Coronavirus, Nicchi: "Il calcio potrebbe ripartire senza VAR"
Aggiornato 06/04/2020 alle 18:08 GMT+2
Il presidente dell'Aia Marcello Nicchi è stato intervistato a La Domenica Sportiva, ed ha espresso le sue perplessità riguardo l'impiego della VAR qualora il campionato dovesse riprendere. L'utilizzo di tale tecnologia andrebbe a compromettere le regole sul distanziamento sociale imposte dall'emergenza Coronavirus.
Il presidente dell’Aia Marcello Nicchi si dice dubbioso rispetto alle ipotesi di ripresa del campionato discusse negli ultimi giorni. Il Coronavirus ha imposto il blocco di tutti i campionati calcistici italiani e messo in ginocchio l’intero paese.
A La Domenica Sportiva, Nicchi ribadisce la grandezza del nemico che l’Italia sta affrontando da mesi, ed evidenzia le difficoltà organizzative che sorgeranno presto, quando la Serie A si mobiliterà per riprendere le competizioni. Basti pensare al capitolo VAR, una tecnologia che oggi i tifosi danno per scontata, ma che a causa delle misure di tutela contro il Coronavirus risulterebbe in dubbio al momento di far ripartire il campionato:
C’è questo rischio e potremmo essere costretti a farlo. Oggi per la VAR si usano ambienti angusti, ci sono operatori che lavorano vicini ad altri e non si può sapere chi ha frequentato chi. Si corre il rischio che non ci siano le dovute distanze di sicurezza. Io mi auguro che la cosa non accada, ma potrebbe anche sorgere questo rischio. Se non si dovesse ripartire con la VAR, sarebbe perché siamo alle prese con un’emergenza sanitaria.
Il distanziamento sociale, regola d’oro ai tempi del Coronavirus, impedirebbe dunque l’utilizzo della VAR. Ma nonostante questa sia una fra le tante previsioni sugli scenari post-Coronavirus, Nicchi vuole rimarcare con forza che il calcio, come tutti gli altri sport, si trova ancora in una fase di stallo. Gli arbitri dunque, non possono far altro che aspettare:
Sento parlare come se il campionato dovesse ricominciare domani, ma non ho sentito alcuna proposta seria riguardo alla classe arbitrale. Gli arbitri sono pronti, rispettano le disposizioni, stanno lavorando in videoconferenza con gli organi tecnici, ma prima di passare a una fase due c’è da preoccuparsi. Gli arbitri si muovono da soli con treni e aerei e frequentando aeroporti e stazioni sono maggiormente a rischio. Andrà ponderata ogni cosa, non possiamo mandare gli arbitri allo sbaraglio. Per ripartire chiederò di sapere quali sono le garanzie offerte.
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