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Milan, tanti auguri a Kakà. L'extraterrestre venuto per aiutare i rossoneri a dominare il mondo

Luca Stamerra

Aggiornato 22/04/2020 alle 14:25 GMT+2

Non è un film di fantascienza o una sfida tra personaggi dei fumetti, è semplicemente il modo per celebrare un grandissimo del nostro calcio. Questo è stato per noi Kakà che, negli anni col Milan, ha regalato perle a tutta la Penisola e a tutta Europa. Il 22 aprile compie 38 anni e, in attesa di capire cosa 'farà da grande', noi proviamo a ricordarlo per il grande calciatore che è stato.

compleanno kakà, MIlan

Credit Foto Eurosport

C'era una volta il Milan di Kakà... Vieni giù quasi una lacrimuccia ricordando quella macchina vincente che, dagli inizi degli anni 2000 fino al 2007, ha inanellato un successo dopo l'altro. Anzi, quel Milan - vien da dire - ha raccolto anche meno di quanto avesse realmente meritato. Uno degli artefici di quel Milan dei “Meravigliosi”, come veniva definito all'epoca, fu proprio il giovane Kakà. Arrivato in rossonero a 21 anni, quasi in sordina, sembrava un semplice prospetto, tanto che l'idea iniziale - una volta acquistato dal San Paolo - era quella di cederlo in prestito al PSG. Vedendolo però in allenamento, Ancelotti e il suo staff decisero di tenerselo stretto. Dalla partita contro l'Ancona in poi è stato un portento, un vero e proprio trascinatore di quel Milan. Kakà, oltre ai tanti trofei vinti con la propria squadra, si portò a casa un Pallone d'oro nel 2007, diventando l'ultimo giocatore a conquistarlo prima del dualismo Messi-Cristiano Ronaldo (interrotto solo da Modric poi molti anni dopo). In quegli anni, infatti, era Kakà il fenomeno, il miglior giocatore del mondo. Proviamo a ripercorrere la sua storia e alcuni dei suoi momenti più alti. Tanti auguri Kakà!
Uno dei più belli da vedere in azione. Sempre a testa alta (come Falcão, ma con maggiore ritmo), nel tiro ricorda un po' Rivelino. Ormai ai brasiliani atipici ci siamo abituati, la sua atipicità è un'altra. Dimostra che un brasiliano può essere un campione senza esser nato povero. Promette di trasformarsi in trequartista alla Platini, con diversa velocità d'esecuzione. Per ora si può definire un attaccante mascherato. È molto intelligente, sa quando prolungare l'azione individuale e quando servire il compagno. Dà il meglio arrivando lanciato agli ultimi 20 metri, sembra patire la marcatura stretta. Già a pochi mesi dal suo arrivo a Milanello di lui circolava un'immagine molto positiva: ragazzo molto serio, più maturo della sua età. I rischi che si smarrisca sono pochissimi. Ha tutto per diventare una stella mondiale (se non lo è già). Se al Milan inseguono Ronaldinho sono matti. Il vero affare è blindare Kaká (e ogni anno a Natale ricordarsi di chi l'ha segnalato). [Gianni Mura]
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Quando Ancelotti, la prima volta che vide Kakà, si mise le mani nei capelli salvo ricredersi...

Prima di Messi e Cristiano Ronaldo c'era Kakà...

1° settembre 2003. Pochi allenamenti nelle gambe e Ancelotti decide subito di schierarlo da titolare, nel Milan campione d'Europa. È il posticipo della 1a giornata di campionato, con il Milan che gioca contro la matricola Ancona. Beh, si può dire buona la prima per il giovane brasiliano che dopo pochi palloni toccati dà già una dimostrazione di tutto il suo potenziale. È vero, l'Ancona non è un test affidabile, ma lui si mette subito in buona luce. Basta vedere il pallone regalato a Cafù che fornisce l'assist a Shevchenko per il 2-0 (sombrero su Berretta e scatto a superare Di Francesco). Da lì è un Crescendo rossiniano per l'ex San Paolo che diventa titolare inamovibile di quel Milan che si consolida con il 4-4-2, con il rombo a centrocampo: Pirlo vertice basso, Kakà vertice alto alle spalle di Shevchenko e Inzaghi, e Seedorf e Gattuso ai lati del rombo. Contro l'Inter, nel derby, arriva il primo gol ed è un bel modo per aprire il suo score. In quel finale di 2003 segnerà 'solo' 4 gol, ma la qualità delle marcature è impressionante, basta ricordarsi la bomba fuori area in casa dell'Empoli o il gol al volo contro il Bruges. Ad inzio gennaio comincia a diventare davvero importante anche sotto il profilo realizzativo, tanto da trascinare il Milan che proprio in quel momento costruisce il suo vantaggio sulla Roma. A fine stagione vincerà il campionato e peccato per la Champions, con la disfatta di La Coruña.
Mai visto nella storia del Milan un giocatore così perfetto, entrato così pienamente dentro i meccanismi di squadra. Dopo un solo allenamento ho capito che questo era un ragazzo speciale, che con lui avremmo fatto un salto di qualità, ha cambiato la marcia del Milan. [Andriy Shevchenko]
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Kakà, Shevchenko - Milan-Roma - Serie A 2003-2004 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

L'anno dopo arriva la consacrazione definitiva, con il brasiliano che si trasforma in extraterrestre. Diventa, partita dopo partita, uno dei migliori giocatori in Europa. In campionato il Milan c'è nel duello con la Juventus, in Champions i rossoneri arrivano fino all'atto finale contro il Liverpool. Ad Istanbul i rossoneri giocano il loro miglior primo tempo della storia, con Kakà che disegna magie e sforna l'assist per il 3-0 di Crespo. Si sogna, già, anche il pallone d'oro per Kakà, peccato che quel Milan non vincerà mai la Champions, con il finale che già sapete.
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Kakà, Crespo - Milan-Liverpool - Champions League 2004-2005 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Altro giro, altro tentativo. La stagione 2005-2006 non fu un grande annata per il Milan: Kakà segna 14 gol in campionato e 4 in Champions, di cui uno bellissimo contro il Fenerbahce, ma non arriveranno trofei. Il riscatto ci sarà l'anno successivo con la 'vendetta' sul Liverpool. Suo l'assist per il 2-0 di Inzaghi, ma la sua fu una stagione monstre: in quella Champions fa davvero quello che vuole. Non solo gol (sarà capocannoniere con 10 gol), ma giocate da vero supereroe che lo porteranno a fine stagione a conquistare il Pallone d'oro, l'ultimo prima del tormentone Messi-Ronaldo-Messi-Ronaldo-Ronaldo-Messi. In quegli anni, se Kakà viveva una stagione positiva, ecco che il Milan aveva seria possibilità di conquistare qualche trofeo importante. Tre finali di Champions in 5 stagioni: è un Milan che domina il mondo.
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Kaka con il Pallone d'Oro nel 2007

Credit Foto Eurosport

Dal 2008 in poi, invece, fu in calo tutto il Milan. C'era bisogno di aria fresca, ma qualche risultato arrivava comunque... Grazie a Kakà! Real Madrid e Manchester City lo corteggiavano, fin quando lui decise di approdare in Spagna nell'estate del 2009 insieme a Cristiano Ronaldo. Fine dell'amore, anche se rientrò per la stagione 2013-2014 dove fu proprio lui a segnare l'ultimo gol dei rossoneri in Champions League.
Tutti mi dicevano la stessa cosa. 'Si, ha delle potenzialità, però non è velocissimo. In Italia potrebbe trovare difficoltà negli spazi stretti'. Non svelo i nomi dei miei informatori per evitare a tutti loro una brutta figura. Quando lo vidi la prima volta mi misi le mani nei capelli. Occhialini, pettinatissimo, faccia da bravo ragazzo, solo non vedevo la cartella con i libri e la merendina. Oddio, abbiamo preso uno studente universitario. Benvenuto all’Erasmus. Finalmente un bel giorno si presentò da noi per allenarsi. Prima domanda che avrei voluto fargli. 'Hai avvertito papà e mamma che oggi non vai a scuola?’. Poi però è sceso in campo e… Apriti cielo. Ma apriti per davvero… Con il pallone tra i piedi era mostruoso. Uno dei giocatori più forti che abbia mai allenato. [Carlo Ancelotti]

I 5 momenti chiave della carriera (al Milan) di Kakà

-01/09/2003: il debutto contro l'Ancona
-02/05/2004: l'assist per Shevchenko contro la Roma e il primo trofeo conquistato (lo Scudetto)
-25/05/2005: la finale persa contro il Liverpool ad Istanbul ma con un primo tempo da star
-23/05/2007: la finale vinta contro il Liverpool ad Atene con la vendetta perfetta
-11/03/2014: il suo ultimo gol europeo (all'Atlético), l'ultimo del Milan in Champions
Kakà? Uno con un nome così non potrebbe giocare nella Juventus. [Luciano Moggi]

Il dettaglio di Kakà al Milan

StagionePresenze/RetiTrofei conquistati
2003-200446 presenze e 14 retiScudetto, Supercoppa europea
2004-200551 presenze e 9 retiSupercoppa italiana
2005-200649 presenze e 19 reti-
2006-200748 presenze e 18 retiChampions League
2007-200841 presenze e 19 retiSupercoppa europea, Mondiale per club**
2008-200936 presenze e 16 reti-
2013-2014*37 presenze e 9 reti-
*rientrato dopo l'esperienza al Real Madrid
**a livello individuale ha vinto anche FIFA World Player e Pallone d'oro

La top 5 dei gol di Kakà

5) Milan-Inter 3-2: il gol della rimonta da 0-2 a 2-2

21 febbraio 2004. Dopo il successo nel derby d'andata, il Milan vuole replicare anche al ritorno. L'Inter però parte meglio e, con un po' di fortuna, trova due gol sugli sviluppi di corner: prima segna Stankovic, poi Cristiano Zanetti. Ma il Milan non ci sta e ad inizio ripresa ribalta tutto con Tomasson e proprio Kakà. Il brasiliano segna il gol del 2-2: raccoglie palla a centrocampo e se ne va, frazionando la fase difensiva nerazzurra. Come Mosè divise le acque, Kakà così divise centrocampo e difesa dell'Inter, prima del suo destro imparabile per Toldo. Imprendibile la sua conclusione, fu imprendibile nella sua fuga, con i nerazzurri rimasti a guardare - estasiati - la corsa del loro rivale. A completare la rimonta ci pensò poi l'ex Seedorf con un tiro da fuori.
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Kakà, Cordoba - Milan-Inter - Serie A 2003-2004 - Imago

Credit Foto Imago

4) Empoli-Milan 0-1: il gol della vittoria

6 dicembre 2003. Fino a quel giorno, Kakà aveva segnato solo due gol: quello all'Inter nel derby d'andata e quello contro il Bruges in Champions. Al Castellani fa anche panchina, con Ancelotti che gli preferisce Rui Costa nel ruolo di trequartista. L'Empoli, però, si difende bene e chiude tutti gli spazi. Al 74' il cambio decisivo, con l'ingresso di Kakà per Pirlo. Il brasiliano ci mette pochi minuti per adattarsi e all'81' scocca una freccia imprendibile per Bucci da oltre 30 metri. 1-0 Milan e primato in classifica consolidato.

3) Bruges-Milan 0-1: il primo gol in Champions

4 novembre 2003. Di gol in Champions, Kakà ne ha fatti tanti. Ed è davvero difficile riuscire a fare una classifica attendibile. Come non citare però il gol nel finale contro il Bruges, tra l'altro, il suo primo gol in Champions League. Quella fu una partita, in realtà, molto difficile per il Milan che a fine primo tempo perse Maldini per infortunio e Nesta per espulsione. Milan in 10 dal 37' ed è il Bruges a cercare il gol, andando vicino al vantaggio con Mendoza che colpì però la traversa nella ripresa. Tutto sommato, lo 0-0 sarebbe stato un risultato positivo per il Milan, ma all'86' ecco il break dei rossoneri. Anche il Bruges è stanco e il Milan gioca a piccoli passi: Kakà imposta per Cafù, il terzino aspetta il ritorno del connazionale che arriva in area e scarica un destro al volo vellutato che si trafigge sotto la traversa. Dany Verlinden può solo guardare e disperarsi perché i suoi avrebbero davvero potuto vincere quella partita. Non è il sinistro al volo di Zidane contro il Leverkusen, ma per gusto dell'estetica, il destro di Kakà resta un gol di rara bellezza.
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Kakà - Bruges-Milan - Champions League 2003-2004 - Imago pub only in ITAxGERxSUIxAUT

Credit Foto Imago

2) Milan-Manchester United 3-0: il gol che lanciò i rossoneri

2 maggio 2007. A quel Milan bastava un 1-0 per portare a casa la qualificazione, ma quella fu la “partita perfetta”. 3-0 secco e il Manchester United di Cristiano Ronaldo è eliminato. Il gol che fece partire tutto, fu proprio quello di Kakà che piazzò un sinistro imparabile per van der Sar, dopo la sponda di testa di Seedorf. Un misto tra potenza e precisione che fece partire la cavalcata delle valchirie dei rossoneri. Poi ci fu il gol di Seedorf, infine quello di Gilardino. Il Milan è in finale e si potrà vendicare del Liverpool.
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Kakà esulta sotto la pioggia, nel mitico 3-0 al Manchester United in semifinale di Champions League 2007, Getty Images

Credit Foto Getty Images

1) Manchester United-Milan 2-3: il gol del vantaggio con la difesa a fette

24 aprile 2007. Facciamo un passo indietro e ricordiamoci di quanto visto all'andata di quella semifinale. Lo United, in casa, schiera tutta la sua potenza di fuoco e vince 3-2, ma nel Milan c'è il solito Kakà show. Segna il gol del pareggio con un preciso sinistro, poi ammutolisce l'intero Old Trafford con una giocata che fece a fette l'intera difesa dello United. Colpo di testa a eludere la marcatura di Darren Fletcher, sombrero su Heinze e colpo di testa ad evitare il ritorno di Evra che si va a scontrare con lo stesso Heinze. Kakà si ritrova da solo con van der Sar e piazza il gol dell'1-2. Il resto è storia.
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Kaka face à Manchester United en 2007.

Credit Foto Getty Images

Questa, ovviamente, è una mia personalissima classifica, dettata dai ricordi e dalle emozioni che certi gol ci hanno fatto provare. Quali sono stati i vostri preferiti?

Dal "Non si vende Kakà" all'addio e il ritorno in rossonero

In quegli anni, ci fu spesso il tormentone Kakà in estate. Molte squadre europee provavano l'assalto al castello, ma il Milan cercava di blindare il brasiliano a suon di rinnovi (e adeguamenti economici). Nel 2009, però, il Milan fece il primo vero ridimensionamento. E nel gennaio del 2009 accettò una proposta da 100 milioni del Manchester City. Kakà è un passo dall'addio, manca solo la firma sul contratto. Un manipolo di tifosi, però, non ci sta e si presenta sotto casa del brasiliano, intonando “Non si vende Kakà”. Per il brasiliano era già stato inciso il “Siam venuti fin qua per vedere giocare Kakà”, modernizzando il coro dedicato a Weah, ma qui c'è qualcosa di più. I tifosi rossoneri chiedono con speranza, al proprio beniamino, di non lasciarli soli. Lui esce dalla finestra e si batte la mano sul petto e dice di no al City. Peccato che la luna di miele durò solo qualche mese e a fine stagione lasciò il Milan per approdare al Real Madrid. In Spagna passò 4 anni, ma non riuscì a conquistare la seconda Champions della sua carriera. Nel 2013 rientrò quindi al Milan, rimanendo comunque importante per la squadra rossonera. Certo gli obiettivi, ormai, non erano più gli stessi. Lui comunque arriva e supera quota 100 gol con quella maglia e segnerà anche l'ultimo gol dei rossoneri in Champions (nel 2014 contro l'Atlético).
Mi mancherà sentire il coro dei tifosi del Milan, il rapporto con questa società resterà sempre stretto. Sono e sarò sempre un tifoso del Milan, spero di mandare presto a Galliani dei messaggi con scritto che i campioni d'Italia e d'Europa siamo noi. Qui lascio tanti amici. [Kakà dopo il secondo addio]

La sua passione per il tennis, per la religione e il rischio di paralisi per un incidente in piscina

Da piccolo, oltre a praticare calcio, Kakà si dilettava nel tennis. Il brasiliano era un grande appassionato dello 'sport nobile', tanto che inizialmente sperava di intraprendere una carriera con la racchetta piuttosto che con un pallone. Fu uno zio, che lo portava sempre allo stadio, a convincerlo che avrebbe fatto maggior strada nel calcio. Resta comunque un grande tifoso di tennis e lo si vede spesso come spettatore ai grandi appuntamenti internazionali.
Penso che Dio abbia previsto una strada per ognuno di noi, ma questo non ci esime dallo scegliere, dal prendere le nostre responsabilità. [Kakà]
E veniamo al ruolo della religione, un ruolo importante nella vità di Kakà. Il brasiliano ha sempre affermato di essere fortemente credente, tanto da voler intraprendere la vita di pastore evangelico. La sua 'passione' per la religione arriva da un incidente che Kakà ebbe all'età di 18 anni. Nell'ottobre 2000, infatti, Kakà picchiò fortemente la testa sul fondo della piscina, riportando la frattura della sesta vertebra cervicale. Il rischio di rimanere paralizzato era altissimo, ma fu fortunato ad uscire quasi senza strascichi da quell'incidente. Si è sempre detto “graziato da Dio”, ed ecco perché nella sua carriera, ad ogni gol, alzava le braccia al cielo in segno di esultanza.
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Il bel messaggio di Kakà: "Mi sento italiano, siete un grande popolo: ne verrete fuori!"

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