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Facciamo i conti. Locatelli e il prestito biennale gratuito alla Juventus: è mai stato usato?

Enrico Turcato

Pubblicato 21/08/2021 alle 11:21 GMT+2

Serie A - Il trasferimento dal Sassuolo alla Juventus del centrocampista della Nazionale é arrivato in seguito a una lunghissima trattativa, con una formula abbastanza inusuale. A chi conviene? Era mai stata utilizzata? L'obbligo di riscatto fa la differenza.

Focus Locatelli

Credit Foto Eurosport

Una delle operazioni più discusse e chiacchierate in questa sessione di mercato. Manuel Locatelli dal Sassuolo alla Juventus, dopo una trattativa estenuante e durata quasi due mesi. I due club, seguendo la volontà del calciatore, hanno parlato a lungo, cercando una formula che alla fine soddisfacesse entrambi. La società emiliana aveva necessità di vendere il centrocampista della Nazionale prima di settembre, quella bianconera non aveva liquidità a sufficienza per esaudire le richieste del Sassuolo, ma era intenzionata a chiudere per rinforzare la mediana a disposizione di Massimiliano Allegri.

La formula di Locatelli: prestito biennale con riscatto obbligatorio

Il comunicato ufficiale pubblicato sul sito della Juventus non lascia adito a dubbi. Locatelli è in prestito gratuito per due anni alla Juventus, con obbligo di riscatto incondizionato fissato a 37.5 milioni di euro tra parte fissa e bonus semplici. Questo riscatto inizierà ad essere pagato dal 2023. “Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver raggiunto un accordo con la società U.S. Sassuolo Calcio per l’acquisizione gratuita, a titolo temporaneo fino al 30 giugno 2023, del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Manuel Locatelli. L’accordo prevede l’obbligo da parte di Juventus di acquisire a titolo definitivo le prestazioni sportive del giocatore al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi nel corso della stagione 2022/2023. Il corrispettivo pattuito per l’acquisizione definitiva è pari a € 25 milioni, pagabili in tre esercizi. Inoltre, sono previsti premi cumulabili fino a € 12,5 milioni al raggiungimento di ulteriori obiettivi sportivi”.

Prestito biennale mai successo? Sì, ma non gratuito

I prestiti biennali sono ormai comuni da diversi anni nel calcio europeo e in particolar modo in quello italiano. È una sorta di “pagherò”, a volte per questioni economiche (tenere sotto controllo i bilanci e rimandare un pagamento), altre per esigenze tecniche (non perdere di vista il giocatore e magari riscattarlo). Gli esempi sono molteplici. Si può partire da Stefan Jovetic, prelevato dall’Inter nel 2015 con questa formula: prestito biennale dal Manchester City con obbligo di riscatto, un’operazione totale da 20 milioni di euro (3 per il prestito, 15 per il riscatto più 2 di bonus). Si può passare per Duvan Zapata, che nel 2018 si trasferí dalla Samp all’Atalanta con un affare inusuale: prestito biennale molto oneroso a 14 milioni di euro, con opzione di riscatto per altri 12 (per un totale di 26). E poi si può arrivare al recente Brahim Diaz: il Milan, dopo averlo avuto in prestito lo scorso anno, ha ottenuto un nuovo prestito biennale oneroso (3 milioni di euro, 1.5 a stagione) con diritto di riscatto fissato a 22 milioni di euro e controriscatto a favore del Real Madrid già stabilito alla cifra di 27 milioni di euro. Tutti i prestiti biennali, però, come testimoniano questi ed altri esempi, hanno sempre avuto una “fee” economica, una piccola cifra da versare per garantire l’operazione, da 1, 1.5, 2 o 3 o più milioni.

La differenza la fa l’obbligo

Analizzando l’operazione Locatelli, però, non si può che notare l’obbligo di riscatto, che in questo caso differisce da altre operazioni in prestito, che spesso hanno il “diritto” (e cioè la possibilità) di riscatto. Al primo punto nel campionato 2022/23 scatterà l’obbligo della Juventus, che quindi è già certa di dover versare quei soldi al Sassuolo a partire dal 2023. Tra l’obbligo e il diritto cambia molto, tanto che spesso i prestiti biennali con successivo obbligo hanno cifre molto basse, mentre si alzano inevitabilmente quando viene inserito nel contratto il “diritto” e quindi l’incertezza. Capita anche di frequente che i prestiti biennali, dopo la prima stagione, vengano interrotti o modificati, magari perché una delle due squadre decide di riscattare il giocatore. Una condizione che non si puó verificare nel caso di “obbligo”.

Operazione che conviene alla Juventus, ma anche al Sassuolo

Chiaramente questa operazione, considerando la richiesta iniziale del Sassuolo (40 milioni) e la concorrenza (diversi club inglesi erano interessati), è conveniente per la Juventus, che posticipa (come fatto in parte per Morata e Chiesa) il pagamento di due anni e si rinforza con un giocatore di prospettiva. La volontà di Locatelli ha fatto la differenza, così come ha fatto la differenza la data di scadenza del suo contratto con il Sassuolo: il 2023. Non rinnovando, infatti, il centrocampista ha un po’ messo con le spalle al muro il club neroverde, che per valorizzarne a pieno il capitale, era “costretto” a vendere il giocatore in questa sessione di mercato. E da qui si può notare comunque come l’affare assuma contorni positivi anche per il Sassuolo, che fa una plusvalenza importante (Locatelli è costato circa 13 milioni ai neroverdi in totale e ora viene rivenduto a 37.5 includendo i facili bonus), si assicura con “l’obbligo” il pagamento del giocatore, accettando di essere pagato successivamente dalla Juventus.
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Come cambia la Juve con l'acquisto di Locatelli

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