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Lotito sfida la Juve: "Sì a uno spareggio secco per lo Scudetto. Alla Lazio non conviene giocare..."

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 27/04/2020 alle 10:00 GMT+2

In un'intervista a Repubblica, il presidente laziale Claudio Lotito ha esposto la sua linea di pensiero sulle prospettive di ripartenza del campionato itlaliano, fermato dall'epidemia di Coronavirus. Il nuovo Dpcm fissa la ripresa degli allenamenti di Serie A al 18 maggio, e avvia ufficilamente la fase 2 per il nostro Paese.

Un abbraccio fra Claudio Lotito e Andrea Agnelli durante la finale di Supercoppa Italiana giocata da Lazio e Juventus lo scorso 22 dicembre 2019, Imago

Credit Foto Imago

Intervistato da La Repubblica, Claudio Lotito interviene a proposito della ripresa degli allenamenti, annunciata la sera del 26 aprile dal premier Giuseppe Conte. Il 18 maggio riprenderà la preparazione delle squadre di Serie A, anche se Lotito aveva già dichiarato di voler riprendere immediatamente un mese fa, sostenendo l’idoneità dell’impianto di Formello. Il presidente laziale, a tal proposito, non sembra voler ritornare sui propri passi, ha fiducia nelle sue strutture e ha fretta di ricominciare:
Mi chiamano Lotito il virologo, lo scienziato, ma alla Lazio ho una struttura eccellente. Ho già tamponi e test sierologici. E ho fatto avere le mascherine anche a qualche presidente. A Formello ho il cardiologo, l’internista, l’otorino e l’urologo, perché cose come il varicocele una volta si scoprivano al militare. Sono in grado di fare la sanificazione anche subito, la mia azienda lavora negli ospedali.

"Alla Lazio non conviene giocare..."

Lotito è stato uno dei presidenti che si sono maggiormente animati sul tema del ritorno alle competizioni: la posta in palio è altissima, uno scudetto da contendere alla Juve. Ma il presidente biancoceleste allontana le accuse di chi sospetta che i suoi discorsi siano guidati dalla convenienza:
Ma se non si gioca più io sono già in Champions e risparmio quattro mensilità di stipendi. Avrei la convenienza a non giocare, ma io ragiono di sistema. Altri no. Noi avevamo fatto una scelta, ritenendo di non potercela giocare su tre fronti avevamo sacrificato l’Europa League, visto che per orari e spostamenti era la competizione più scomoda. Così avremmo giocato una volta a settimana mentre gli altri giocavano due volte. Se si ripartisse giocheremmo tutti due volte a settimana, perderemmo un vantaggio. Ma io ragiono nell’interesse di 20 club.

"Playoff? Non con Inter e Atalanta coinvolte. Meglio lo spareggio..."

Poi, con gli occhi puntati alla vetta di una classifica congelata, lancia una provocazione:
Oggi sono a un punto dalla Juventus, ma all'andata ho vinto 3-1 e anche in Supercoppa Italiana l'ho battuta 3-1. E dovevamo ancora giocare il ritorno. Per equità una squadra come l'Inter, che ha 8 punti in meno di noi, o l'Atalanta, che ne ha 14 in meno, mi dica lei se devono essere coinvolte. Spareggio secco? Lo accetterei, ma non mi sono mai posto il problema.
Lotito non risparmia le critiche nemmeno verso gli esperti:
"In Lega ho ascoltato le considerazioni di cosiddetti esperti, consulenti medici delle squadre. A chi di loro ci sconsigliava di riprendere gli allenamenti, ho chiesto che me li vietassero, ma su presupposti scientifici. Invece mi dicevano che figura facciamo di fronte ai morti? Io gli ho spiegato la natura del virus — prima di fare altro, ho studiato medicina e pedagogia — e ho detto che mi sarei aspettato i test sierologici, utili a vedere chi il virus lo ha già avuto, oltre al tampone che verifica solo lo stato del momento.
E riguardo le perplessità di natura etica sollevate dagli esperti, il proprietario laziale risponde solo parzialmente, parlando di tamponi:
Ai miei dipendenti ho fatto un’assicurazione individuale. Come Federazione abbiamo rappresentato la possibilità di avere accordi con il Campus biomedico di Roma e altre strutture private o pubbliche, non leviamo tamponi a nessuno, e poi sono in numero esiguo quelli che ci occorrono: 40 tamponi a squadra per 20 società. Vanno fatti tre volte, a stare larghi sono 2500 tamponi.
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SS Lazio President Claudio Lotito

Credit Foto Getty Images

La polemica è servita anche per quanto riguarda la data scelta per la ripresa del campionato.
"E perché una data è meglio di un’altra? Ha uno studio di cui non siamo a conoscenza? Il campionato ripartirebbe a porte chiuse, ci sarebbero 70, 80, forse 90 persone oltre alle squadre: basta fare i controlli anche a loro. Io ho 2000 dipendenti che vanno a lavorare per 1600 euro al mese nei reparti Covid. E non si è ammalato nessuno, perché ho preso per tutti mascherine Ffp3 prima ancora che scoppiasse l’epidemia, oltre a guanti, occhiali e tute. Piuttosto, perché lo Stato ha mandato medici e infermieri negli ospedali senza adeguati presidi di sicurezza?
Infine, sulla spinosa faccenda dei diritti tv:
Qualcuno dei 20 club si è astenuto quando abbiamo messo ai voti l’ipotesi di andare a recuperare i soldi. Mi chiedo perché. Se c’è un contratto, e il nostro è blindato, le tv devono adempiere. Molti club hanno già ceduto il credito alle banche facendoselo anticipare: ora c’è una scadenza e abbiamo un cliente che dice di non voler pagare. O chiede sconti senza senso. Se le tv pensano di avere ragione, paghino e poi richiedano i soldi. Sennò sono inadempienti. Io non ho chiesto cassa integrazione e in attesa di conoscere l’entità del danno non ho preso decisioni: ma se non ci paga più nessuno, non posso mica far saltare la società.
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