Di Francesco-Roma game over: esonero inevitabile, ma le colpe principali non sono sue

L'avventura di Eusebio Di Francesco sulla panchina della Roma è ufficialmente finita: la squadra è allo sbando, ma lui non è né l'unico né il principale colpevole. Claudio Ranieri saprà "normalizzare" un ambiente in subbuglio?

Di Francesco esonero - Focus

Credit Foto Eurosport

La sconfitta rocambolesca con il Porto è stata fatale per Eusebio Di Francesco, sollevato dall’incarico a poche ore distanza dalla sfida del Do Dragão e destinato a essere rimpiazzato dal cavallo di ritorno Claudio Ranieri una volta limati tutti i dettagli. Il tecnico pescarese lascia in eredità una Roma al quinto posto in campionato (a -3 dall’ultimo slot Champions) e fuori da tutte le altre competizioni. L’esperimento di affidare la panchina a un ex pilastro da giocatore nonché team manager della Roma e già rampante allenatore del Sassuolo dei miracoli può considerarsi abortito a tutti gli effetti, ma l'interrogativo sorge spontaneo: la crisi giallorossa è dipesa unicamente dalle défaillance del suo timoniere?
Il bilancio complessivo di Di Francesco
PARTITEV/Pa/PeGOL FATTI/SUBITIMEDIA PUNTI
8746-18-23151/1041,79
Quello di Spalletti
PARTITEV/Pa/PeGOL FATTI/SUBITIMEDIA PUNTI
299171-64-64596/3581,93
E quello di Rudi Garcia
PARTITEV/Pa/PeGOL FATTI/SUBITIMEDIA PUNTI
11861-34-23194/1261,84

Le ragioni dell’esonero

Con l’esonero di mister Di Francesco il numero uno giallorosso Pallotta intende imprimere la classica sterzata a una squadra in crisi d’identità: fuori dalle Coppe, costretta a rincorrere le milanesi in campionato nella bagarre Champions, ma soprattutto abbonata a inspiegabili black out. La Roma, limitandosi a qualche esempio, è stata rimontata in extremis da un Cagliari ridotto in nove uomini, raggiunta sul 2-2 in casa dal fanalino di coda Chievo e, seppur portando a casa la vittoria con medesimo punteggio di 3-2, ha accusato degli imbarazzanti passaggi a vuoto nelle sfide contro Genoa e Frosinone. Quanto all’1-7 rimediato al Franchi e alla controprestazione nel derby, qualunque commento risulterebbe pleonastico. A questo punto del campionato la squadra targata di Francesco ha già incassato la bellezza di 36 gol, già 8 più dell'intera Serie A 2017/2018. La tenuta mentale di alcuni giocatori chiave della passata stagione come Dzeko e Fazio è a dir poco rivedibile e la squadra, se priva del faro De Rossi, veleggia sull’orlo del disastro; l'impressionante serie di infortuni muscolari è un altro segnale nefasto. Tutta colpa di Difra?
Le campagne acquisti di Monchi (giocatori principali)
Stagione 2017/2018
ACQUISTICESSIONI
MORENOSZCZESNY
KARSDORPRUDIGER
KOLAROVVERMAELEN
PELLEGRINISALAH
GONALONSMARIO RUI
UNDERPAREDES
DEFREL
SCHICK
Stagione 2018/2019
ACQUISTICESSIONI
OLSENALISSON
MARCANOBRUNO PERES
SANTONNAINGGOLAN
CRISTANTEGERSON
NZONZISTROOTMAN
PASTOREDEFREL
ZANIOLOGONALONS
KLUIVERT
CORIC

Super market Monchi: che boomerang

Tra ricostruzione e rivoluzione copernicana scorre un fiume grande almeno quanto il Tevere: la seconda campagna acquisti/cessioni targata Monchi si è rivelata perniciosa nell’economia degli equilibri della Roma. In un colpo solo l'ex Cassiere di SIviglia ha messo alla porta tutti o quasi i leader tecnici e carismatici per lasciar spazio a giovani talenti, giocatori di medio livello come Nzonzi oppure autentici bidoni come l’irriconoscibile Javier Pastore. Non il miglior assist per un allenatore alla ricerca di continuità dopo una prima stagione incoraggiante per quanto contrassegnata da alti e bassi (semifinale di Champions ma terzo posto a -14 dal Napoli e ko al primo turno di Coppa Italia). Gli stessi tifosi giallorossi sembrano essere consapevoli di tali attenuanti al punto da schierarsi apertamente dalla parte di un tecnico capace di regalare loro lo scorso anno la magica notte europea caratterizzata dalla rimonta impossibile sul Barcellona.

Responsabili e soluzioni

L’esonero è la soluzione inevitabile per quanto dolorosa: la squadra è totalmente allo sbando dal punto di vista tattico, psicologico e fisico, ma i problemi nascono a monte e le colpe della recessione vanno quanto meno condivise. L'esplosione di Zaniolo, talento sbarcato a Trigoria sottotraccia per poi rivelarsi un craque, non poteva nascondere tutte le magagne e non a caso in queste ore prende piede l'ipotesi che oltre a Di Francesco a pagare potrebbe essere proprio il direttore sportivo spagnolo (pronti nel caso Osti o Sabatini).
Alla Roma serve disperatamente un "normalizzatore" in grado di stabilizzare l'ambiente riportando calma e fiducia, qualità che non hanno mai fatto difetto al miglior Claudio Ranieri. Avrà consevato il tocco anche a margine della sfortunata esperienza al Fulham?
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