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Marchisio dice addio al calcio: "Non conta l'età, conta quello che senti dentro. Grazie Juve"

Luca Stamerra

Aggiornato 03/10/2019 alle 22:52 GMT+2

A soli 33 anni il centrocampista ex Juventus, l'anno scorso allo Zenit, dice addio al calcio giocato con una conferenza stampa all'Allianz Stadium. "Il perché? Sentivo di non poter giocare più al mio livello".

Marchisio Juventus-Palermo

Credit Foto LaPresse

Claudio Marchisio dice basta. La notizia era già nell’aria, quando il classe ’86 aveva convocato una conferenza stampa all’Allianz Stadium proprio per comunicare il suo ritiro dal calcio giocato. L’anno scorso l’addio alla Juventus per approdare allo Zenit San Pietroburgo, ma il 33enne ha deciso di non continuare considerando le condizioni fisiche non perfette a causa di tanti infortuni patiti durante gli ultimi anni.
Avrete immaginato il perché vi ho chiesto di venire qui oggi. Ho deciso di ritirarmi, è stata una decisione difficile, ma ponderata. Ho scelto un luogo come questo per annunciarlo. Volevo farlo a casa mia, ma non ci stavamo tutti quanti, quindi ringrazio la Juventus che mi ha concesso questo luogo speciale. Ho passato una notte insonne, ho scelto la parola Sogno per descrivere questa mia avventura. Il sogno di un bambino, il sogno di un ragazzo che intuisce di avere talento insieme a compagni che talento ne avevano, ma non tutti potevano arrivare a coronare questo sogno. Serve anche la dedizione, il lavoro e la fortuna. Io fortuna ne ho avuta tanta, a trovarmi al posto giusto, al momento giusto e prendere quel treno che passa una volta e avere sempre persone che mi hanno accompagnato e mi hanno regalato emozioni e momenti indimenticabili dentro e fuori dal campo. È stato un sogno che ho vissuto con tutto me stesso e quel me stesso l'ho messo in ogni allenamento, in ogni partita, in ogni società con cui ho giocato. La Juve, l'Empoli e poi lo Zenit

Durante l’estate la decisione: "Non conta l’età, ma cosa ti senti dentro"

Quest'estate per me è stato un periodo difficile, complicato. Perché ero dentro una riabilitazione e dentro di me era scattato qualcosa. Cercavo di recueprare, tornare in campo, ma mi rendevo conto che la mia testa voleva fare qualcsoa, ma il mio corpo non reggeva più come volevo. Lì cominciano le domande, vorresti dare tutto te stesso, essere quello che sei sempre stato, ma devi ragionare. E se non puoi dare quello che hai sempre dato era giusto arrivare a questa decisione. Non è importante l'età, è importante quello che senti veramente dentro

Ha ricevuto diverse offerte, ma ha voluto dire ‘basta’

Negli ultimi mesi sono arrivate anche offerte importanti da altri continenti e da altri Paesi dove c'era grande interesse, ma dentro di me sapevo che non potevo rispettare quello che è Claudio, ossia quello che voleva dare tutto se stesso. Da lì sono arrivato a questa decisione. Ritrovandomi qui mi arrivano grandi emozioni, perché dentro il mio sogno ho vissuto tantisismi momenti scritti qui vicino, al Museum. Tutt'ora c'è la mia prima medaglia, il mio primo Scudetto. Ho vinto tantissimo, con i miei compagni e queste emozioni rimarranno sempre dentro di me

Capitolo ringraziamenti

Voglio ringraziare tutti, in primis la mia famiglia che mi è sempre stata vicina, a mia moglie e ai miei figli. Sono un ragazzo cresciuto nella provincia di Torino che vedeva il mondo in Torino e sognava la sua squadra del cuore e ho realizzato questo sogno grazie alla mia famiglia. Sono molto emozionato, devo ammetterlo, ma adesso cambia tutto. Finsice una parte della mia vita e inizia un nuovo percoros. La mia famiglia mi ha insegnato che non bisogna avere paura del futuro, ma guardarlo con curiosità
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Claudio Marchisio - Juventus-Atalanta - Serie A 2011/2012 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Cosa farò da ‘grande’?

Non so cosa farò, negli ultimi anni ho portato attività extracalcio, ma non mi precludo niente. Non so se farò l'allenatore o qualche altra cosa. È giunto il momento di staccarmi, prendermi un po' di tempo per la mia famiglia. Ringrazio tutti, voi che siete qui ad ascoltarmi e tutte le persone che mi hanno regalato tanto
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