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Inchiesta ultras Juventus, per la prima volta Daspo decennali per i capi

DaLaPresse.it

Pubblicato 27/09/2019 alle 21:57 GMT+2

Una pioggia di Daspo, alcuni dei quali dalla durata 'storica' per il calcio italiano. Sono le conseguenze dell'inchiesta 'Last Banner', portata avanti dalla procura di Torino e che ha coinvolto esponenti di spicco dei gruppi ultras della Juventus. Il blitz era scattato il 16 settembre, dopo un anno di indagini. La grande novità è che dei 38 Daspo irrogati quattro sono decennali.

Lo striscione dei Drughi, uno dei gruppi ultras storici della Juventus, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Una pioggia di Daspo, alcuni dei quali dalla durata 'storica' per il calcio italiano. Sono le conseguenze dell'inchiesta 'Last Banner', portata avanti dalla procura di Torino e che ha coinvolto esponenti di spicco dei gruppi ultras della Juventus. Il blitz era scattato il 16 settembre, dopo un anno di indagini. La grande novità è che dei 38 Daspo irrogati dal questore Giuseppe De Matteis quattro sono decennali. Ovvero la massima durata consentita: per i colpiti, niente stadio fino al 2029. Effetto della nuova normativa, introdotta dal decreto Sicurezza bis, che eleva fino a 10 anni il divieto di accesso alle manifestazioni sportive. I destinatari dei Daspo decennali sono il capo dei gruppi ultras 'Drughi', Dino Mocciola, e del leader storico di 'Tradizione', Umberto Toia, con anche 10 anni di obbligo di comparizione. Agli stessi sono stati applicati anche i divieti introdotti dal decreto sicurezza bis, sussistendo a loro carico condanne pregresse per delitti non colposi. Anche due dei più stretti collaboratori di Mocciola, Salvatore Cava e Domenico Scarano, sono destinatari di Daspo della durata di 10 anni con obbligo di comparizione della stessa durata.
Quindici, sui 38 totali, i Daspo con obbligo di firma: 12 nei confronti di coloro a cui è stata applicata una misura cautelare e tre nei confronti di persone denunciate in stato di libertà ma già destinatari di Daspo pregressi. Sono 12 i Daspo con obbligo di comparizione, irrogati nei confronti dei soggetti, cui sono state applicate misure cautelari per il reato di estorsione e, per alcuni di loro, anche per associazione a delinquere e auto riciclaggio. I restanti otto provvedimenti hanno una durata che va dai 7 ai 6 anni. Sono, invece, 23 i Daspo senza obbligo di comparizione, tutti con durata quadriennale, emessi nei confronti di persone indagati in stato di libertà per violenza privata o associazione a delinquere. Dei 38 ultras raggiunti dal divieto, 12 erano già stati colpiti da provvedimenti precedenti, mentre per 26 si è trattato della prima irrogazione.

Il capo della Digos: "Il nostro lavoro non è finito"

Il capo della Digos, Carlo Ambra, ha avvertito: "Il nostro lavoro non è finito. Proseguiamo con la massima attenzione. 'Last banner' è stata un'operazione a 360 gradi, monitoreremo qualsiasi tipo di infiltrazione antigiuridica e illegale all'interno della Curva". Barbara De Toma, dirigente della Sezione anticrimine, sottolinea l'innovazione dei provvedimenti che danno, "sulla base dell'ultima normativa, la possibilità di dare un Daspo fino a 10 anni e di applicare anche nuovi divieti che fino a ora era possibile applicare soltanto alle misure in prevenzione personale. Questo mette in evidenza la possibilità per il Questore di adottare misure sempre più incisive".

Applausi anche per il Daspo della Roma a chi insultava Juan Jesus

E, sempre in tema Daspo, in tantissimi applaudono la Roma per la tolleranza zero mostrata nei confronti di un utente che ha indirizzato via social insulti a sfondo razzista a un giocatore giallorosso. Il club ha annunciato di aver deciso di bandire a vita la persona "che ha inviato insulti razzisti disgustosi a Juan Jesus, attraverso un messaggio diretto". Lo stesso difensore brasiliano aveva reso pubblici gli screenshot dei vergognosi messaggi ricevuti. "Abbiamo segnalato l'account alla Polizia e a Instagram. La persona responsabile sarà daspata a vita dalle partite della Roma", ha comunicato la società capitolina. Decisione sostenuta anche dal premier Giuseppe Conte che ha invitato a proseguire con il pugno di ferro: "Chi ha insultato Juan Jesus non ha alcuna passione per lo sport: che stia fuori a vita dagli stadi sportivi". E il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha sottolineato: "Mi congratulo con la Roma per la decisa azione di contrasto alla discriminazione messa in atto di concerto con le forze di Polizia. Siamo sulla strada giusta per allontanare i razzisti e i violenti dal nostro mondo".
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