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Serie A, Simon Kjaer: "Lo scudetto lo sento anche mio; Leao deve incidere sempre"

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Pubblicato 06/08/2022 alle 11:18 GMT+2

SERIE A - MILAN - Il difensore danese è tornato in campo in occasione di Marsiglia-Milan dopo il lungo stop dovuto all'infortunio. Ecco le sue parole rilasciate a SportWeek, inserto settimanale della Gazzetta dello Sport. Si parla di famiglia-Milan, di scudetto e dei suoi compagni di squadra, da Leao a Kalulu.

Simon Kjaer, di nuovo in campo in Marsiglia-Milan

Credit Foto Getty Images

Simon Kjaer è tornato. Dopo la lunga assenza dovuta all'infortunio subito nel dicembre scorso, il difensore danese ha rimesso piede in campo nelle amichevoli estive del Milan, e ora prende in mano il microfono e torna su quanto vissuto l'anno scorso, cercando di pensare anche al futuro prossimo dei rossoneri. Ecco le sue parole rilasciate a SportWeek, inserto settimanale della Gazzetta dello Sport.
"Non avevo mai sofferto un infortunio tanto grave e per la prima volta nella mia carriera dovevo affrontare un periodo in cui avrei lavorato da solo, lontano dal resto del gruppo. Mia madre mi disse: fai finta di essere un eremita, uno di quelli che vivono nella foresta, separati da tutto e tutti. Io mi sentivo proprio così. Sì, la società mi stava vicino, i compagni mi scrivevano incoraggiandomi, ma alla fine ero io a dovermi alzare alle 8 del mattino tutti i giorni per lavorare fino alle 8 di sera: terapia, rieducazione, da solo insieme al fisioterapista. Allora mi sono detto, se sembro un eremita, che sia così: taglierò la barba solo quando tornerò a lavorare con la squadra".

Il Milan è una famiglia

"Il Milan è davvero una famiglia e io voglio bene a tutti. Cosa mi ha rubato l'infortunio? Io so di aver dato una grande mano a vincere questo scudetto perchè è stata la conclusione di un percorso di crescita, tecnica e mentale, iniziato due anni e mezzo fa quando sono arrivato al Milan. L'anno scorso ho giocato solo 11 partite, ma lo scudetto lo sento mio. Lo abbiamo vinto tutti insieme. Abbiamo festeggiato come devono fare i campioni. Di solito tengo le cose dentro, ma ogni tanto sono capace di farle uscire".

Leao deve essere sempre decisivo

"Leao ha qualità straordinarie e perciò non può permettersi partite in cui si vede poco: deve essere decisivo sempre. Se riesce a fare questo salto, può diventare uno dei top cinque al mondo. Poi voglio vedere Origi: sono stato con lui a Lille, era un ragazzino, adesso mi aspetto un campione che fa la differenza perchè ha tutto per esserlo, velocità, fisico e piedi. Anche Bennacer deve crescere, ritagliandosi un ruolo importante".

Kalulu è esploso

"Pierre ha fatto una stagione fantastica. Dal mio punto di vista lui non è un rivale. Se io faccio il mio lavoro, se sto bene, c'è solo uno che può decidere, Pioli. Poi io posso arrabbiarmi con lui, ma non con Kalulu, Tomori o Gabbia perchè sono colleghi e uno di loro mi sarà al fianco in campo. Avrò bisogno di loro, del loro aiuto, quindi non potranno mai essere rivali. So che quest'anno non farò 45 partite. Ci saranno occasioni per tutti, ma ovviamente voglio giocare. Quando ci sarà il derby voglio giocare".
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