De Laurentiis: "L'anno scorso volevo la Champions. Giuntoli? Mi ha nascosto di essere juventino"

SERIE A - Il patron del Napoli a 360° in conferenza stampa: "Ho liberato Spalletti per riconoscenza, nonostante il contratto a nostro favore. Voleva un anno sabbatico per coltivare la terra, per fare il contadino. Dovevo tenere il punto, non pensavo avrebbe allenato subito. Mi viene il dubbio che Gravina l’avesse già contattato. Uscirà un film sullo Scudetto"

Aurelio de Laurentiis

Credit Foto Getty Images

Il patron del Napoli, Aurelio de Laurentiis, ha parlato in una conferenza stampa a sorpresa a Castel Volturno spaziando dai retroscena di mercato ai veri motivi degli addii di Cristiano Giuntoli e Luciano Spalletti.
"Mi sono assunto tutte le colpe, Spalletti aveva lo stesso contratto di Benitez. Nel mondo del calcio l’istituto giuridico dell’opzione non è capito, l’opzione è unilaterale. L’opzione, sia con Benitez, che con Spalletti, prevedeva un ulteriore anno e io entro un termine predeterminato avevo il diritto di esercitarla con una comunicazione scritta. Ad un certo punto, noi siamo andati in un ulteriore ritiro nel mese di novembre-dicembre, quando c’è stata l’interruzione per il mondiale. Siamo tornati e abbiamo fatto un gennaio e un febbraio meravigliosi, a marzo è arrivato un calo. Ricordiamoci tutti che la grande star dello scorso campionato era stata Kvara, che da marzo fino a novembre non ha più segnato. Perdere uno così ti può creare dei problemi, devo riconoscere a Spalletti che dopo un anno dove gli ho spiegato quali erano i personaggi che andavano contro il club, lui come Benitez ha deciso di dormire qui per essere concentrato. Lo vedrete confessato nel film che sto finendo di montare. Film che devo decidere se trasmettere nelle sale o anche allo stadio. Sto pensando di farlo uscire ad aprile e con una proiezione anche al Maradona".

Sull'addio di Spalletti

"Non posso capire quale siano state le motivazioni dell'addio di Spalletti. L'unica interpretazione non malevola che voglio dare è la volontà di lasciare da vincitore. Se avesse già pregustato di firmare un contratto con Gravina per la Nazionale, queste sono illazioni che non posso fare. Il 21 aprile, comunque, dopo le tre partite con il Milan, per dimostrare a Spalletti che ero assolutamente con lui, gli ho mandato giuridicamente l'esercizio dell'opzione, via pec. Questo era il modo giusto di fare le cose, anche se qualcuno ha visto male il fatto che avessi fatto questo rinnovo così. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio, quindi molto tempo dopo, dove eravamo io e Chiavelli, lui ci potesse comunicare di voler prendersi un periodo sabbatico, per tornare a fare il contadino in Toscana e coltivare la sua terra. Qualcuno si è chiesto il perché avessi cercato così tardi il nuovo allenatore, ma la risposta è chiara. Ho provato, in modo amichevole, ad andare avanti con Spalletti. Potevo andare allo scontro e bloccarlo, visto che avevo esercitato l'opzione di rinnovo. Avevo anche il dubbio che Gravina lo avesse già contattato, ma questo è un altro discorso. Il mio errore è stato quello di accettare la sua richiesta, per riconoscenza dopo aver riportato lo scudetto a Napoli dopo 33 anni".

Sulla scorsa stagione

"Ci sono rimasto male all'uscita dalla Champions perché mi aspettavo di vincerla. Se è andata in finale l'Inter a 20 punti da noi, perché non potevamo giocarcela noi. Vincere lo Scudetto importantissimo, ma pure la Champions...".

Su Giuntoli

"Quando ho preso Giuntoli, che veniva dalla Serie D, nessuno si è chiesto chi fosse. Lui è cresciuto per otto anni con noi, nascondendomi che fosse uno juventino sfegatato. Se l'avessi saputo, non l'avrei trattenuto. Io gli voglio bene e sarò sempre pronto a dargli una mano, ma certe cose non le tollero".

Su Dragusin

"Avevo messo più soldi sul tavolo, ma lui voleva andare assolutamente in Inghilterra. Non puoi combattere di fronte a questi fatti".

Sul futuro

"Penso al 2030, affinché questa società abbia i mezzi per competere economicamente con le squadre più forti al mondo. Qualcuno ci ha accusato per non aver investito sui giovani. In realtà abbiamo portato una seconda squadra (il Bari, ndr) dalla Serie D alle soglie della Serie A, tirando fuori giocatori di proprietà del Napoli come Cheddira e Folorunsho. Quest'anno chiuderemo il bilancio con 80 milioni di utile e una riserva di 140 milioni, ma non sono soldi che metto in tasca".

Su Kvara

"Ho chiamato il suo entourage tre mesi fa, ci siamo riuniti qui a Castel Volturno. Ho anche scritto quello che volevo fare per allungare il contratto, ma mi dissero che stavano bene a Napoli e di riparlarne a fine campionato".

Su Thiago Motta e Luis Enrique

"Thiago Motta era nella lista dei possibili sostituti di Spalletti. In una conversazione di sei ore a Roma, però, mi disse che puntava ad allenare delle squadre fuori dall'Italia, di cui non faccio nomi. Quando venne da me l'avvocato di Luis Enrique, parlammo per giorni, ma poi lui preferì il Paris Saint Germain. Ci sono dei club più blasonati del Napoli che attraggono maggiormente".

Su Rudi Garcia

"Mi sento dire delle cose che se fossi un allenatore farei causa, visto che gli è stato dato del bollito, così come a Mazzarri. Credo Garcia che sia stato il miglior allenatore della Ligue 1 in passato, arriva alla Roma e arriva due volte secondo, con dieci vittorie consecutive all'esordio in A. Poi è stato esonerato alla terza stagione, con uno spogliatoio non facile da gestire. Nel 2017/18 ha fatto la finale di Europa League con il Marsiglia, persa con l'Atletico Madrid. Nel 2019/20 ha fatto invece la semifinale di Champions con il Lione, eliminando la Juventus. Cosa ho sbagliato? Quando nel giorno della presentazione disse che non aveva visto le partite del Napoli non gli ho creduto. Poi però mi sono accorto che non utilizzava i nuovi acquisti e che voleva andare avanti per la sua strada. Gli ho dato delle possibilità, per non mandarlo via subito, visto che sennò si sarebbe detto che De Laurentiis fa sempre come vuole. Perché l'ho mandato via? Perché l'ultima partita, quella contro l'Empoli, gli ho fatto presente che secondo me stava sbagliando e lui mi rispose 'mi lasci fare'. Se uno risponde in quel modo o lo mandi a fan***o subito o stai zitto. Durante l'intervallo scesi nello spogliatoio e gli dissi 'ma che c****o stai combinando? Vuoi veramente farti mandare via?'. E alla fine è andata proprio così. Finita la partita l'ho mandato a fanc**o".

Sulle nuove riforme che vedrebbero la Serie A simile alla Premier

"Lo dico da 10 anni. L’Inghilterra è l’unica che fa un certo tipo di calcio che fattura in tutto il mondo, noi non ne vogliamo sapere. Perchè? Perché tanto i tifosi che vanno allo stadio portano voti politici e i politici non vogliono negargli l’ingresso allo stadio. Il problema è azzerare la Melandri, che ha rovinato il cinema e il calcio. Noi abbiamo svenduto il campionato a Dazn e Sky. Non siamo strutturati come un’associazione d’imprese, non siamo la Confindustria del calcio. Il problema non sono le 18 squadre, ma quali squadre. Abbiamo una colonna che compete per retrocedere e l’altra per i primi posti, questo sottrae competitività ai tornei. La democraticità dove sta? Solo quando fa comodo. Vogliamo copiare l’Nba? Nessuno retrocede e si dà la possibilità a tutti di migliorarsi. Così diventa un altro calcio. Per pulire questo mondo bisogna tagliare le cose con l’accetta".

Sulla Superlega

"Quando ho incontrato Perez ad Alicante, gli ho detto che aveva avuto il merito di lanciare un elemento scatenante con la Superlega. Quando ragioni come monopolio, sei antidemocratico. Perez ha avuto dalla corte europea la soluzione a tutti i problemi, si studia una competizioni che parta da 5 miliardi d’entrate e si arrivi a 100 miliardi d’entrate".

Sugli arbitri

"Mi ritengo libero e credo di essere ricco, non solo economicamente, anche di finanziare con i miei soldi il nuovo centro sportivo con 12 campi su 30 ettari che faremo nei prossimi 24 mesi. Ma sono un uomo libero. Degli arbitri non me ne frega nulla, facessero il loro mestiere. Arriverà un momento in cui anche Var, Uefa e Fifa dovranno ragionare in maniera diversa".
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Mazzarri: "La prima richiesta di ADL è stata ritrovare il gioco"

Video credit: Eurosport

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