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Juventus-Napoli: ad Allegri serve lo spirito del Bernabeu, Sarri ha un'arma in più (Milik)

Roberto Beccantini

Aggiornato 20/04/2018 alle 09:14 GMT+2

Non è una finale, Juventus-Napoli di domenica sera, ma quasi. Erano sei, i punti di distacco: sono diventati nove, poi precipitati a quattro. Fra la prodezza di Donnarumma su Milik e la rovesciata di Simy scorrono le pagine di Salgari, non le righe di un notaio. Allegri e Sarri sono gli estremi che si toccano: l'uno così pragmatico, l'altro così integralista.

Allegri - Napoli-Juventus - Serie A 2017/2018 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Non è una finale, Juventus-Napoli di domenica sera, ma quasi. Soprattutto dopo il pareggio di Crotone e la rimonta sull’Udinese. Le assomiglia molto. Erano sei, i punti di distacco: sono diventati nove, poi precipitati a quattro. Fra la prodezza di Donnarumma su Milik e la rovesciata di Simy scorrono le pagine di Salgari, non le righe di un notaio.
Il Napoli ha sempre perso, allo Stadium, e ha perso pure all’andata. Era il 1° dicembre, decise un contropiede fulminante tra Douglas Costa, Dybala e Higuain. Da una parte, l’abitudine; dall’altra, il sogno. Allegri e Sarri sono gli estremi che si toccano: l’uno così pragmatico, l’altro così integralista. La Juventus del Bernabeu vincerebbe. Non certo la Juventus di Ferrara, Benevento o Crotone. Queste, al contrario, non avrebbero scampo.
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Napoli-Juventus

Credit Foto Getty Images

D’accordo, neppure il Napoli tiene più i ritmi indiavolati della «Belle Epoque», ma in Calabria Madama ha toccato il fondo: e, credetemi, il turnover c’entra di striscio. Sciatteria canaglia. L’ultimo Dybala si è nascosto chissà dove, come se ogni tanto avesse bisogno di scomparire per «sentire» la curiosità della gente.
La classifica lascia ad Allegri piccole libertà di manovra, modici calcoli. Occhio a non abusarne. Sarri, lui, deve vincere, ma con juicio. Un pareggio rimanderebbe tutto agli sgoccioli del calendario. Spiccioli bollenti. Per Madama, in particolare: Inter e Roma fuori, Bologna e Verona in casa. Per il Napoli, viceversa, Fiorentina e Sampdoria fuori, Torino e Crotone in casa. Ecco perché gestire potrebbe significare, in chiave sabauda, annettersi i confronti diretti, sempre che l’esito paghi, ma finire in balia di imboscate ad alto rischio (impegni domestici esclusi).
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Milik Insigne - Napoli Serie A 2017-2018

Credit Foto Eurosport

Nella Juventus, che spesso lucra il massimo dal poco che produce, torneranno Buffon, Chiellini, Khedira e Mandzukic. Sarri ha un’arma in più: Milik. Il centravanti di peso da calare in situazioni d’emergenza. Risolutivo con Chievo e Udinese, quasi decisivo a Reggio Emilia e San Siro. Titolare, però, dovrebbe essere Mertens. Difficile, in compenso, che lo sia Dybala. A Madrid era squalificato e la Juventus disputò un partitone. Cruciale si annuncia il recupero di Pjanic, perno di un centrocampo troppo fisico. L’equilibrio potrebbe spaccarlo Douglas Costa, come al San Paolo. Oppure Callejon con i suoi tagli. E poi Higuain (l’originale, non l’ostaggio della paura di cadere dalla diffida alla brace), la vena di follia che accompagna Insigne, le incursioni di Khedira e Hamsik, le difese, i portieri. Mi aspetto che Allegri sfoderi lo stesso 4-3-3 di Sarri: rinunciare a un mediano sarebbe l’ennesimo giro di roulette.
La Juventus ha due punti in più di un anno fa; il Napoli, addirittura dieci. Se in Francia, Germania e Inghilterra è già tutto finito, in Spagna quasi e da noi no, il merito è del Napoli, che ha rinunciato a tutto pur di stupire tutti. Il mio pronostico: 1-1. Il vostro? E concordate con la mia analisi?
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