la miglior difesa (è quarta) ma ha strappato al Napoli il miglior attacco dopo i 6 gol realizzati nella trasferta di Udine. Contro le squadre piccole, i bianconeri sono sempre stati degli schiacciasassi, ma hanno faticato negli scontri diretti, che possono rivelarsi decisivi per la corsa allo scudetto.

Gianluigi Buffon esulta dopo la vittoria della Juventus a Udine, Serie A 2017-18

Credit Foto Getty Images

Un anno fa, alla nona, la Juventus perdeva a San Siro con il Milan, affondata da un siluro di Locatelli. Aveva 21 punti, era prima davanti alla Roma e allo stesso Milan (19). Aveva segnato 17 gol e ne aveva presi 6: miglior difesa, naturalmente. Oggi ha 22 punti ed è terza, con la Lazio, a tre dal Napoli e a uno dall’Inter. Il saldo reti è di 27-9.
Allegri non detiene più la miglior difesa (è la quarta, addirittura), ma ha strappato a Sarri il titolo di miglior attacco. Questa sì, una notizia: come la tripletta di «Lazzaro» Khedira.
Il k.o. casalingo con la Lazio aveva seminato dubbi, sollevato ansie. Pesa tonnellate, la vittoria di Udine, per le circostanze (in dieci dal 28’ del primo tempo), le modalità della riscossa (quattro gol in inferiorità numerica, dal due pari al 6-2) e la qualità dell’impegno profuso, condiviso. Sulla Var, a cominciare dal contatto tra Ali Adnan e Mandzukic, miccia di tutto il pandemonio, ci sarebbe da scrivere un libro. Il vaffa del croato, viceversa, va censurato senza se e senza ma.
Dubito che, in altri tempi, e magari a portieri invertiti, sarebbe finita com’è finita. Ma il campionato è questo, ed è con le sue risorse, chiamiamole così, che dobbiamo confrontarci. Che dei sei gol nessuno rechi la firma di Dybala o Higuain (un palo), depone a favore della duttilità del coro (e della benevolenza di Samir). La Juventus è stata brava a non lasciarsi andare, se non per una ventina di minuti. Ha sistemato l’assetto, ha cavalcato e domato le debolezze altrui. E la «medianizzazione» alla quale gli eventi l’avevano costretta ha portato a frutti clamorosi, persino romanzeschi. La classica prova di forza.
Più si accumulano indizi, più ci si allontana dall’epopea della Bbc. Per ora i conti tornano, anche se i gol presi continuano a essere troppi: due dall’Atalanta, due dalla Lazio, uno dallo Sporting, due a Udine. Non era abituato Buffon, perplesso; non erano abituati i tifosi, storditi. I dibattiti infuriano: meglio ieri o meglio oggi? Lo sapremo domani. E dal momento che cresce il fatturato offensivo, cruciale sarà la sintesi, in attesa che il mercato estivo possa fornire contributi meno vaghi.
Sin qui, Madama ha patito i rivali di un certo livello, dal Barcellona alla Lazio. Con i rappresentanti del «terzo stato», invece, non ha avuto problemi. Ecco allora che la spaccatura tecnica del torneo impone di tenere d’occhio i confronti diretti. Potrebbero spostare lo scudetto.
Nello stilare la classifica «avulsa» ho considerato la Juventus, il Napoli, le milanesi e le romane. Ve la giro, molto parziale ma già significativa.
  • Napoli punti 7 (tre partite: 4-1 Lazio, 1-0 Roma, 0-0 Inter).
  • Inter punti 7 (tre partite: 3-1 Roma, 3-2 Milan, 0-0 Napoli).
  • Lazio punti 6 (tre partite: 4-1 Milan, 1-4 Napoli, 2-1 Juventus).
  • Roma punti 3 (tre partite: 1-3 Inter, 2-0 Milan, 0-1 Napoli).
  • Juventus punti 0 (una partita: 1-2 Lazio).
  • Milan punti 0 (tre partite: 1-4 Lazio, 0-2 Roma, 2-3 Inter).
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