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Le 5 verità di Lazio-Roma: con questa mentalità, giallorossi subito fuori dalla Champions

Luca Stamerra

Aggiornato 03/03/2019 alle 15:06 GMT+1

Con questo atteggiamento, la Roma rischia seriamente di essere rimontata dal Porto nel ritorno degli ottavi di finale. La Lazio, invece, è armata per lottare fino alla fine per la corsa alla Champions. La squadra di Inzaghi si dimostra non essere Immobile dipendente e consegna un Acerbi prontissimo per una maglia da titolare in Nazionale.

ristante e Zaniolo dopo il derby perso per 3-0 - Lazio-Roma - Serie A 2018/2019 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

1) Dovesse giocare così, la Roma verrebbe eliminata agli ottavi di Champions

Un altro approccio da dimenticare, un'altra partita conclusa con nervi a fior di pelle. È un po' una costante della Roma di questa stagione, che troppo spesso sbaglia l'approccio alla gara. Contro la Lazio, è stata la volontà di vincere dei biancocelesti a trascinare il tutto verso un 3-0 a tratti umiliante. Nel finale la ciliegina sulla torta (in senso negativo), con i cartellini sventolati ai danni di Dzeko e Kolarov. Un atteggiamento da non replicare al do Dragão, dove la Roma rischia seriamente di dissipare quanto di buono fatto fino ad adesso. Servirà avere un'altra mentalità, e se le cose andassero male (ad esempio, andare in svantaggio all'intervallo), bisognerà mantenere la calma e non ricorrere a stupidi cartellini. Perché la pazienza è la virtù dei forti...
De Rossi vuole dimenticare subito questa gara...

2) La Lazio può davvero sognare la Champions

La prestazione contro la Roma ci restituisce una Lazio competitiva per il 4° posto. La classifica si è accorciata e, complice il ko dell'Inter a Cagliari, tutto è ancora in discussione. In più, dopo l'eliminazione dall'Europa League, la Lazio può concentrarsi unicamente al campionato, cosa che non potranno fare Inter (in Europa League) e Roma (in Champions), che dovranno giocarsela anche in Europa per non giudicare fallimentare la propria stagione. Chi non ha più Icardi, chi ha un Dzeko altalenante. E la Lazio ha dimostrato di saperci fare anche senza Immobile...
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Felipe Caicedo è al suo quarto gol stagionale in Serie A, il terzo nelle ultime quattro partite giocate (gli altri contro Frosinone ed Empoli).

Credit Foto Getty Images

3) La Lazio sa giocare (e vincere) anche senza Immobile

“Senza Immobile non si può fare risultato”. Questa la paura dei tanti tifosi della Lazio, che non si sentivano all'altezza con un Immobile a mezzo servizio. A trascinare la squadra di Inzaghi ci ha pensato Felipe Caicedo, che ha fatto molto più del gol del vantaggio. Non solo, da ricordare anche le prestazioni di Milinkovic-Savic e Luis Alberto: i due non hanno giocato nelle loro posizioni naturali, ma con grande spirito di sacrificio hanno aiutato la Lazio a conquistare tre punti importantissimi per la classifica.

4) Acerbi è da Nazionale (e meriterebbe una maglia da titolare)

Altra prestazione super di Acerbi al centro della difesa. Dopo l'ottima partita in marcatura su Piatek, è arrivata quella su Dzeko in un derby caldissimo. L'ex difensore del Sassuolo non ha lasciato nulla al caso, ma soprattutto non ha lasciato spazio e libertà di agire all'attaccante dei giallorossi. Il classe '88 è ormai una costante, se la meriterebbe una maglia da titolare in Nazionale? Diciamo proprio di sì.

5) Roma, una squadra che ha perso la propria identità difensiva dopo le cessioni

Nella scorsa stagione, la Roma subì solo 28 gol in campionato, risultando essere la seconda miglior difesa della Serie A. Oggi, dopo lo 0-3 nel derby, la Roma targata 2018-2019 ha subito invece 36 reti e il campionato non è ancora finito... Ma se la difesa non è cambiata, come è possibile questa involuzione? Le scelte della dirigenza sono state importanti l'estate scorsa, con le cessioni dei vari Alisson, Strootman e Nainggolan. Per molti, tutt'ora, sono stati addii che non hanno avuto un grosso impatto nella stagione, ma l'analisi deve essere fatta a 360°, perché è normale che una squadra faccia fatica una volta rimasta senza spina dorsale. Ecco spiegata una fase difensiva meno attenta rispetto a quella della passata stagione. Non è un problema di singoli, ma di atteggiamento di una squadra che, a conti fatti, non ha ancora imparato a giocare insieme.
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