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Genoa: chi è Gianluca Scamacca: il bomber che ha permesso all'Under 21 di andare all'Europeo

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 16/11/2020 alle 13:50 GMT+1

Romano di nascita e di crescita, ma olandese di sviluppo, è salito alla ribalta con la doppietta che ha permesso alla Nazionale Italiana Under 21 di Nicolato di staccare il pass per gli Europei di categoria con un turno d’anticipo. È grosso, forte tecnicamente e non ha paura di nessuno. Fa il titolare nel Genoa e si chiama Gianluca Scamacca.

Gianluca Scamacca ha segnato 6 gol in 11 presenze con la Nazionale U21, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Partiamo da un racconto, datato a metà degli anni ’90.
Il suo amico Romario gli ha detto: “È il momento per te di andare in Europa. Però, tu devi abituarti al calcio europeo in un altro modo. Non andare alle solite grandi di Spagna e Italia, vai dove sono stato io: nel Brabante”. Gli olandesi curano i fondamentali sulla palla, c’è poca pressione ti insegnano bene a giocare.
Questo pezzettino dello speciale di Federico Buffa sui mondiali del 1998 racconta dell’avvento sul calcio mondiale di Luis Nazario de Lima detto Ronaldo. Il suo amico Romario, dopo l’esperienza al Cruzeiro, gli aveva consigliato di andare in Olanda a farsi le ossa. E Ronaldo lo aveva ascoltato, sposando la causa del PSV Eindhoven. Da lì in poi, la carriera la conoscete tutti.
Della nostra storia di oggi lasciate perdere Ronaldo, ma focalizzatevi di più su come Romario dipinge l’Olanda calcistica. “Curano i fondamentali, poca pressione e ti insegnano bene a giocare”. Ecco, un italiano che questo percorso ha provato a farlo, ed ora sta raccogliendo i primi frutti del suo lavoro, è Gianluca Scamacca. L’italiano d’Olanda, o l’olandese d’Italia. Dopo un’infanzia trascorsa a casa sua, Roma, a 16 anni prende e parte per Eindhoven. Gioca, cresce e si fa ossa. Poi, non resiste e torna da noi. Ha iniziato la stagione 2020-21 con 6 gol in altrettante presenze tra nazionale e club. Sta emergendo, e la titolarità nel Genoa è qui che ce lo conferma. Gianluca Scamacca, l’olandese più italano che mai.
  • Magic moment Scamacca! Dal 28 ottobre (Genoa-Catanzaro) al 15 novembre (Lussemburgo-Italia) 6 gol in 6 gare ufficiali
Genoa-Cat. 2-12 gol
Samp-Genoa 1-11 gol
Genoa-Torino 1-21 gol
Genoa-Roma 1-31 assist
Isl-Italia U21 1-2-
Lux-Italia U21 0-42 gol
Media gol1 gol ogni 82'

Facciamo un passo indietro

A vedere la pagina transfermarkt di Gianluca Scamacca, ti viene un gran mal di testa. Alla voce “transfer history”, ovvero tutti i trasferimenti della sua carriera, la lista è già lunghissima. Talmente lunga che viene spontaneo domandarsi: “Ma Scamacca ha veramente 21 anni?”. La realtà delle cose, però, è molto più semplice della teoria. Il nativo della capitale ha impostato la sua carriera seguendo un credo ben preciso. “Voglio giocare e voglio migliorare. Se non gioco, o scorgo l’opportunità di crescere da un’altra parte: cambio”. Un po' alla Bobo Vieri, che ripeteva spesso la frase: “Se non giochi è molto facile: prendi e te ne vai”. Per cui non ti stranisci nemmeno molto a vedere che Gianluca è passato dalle giovanili della Lazio a quelle della Roma. Non ti sorprendi, e lui meno di te. Un passaggio voluto da Roberto Muzzi, storico attaccante anche della Lazio che, guarda un po’, era cresciuto nella Roma.
“Muzzi è stata la persona che mi ha fortemente voluto alla Roma (nei Giovanissimi Regionali, dei quali è tuttora l'allenatore, n.d.r.). Ci siamo incontrati una prima volta e, da tifoso, ho detto subito di sì. E' stato un attaccante importante, a lui devo tanto del mio percorso fatto fino ad ora, quasi tutto. Ha lavorato sulle mie lacune e mi ha insegnato i movimenti giusti”, dice Scamacca in un’intervista del 2018 sul portale di Red Bull.
Poi, dopo la Roma, Olanda. Così dal nulla, prende e se ne va. Però non si trasferisce ad Eindhoven per scappare dal nostro paese, ma più che altro per crescere. Lo ha ribadito molto spesso nelle tante interviste a cui è stato sottoposto dopo il suo rientro in Italia.
“Sentivo che avevo delle lacune da migliorare. Il calcio in Olanda è molto più tecnico ed offensivo. Non tattico come in Italia. L’allenamento è tutto con la palla e ad alta intensità. Poi, non si soffre la pressione. La pressione non c’è proprio”. Soprattutto in quest’ultima frase, accompagnata da un’espressione abbastanza eloquente, Scamacca fa capire quanto quel clima lo abbia aiutato a migliorare. A crescere anche in personalità. E non è un caso che a 17 anni abbia esordito nella Serie B olandese con il Jong PSV (giovane PSV), trovando l’esperienza che molti coetanei stentano ad avere nel nostro paese.
Poi, sempre seguendo il credo-Scamacca, un altro cambio. Ancora in Italia, a Sassuolo. Una piazza in ascesa.
“Appena ho ricevuto la chiamata del Sassuolo, non ci ho pensato due volte a dire di sì. È una squadra molto importante, che punta molto sui giovani e ultimamente sta facendo grandi cose”.
Forse queste sono parole un po' di circostanza, però restituiscono bene la mentalità del giovane romano. Vuole crescere in fretta, e per farlo non ha paura di cambiare situazione. Vince il Viareggio, segnando tre gol molto importanti. Soprattutto il rigore nella lotteria finale, e quando l’intervistatore gli chiede se il pallone era pesante, lui ribatte così: “Io sono andato lì: deciso, concentrato e pronto per esultare”. Abbastanza emblematico. Poi, la chiosa. Non ha vinto il premio individuale, ma non sembra importargli molto: “Il premio individuale non conta più di tanto”. È la star della squadra. Si atteggia come tale, ed ha quel qualcosa in più rispetto agli altri.
Ha 18 anni ma l’esperienza di un trentenne, ed infatti la Cremonese piomba su di lui. Lo prende in prestito, gli fa giocare quasi 15 presenze e gli permette di timbrare il primo gol da professionista. Il primo dei 18 gol realizzati finora con le squadre di club. A fine 2018 rientra in Emilia, ma sente ancora più voglia di confrontarsi con i grandi. E per farlo apre il link che aveva già cliccato tre stagioni prima: l’Olanda. Se ne va al PEC Zwolle e tocca l’Eredivisie: il massimo campionato olandese. In sei mesi mette insieme 10 presenze e zero gol. Non è ancora pronto, ma non è che ci siano grandi problemi. Torna in Italia a gennaio, e rimane sotto gli occhi di Roberto De Zerbi per tutta la parte finale della stagione 2018-19. Non gioca mai, ma i neroverdi non hanno assolutamente intenzione di cederlo. Se lo tengono stretto, e gli danno un’opportunità in Serie B: Ascoli.
L’Ascoli è una squadra della provincia italiana. Una delle tante che, a fatica, ogni anno cerca di trovare il suo spazietto nelle categorie minori. Meglio in B, che in Serie C. É la terra ideale per crescere, e non a caso il passaggio nelle Marche è comune a tanti suoi quasi coetanei: Favilli, Petagna, Orsolini, Cassata, Frattesi. Tutti passati da Ascoli.
La stagione non è facile: l’Ascoli si deve salvare, e poco altro. Però, in alcune situazioni diventa fin grottesca. I bianconeri cambiano quattro allenatori, con rispettivi allenatori in seconda, ma incredibilmente raggiungono l’obiettivo. Con un punto sulla zona playout, l’Ascoli si guadagna la permanenza in categoria. Un traguardo fondamentale, ottenuto con l’aiuto di chi là davanti ha insaccato 9 pesantissimi palloni.
Il ragazzo di Roma è sopravvissuto a tutti i cambi di guida tecnica. È il più giovane della rosa, ma i suoi 21 anni volano leggeri sul fango della Serie B. Segna solo gol decisivi, aprendo le marcature, decidendo le partite e pareggiandole in extremis. Affina la tecnica sottoporta (quella che gli aveva insegnato Muzzi), segna da fuori area, a tu per tu con il portiere, di testa e di piede. È il leader della squadra, e migliora giorno dopo giorno. Un progredire che lo porta alla cifra di 13 gol complessivi, e l’ennesimo viaggio viaggio di ritorno-andata. Ritorno perché rientra dal prestito, ma andata perchè i neroverdi lo mandano di nuovo in giro per l’Italia. Questa volta però nel massimo campionato italiano. A Genova, sponda rossoblù.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato da Gianluca, è la sua caparbietà. Quest’anno, sulla carta, era la quarta/quinta scelta tra gli attaccanti. Chi scriveva le previsioni di formazione in estate, sicuramente non metteva Scamacca nei titolari. Destro, Pandev, Pjaca e perfino Shomurodov – arrivato a fine mercato – gli stavano davanti. A novembre questi discorsi sono tutti finiti nel dimenticatoio. Scamacca è il titolare dell’attacco genoano, e, ad oggi, i compagni di squadra dovranno impegnarsi parecchio per rubargli il suo posto al sole.
In 4 giorni ha segnato due gol, diventando il terzo marcatore più giovane nella storia del derby della Lanterna dopo Icardi e Galante. Poi la doppietta in nazionale, per un comodo 4-0 al Lussemburgo che è valso la qualificazione agli europei di categoria.
È “on fire” come direbbero gli americani, e il bello deve ancora venire.
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Scamacca esulta dopo il gol nel derby Sampdoria-Genoa

Credit Foto Getty Images

Caratteristiche tecniche

Di Gianluca Scamacca quello che ti colpisce è la stazza. Vedendolo in amichevole con l’Under21, contro i pari età del Lussemburgo, sembrava un gigante tra i bambini. Però, a corredo di un fisico veramente statuario, quello che ti rapisce è la tecnica.
Non è il classico centravanti solo potenza e gioco in area, ma è perfettamente in linea con l’evoluzione del ruolo che gli chiede la modernità. Anzi, è quasi seconda punta per come si muove in campo.
Ama dialogare con i compagni, e associarsi nello stretto con i centrocampisti o gli esterni. Il suo modo di giocare è molto ampio. Muzzi, nella primavera della Roma, ha provato a levargli quella vena generosa che lo portava a fare lunghi ripiegamenti difensivi, però la bidimensionalità di Scamacca risiede anche in questo: dividersi tra area di rigore e trequarti offensiva, alternando buone fasi di non possesso.
Ai Mondiali U20 giocati con la nazionale italiana ha lavorato tantissimo in appoggio a Pinamonti. Non ha mai segnato, ma il suo lavoro da seconda punta è stato fondamentale sia per aiutare la squadra a risalire il campo, sia ad aprire spazi all’inserimento dei centrocampisti più offensivi. Essendo dotato di una buonissima tecnica di base, a cui abbina un buon uso del fisico, Scamacca è un ottimo appiglio per far avanzare la manovra in fretta e per vie centrali.
Poi, a tutto ciò, va aggiunta la grande coordinazione. Il centravanti del Genoa calcia benissimo in quasi tutte le situazioni. Da lontano, da vicino, con un tocco, a due tocchi: è difficile vedergli sbagliare una conclusione.
La sua evoluzione dovrà passare dal miglioramento e dalla collocazione in campo. Deve crescere nell’occupare l’area e nella presenza nel cuore della fase offensiva, ma non deve perdere l’abilità ad associarsi con i compagni senza per forza scimmiottare Ibra e le sue gesta Taekwondiane. L’ispirazione è importante, ma di Ibra ce n’è uno, ed i suoi miglioramenti nel decision-making offensivo e nella precisione dei suggerimenti sarà fondamentale per fargli fare l’ultimo step. Non è obbligatorio fare sempre la giocata decisiva, serve continuità. Per ora, Scamacca la sta ancora cercando, però la sua crescita ha preso una strada incontrovertible.
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