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Boban: "Il nostro lavoro al Milan è stato rivalutato. Manca un 30% per diventare grandi"

Luca Stamerra

Pubblicato 12/08/2020 alle 22:28 GMT+2

Altra intervista per Boban che si prende qualche merito per il grande finale della stagione del Milan. Per l'ex dirigente rossonero sono state gettate le basi per un importante percorso di crescita... La svolta? Sicuramente l'arrivo di Zlatan Ibrahimovic.

Zvonimir Boban

Credit Foto Getty Images

Dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa, è tornato a parlare Boban che, al Corriere del Ticino, si dice felicissimo per come i rossoneri hanno chiuso la stagione. “Licenziato” perché contrario all'arrivo di Rangnick, e a diverse idee della società, l'ex dirigente del Milan si prende un po' di meriti rispetto al bel finale di stagione visto.
Il Milan ha avuto bisogno di due giocatori di esperienza e di un po’ di tempo. Le scelte che avevamo fatto a suo tempo adesso sono state capite. E il nostro operato è stato rivalutato. Ecco, sono davvero orgoglioso di questo. Il Milan adesso ha la base per tornare ai vertici e a quello che deve essere, una società vincente e di assoluto livello. Se qualcuno si è scusato? Non importa, è importante piuttosto che la squadra che abbiamo costruito un futuro migliore rispetto agli ultimi anni

Ibrahimovic?

Ibra è un fenomeno e con lui è cambiato tutto. Ha fatto la differenza da solo, ma al di là di questo lui migliora tutti quelli che gli stanno attorno. Come fa? Beh, è intelligentissimo, vede il gioco prima degli altri. Rebic, per contro, ha fatto cose straordinarie dopo aver ingiustamente sofferto all’inizio della sua avventura. Siamo rimasti tutti sorpresi dai miglioramenti fatti e dalla continuità di rendimento ad altissimo livello. Parliamo pur sempre di un vicecampione del mondo, un giocatore di esperienza e carattere
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Zlatan Ibrahimovic

Credit Foto Getty Images

Cosa manca al Milan per diventare grande?

Credo che per essere competitivi e forse vincenti serva ancora un 30-40%

Più difficile l'addio da calciatore o da dirigente?

Ovviamente da giocatore, quelle emozioni sono irripetibili. Io amo anche l’ufficio, ma il magico quadrato verde è un’altra cosa. Ed è normale sia così
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