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Agnelli svela il futuro e va contro Report: "Sarebbe ora che si tenesse conto delle sentenze"

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Aggiornato 25/10/2018 alle 11:59 GMT+2

Il presidente della Juventus, nel discorso d'apertura all'assemblea degli azionisti, torna sull'inchiesta della trasmissione di Rai3: "Sarebbe ora che chi si esprime su questi fatti tenesse conto delle sentenze". Oltre alla polemicha Agnelli tocca tanti argomenti, dal futuro della Serie A agli obiettivi del calcio italiano. E sul piano internazionale annuncia: "Ci sarà una terza competizione UEFA"

Andrea Agnelli

Credit Foto Getty Images

Sul caso report

“Una trasmissione ha riportato l'attenzione su fatti acclarati in ogni sede sui rapporti tra la Juve e il tifo organizzato. La Juventus è stata condannata per due motivi: la vendita di ticket in misura superiore al numero consentito e Il nostro responsabile della sicurezza Alessandro D'angelo avrebbe favorito l'ingresso di materiale non autorizzato. Su questi fatti è doveroso un chiarimento. La Juventus rispetta oggi le linee di vendita e non si può accettare che oggi si possa dire questo. D'Angelo non ha fatto entrare striscioni canaglia, come li definisco io. Non lo dico io, lo dice una sentenza e non solo gli autori di quello striscione sono stati condannati e individuati grazie alle tecnologie dello stadio della Juventus, ma sono rei confessi. Ogni altra ricostruzione è falsa e chi si espone in tal senso sarebbe il caso tenesse conto dei fatti e delle sentenze".
...Sarebbe il caso tenesse conto dei fatti e delle sentenze.

Sulla crescita

“Qualche numero: nel 2010 il fatturato della Juventus era sotto i 200 milioni, quest'anno approviamo un bilancio superiore ai 500 milioni. Sul campo, invece, ci sono numeri che conosciamo tutti: sette scudetti consecutive, quattro coppe Italia, due Supercoppe, due finali di Champions e il primo scudetto della Juventus Women. Quando mi guardo indietro penso a tanti aneddoti. Uno, che ho già raccontato, quando arrivo nel 2010 il sabato mattina trovo l'ufficio sprangato. E questo dà la dimensione della passione che c'era in quel momento. Una società come la Juventus con l'ufficio sprangato il sabato dà la dimensione. Un anno dopo un sabato di maggio ho 30 persone in ufficio. Questa mattina per preparare l'Assemblea di oggi sono arrivato alle 7.15 e c'erano con me già 5 o 6 persone e questo è un segnale tangibile. La crescita sportiva passa dalle vittorie, ma è anche dalle sconfitte che si deve imparare. E un momento che mi ha segnato nella crescita è stata sicuramente la finale di Berlino del 2015, quando andando a premiare i giocatori sul campo ho dovuto vedere la squadra prendere la medaglia d'argento".
Nel 2010 il fatturato della Juventus era sotto i 200 milioni, quest'anno approviamo un bilancio superiore ai 500 milioni.

Sull’arrivo di Ronaldo

“Terzo e non ultimo l'evento di questa estate, l'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Sapere che il giocatore più forte al mondo sceglie la Juventus, che la società arriva al giocatore più forte del mondo è un motivo di grandissimo orgoglio. Ho sempre sostenuto e continuo a sostenere che la differenza la fa la squadra, ma avere i migliori professionisti in ogni ruolo aiuta a ottenere i risultati prefissati, avere Cristiano con noi aiuta sicuramente a ottenere gli obiettivi prefissati. Con la consapevolezza che però questo è sport e oggi i nostri obiettivi sono lontani. Questo mi dà la dimensione se rifletto sul percorso dal 2010 a oggi".
Sapere che il giocatore più forte al mondo sceglie la Juventus, che la società arriva al giocatore più forte del mondo è un motivo di grandissimo orgoglio.

Sull’addio di Marotta

"Parlare da parte mia di Giuseppe Marotta come professionista del mondo del calcio rischia di essere riduttivo. Sono 40 anni che gestisce club di calcio, con successi come quelli del Venezia. Poi l'Atalanta e la Samp lasciata in Champions prima di raggiungere la Juve. La capacità, la conoscenza di Marotta, sono stati strumentali per la crescita di questa Società e anche a lui dobbiamo un caloroso ringraziamento e un applauso. L'elemento che ci ha permesso le scelte che abbiamo fatto è la capacità di Aldo e Beppe di far crescere professionisti sotto di loro, far crescere futuri professionisti che possano prendere il loro ruolo. Si è scelto di conferire i ruoli a risorse già presenti in azienda. Per quanto riferibile a Beppe Marotta, si è scelto di ridistribuire le mansioni in parte a chi già ricopriva un ruolo apicale e a chi fa già parte del Consiglio”.
La capacità, la conoscenza di Marotta, sono stati strumentali per la crescita di questa Società.

Sui giovani e l’U23 della Juventus

"Oltre ai successi della prima squadra ci sarà da fare un forte lavoro di integrazione per la nuova squadra di quest'anno, l'Under23. Al di là di avere lottato e cercato in questi anni l'introduzione delle seconde squadre, quest'anno è stato possibile ma solo da fine luglio. La squadra dell'Under23 sicuramente fatta di giovani talentuosi, ha avuto una ricerca di identità. La parte più difficile è stata dare un'identità a una squadra che prima non esisteva. Far capire ai giocatori che devono essere pronti per la prima squadra e avere una corsia preferenziale per la crescita”.
Far capire ai giocatori che devono essere pronti per la prima squadra.

Capitolo interessante: l’odio in Italia

“Abbiamo bisogno di armonia nell'ambiente, che non significa annullare lo sfottò. Lo sfottò è un discorso, l'odio è un altro. E vedere che nel calcio si sta divulgando quello che è un sentimento generale dove l'odio è contro qualcuno o qualcosa, bisogna andare contro. Non riguarda solo le società, ma è il periodo che ci fa vivere. Un conto è l'idologia, un conto il tifo per una squadra, devono rimanere due elementi distinti".
Un conto è l'idologia, un conto il tifo per una squadra, devono rimanere due elementi distinti.

Novità in Europa: partirà una nuova competizione

"Parlando di cambiamenti non posso che dare uno sguardo al panorama internazionale. Abbiamo concluso con il consiglio ECA di Parigi gli ultimi dettagli per la definizione delle competizioni internazionali del 2024. Non ci sarà nulla di cambiato per la Champions. In Europa League serviva invece un cambiamento, dato che negli ultimi anni ci son state discussioni. L'obiettivo era allargare la partecipazione. L'Europa League poteva essere o a 64 o creare una terza competizione e si è scelta questa seconda via. Verranno sviluppati i formati commerciali e si potrà andare sul mercato. Questo è stato un enorme sforzo da parte dell'ECA. L'analogia tra le diverse posizioni delle Federazioni europee e quella delle divisioni italiane è evidente. Ognuno ha i suoi obiettivi. Io devo ringraziare i miei colleghi per aver trovato la soluzione in Europa. Sono state create piattaforme e gruppi di lavoro per discutere temi che sono evidentemente di interesse comune".
L'Europa League poteva essere o a 64 o creare una terza competizione e si è scelta questa seconda via.
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