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Allarme razzismo, in arrivo nuove misure: colpiti i club che non collaborano

Simone Pace

Aggiornato 25/09/2019 alle 11:53 GMT+2

Cancellazione della responsabilità oggettiva per le società che contribuiscono in maniera concreta alla lotta contro ogni forma di discriminazione, pugno più duro per i club che sottovalutano gli episodi: sono i punti all'ordine del giorno del vertice tra il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il numero uno della Figc Gabriele Gravina e il presidente della Lega Serie A Gaetano Miccichè.

Romelu Lukaku, Antonio Candreva, Inter, Serie A 2019-2020

Credit Foto LaPresse

Lukaku a Cagliari, Kessie a Verona, Dalbert a Parma. Le prime giornate di campionato hanno purtroppo fatto registrare nuovi episodi di razzismo sui campi di calcio: passano gli anni, ma la storia non cambia e quei buu insopportabili trovano cittadinanza in tutti gli stadi d'Italia, da nord a sud. E le contromisure, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno efficacia: i responsabili rimangono sostanzialmente impuniti e il problema si ripresenta con imbarazzante regolarità stagione dopo stagione. Uno scenario preoccupante che ha spinto i vertici di politica e calcio a sedersi intorno a un tavolo per studiare adeguate contromisure: di questo parleranno il presidente della Figc Gabriele Gravina, il ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora e il presidente della Lega Serie A Gaetano Miccichè. L'obiettivo è fare fronte comune anche a costo di introdurre "misure impopolari" per usare le parole del ministro.

Nuove misure in arrivo: ecco cosa può cambiare

  • Niente responsabilità oggettiva per le società che collaborano. Il termine di paragone è il comportamento della Juventus emerso dall'inchiesta giudiziaria che ha portato all'arresto di 12 ultras bianconeri. Ai club che si dotano di un codice etico e di un sistema disciplinare interno volto a prevenire episodi che vanno contro ai principi di lealtà e correttezza e - soprattutto - a prendere provvedimenti adeguati nei confronti dei tifosi che si rendono protagonisti di cori o ululati razzisti, non verrà applicato il criterio della responsabilità oggettiva.
  • Pugno duro con chi non collabora o sminuisce. Non saranno più accettate giustifiazioni che si è solito ascoltare all'indomani di episodi di razzismo come "si tratta di pochi imbecilli", "non è giusto generalizzare", "la stragrande maggioranza dei tifosi non è così" e così via. Oltre che collaborare in maniera concreta, le società dovranno evitare in qualsiasi modo di sottovalutare il problema (ricordate, ad esempio, l'ambiguo comunicato del Verona dopo i buu a Kessie?)
  • Stop al concetto di percezione. Il razzismo non si misura un tanto al chilo, il razzismo è razzismo in quanto tale e come tale va combattuto. A questo proposito, e come già si è visto durante Atalanta-Fiorentina di domenica scorsa, la Figc ha introdotto una procedura di sospensione più snella: una misura giusta ma ancora insufficiente per affrontare di petto il problema.

Le parole di Gianni Infantino

All'indomani del caso Dalbert che ha portato alla sospensione per 3 minuti di Atalanta-Fiorentina domenica scorsa al Tardini, anche il presidente della Fifa Gianni Infantino avea usato parole dure per descrivere il caso italiano:
Abbiamo assistito, nel campionato italiano, a un nuovo episodio di razzismo. Questo non è più accettabile. Dobbiamo dire no al razzismo, nel calcio e nella società, in nessuna forma. Non solo dobbiamo dirlo, dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo lottare contro il razzismo. Dobbiamo tenere il razzismo fuori dal calcio e dalla società, in Italia e nel resto del mondo
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Il presidente della Fifa Gianni Infantino

Credit Foto Getty Images

Malagò: "Certezza della pena e tolleranza zero"

"Su razzismo e violenza negli stadi ci deve essere certezza della pena e tolleranza zero". Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, intervenuto ai microfoni di Radio 24 nel corso di 24 Mattino, a proposito degli ultimi episodi di razzismo nel calcio italiano e l'allarme lanciato dal presidente della Fifa Gianni Infantino: "Bisogna mettere in condizioni le società di utilizzare impianti con tecnologie che permettono di controllare. Ho molto apprezzato Spadafora speriamo ci siano anche i fatti", ha aggiunto il numero uno dello sport italiano.
Zoro fu il primo calciatore vittima di episodi di razzismo in campo, sono passati 15 anni e siamo ancora lì. C'erano nazioni che stavano peggio di noi su razzismo e violenza negli stadi, ma hanno migliorato controlli e impianti. Se anche Antonio Conte, tornato dall'esperienza in Inghilterra, ha trovato le cose peggiorate, bisogna riflettere. La responsabilità oggettiva è un pilastro della giustizia sportiva e non solo del nostro Paese. Qualcuno deve essere garante, altrimenti nessuno paga perché non c'è il colpevole. Ho sempre avuto il coraggio di sostenere che questa cosa non è giusta, questo assioma va rivisto, ma al tempo stesso penso che, se i club non vengono messi nelle condizioni di individuare i responsabili con strutture all'avanguardia, è tutto molto complicato

L'ultima vergogna durante Sampdoria-Torino

La quarta giornata di Serie A andata in scena il passato weekend non ha lasciato in eredità solo il caso Dalbert, ma anche la vergogna di Sampdoria-Torino. Durante il match di Marassi un tifoso blucerchiato di 35 anni è stato pizzicato dalle telecamere interne di Marassi mentre era intento a mimare il gesto di un aeroplano, con chiaro riferimento alla tragedia di Superga del 4 maggio 1949. L'uomo, che non ha precedenti penali, è stato identificato dalla Digos che lo ha segnalato alla questura di Genova: per lui è scattato un Daspo di 2 anni durante i quali non potrà assistere a manifestazioni sportive.
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