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Mihajlovic: "Ai tempi della Fiorentina ho picchiato due tifosi, mi dicevano zingaro di m..."

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Pubblicato 08/10/2021 alle 13:36 GMT+2

SERIE A - Il tecnico serbo, intervenuto al Festival dello Sport a Trento, rivive la sua esperienza alla Fiorentina: "Là ero proprio odiato da tutti. Ne ho picchiati due, uno in tribuna, l'altro in città. Quando sei dentro il campo e ti insultano, ok. Quando sei vicino non puoi fare finta di niente". Poi il toccante ricordo del ritorno in panchina dopo il primo ciclo di cure contro la leucemia.

Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna - Stagione 2021-22

Credit Foto Imago

"Io mi sono divertito a Firenze, perché per me era bello. La cosa più brutta è l'indifferenza. Se mi applaudono mi fa piacere, se mi fischiano non è che mi dispiace. Là mi fischiavano tutti, era bello proprio". Così Sinisa Mihajlovic, sul palco del Festival dello Sport a Trento, rivive con la sua solita schiettezza i tempi in cui era seduto sulla panchina della Fiorentina: "Lì erano i tifosi miei a dirmi zingaro di m...a. Per me era una soddisfazione. Là ero proprio odiato da tutti, adesso no. Ne ho picchiati due, uno in tribuna, l'altro in città. Quando sei dentro il campo e ti insultano, ok. Quando sei vicino non puoi fare finta di niente".

Sull'esperienza al Milan

"Per me è stato un onore essere l'allenatore del Milan e conoscere Berlusconi. Tra di noi non è andata troppo bene, forse anche per incompatibilità caratteriale, difficile che mi faccia mettere i piedi in testa. Il tempo passato con lui non potrò mai dimenticarlo. Quando lo vedo lo ringrazio, per me è stato sicuramente un periodo dal punto di vista personale ed emotivo molto, molto bello. Non finirò mai di ringraziarlo, sia lui che Galliani".

L'emozione di quella panchina a Verona

Mihajlovic parla anche del rientro a sorpresa sulla panchina del Bologna, in occasione della prima giornata della stagione 2019-20 sul campo del Verona. Un ritorno graditissimo e inatteso, considerato che il tecnico era reduce dal primo ciclo di cure contro la leucemia: "Ogni mattina facevo esami del sangue, dopo un ciclo di chemioterapia ti ammazzano i globuli bianchi e tutto, poi devono risalire - spiega Mihajlovic -. Giovedì avevo 250, sabato c'era la partita, quindi ho detto al dottore che non sarei stato così scemo da andare senza permesso. Il dottore mi ha detto: 'Se tu superi 500 globuli bianchi io ti lascio andare, anche se sono pochissimi'. Mi sono messo a piangere, gli ho detto che avrei parlato con i globuli bianchi. Al sabato mattina ne avevo 450... Mi sono di nuovo messo a piangere. 'Se io rimango qui muoio, se esco vedrai che ho 100mila globuli bianchi'. Ha capito la mia richiesta e mi ha lasciato andare. Era la prima volta dopo 40 giorni che facevo una camminata. Dalla stanza da letto alla macchina ci ho messo mezz'ora, facevo due passi e mi mettevo seduto. Avevo giramenti di testa e tutto".
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