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Abodi su Acerbi: "Spero sia in pace con la sua coscienza. Insieme per combattere il razzismo"

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Aggiornato 28/03/2024 alle 11:43 GMT+1

SERIE A - Il difensore dell’Inter è stato accusato da Juan Jesus di aver pronunciato insulti razzisti, ma il Giudice Sportivo non lo ha punito per mancanza di prove. L'ultimo commento arriva dal ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi.

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Non si è ancora spenta l'eco del caso Acerbi-Juan Jesus: la sentenza del Giudice Sportivo non ha portato ad alcuna squalifica per il difensore dell'Inter per mancanza di prove, ma il difensore del Napoli e tanti tifosi non hanno digerito la questione. L'ultimo commento arriva dal ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi: "Per come siamo usciti da questa vicenda mi auguro che chi abbia giudicato abbia avuto tutta le informazioni per giudicare e che Acerbi sia in pace con la sua coscienza. La sentenza è il frutto delle valutazioni di ciò che è stato riportato, per quanto in altre sentenze il dispositivo tecnico non ha avuto bisogno della prova certa per condannare, mi auguro come le informazioni messe a disposizione siano state sufficienti per un giudizio"
"Comprendo l’amarezza, ma bisogna fare uno sforzo nonostante questo per rimanere tutti insieme per contrastare un fenomeno come quello del razzismo", le parole del ministro a margine della del protocollo tra Sport e Salute e la Conferenza della Regioni e Province autonome sulla decisione del Napoli di non aderire alle compagne per combattere il razzismo della Lega Serie A.
Abodi parla di compattezza in un momento in cui l'intero calcio italiano appare decisamente disunito: "Certamente preoccupa la disarticolazione - continua lui -. Molto spesso si parla di sistema calcistico ma è evidente che un sistema abbia bisogno di armonia, anche nella differenza degli interessi e nella differenza delle posizioni. Quello che manca è la capacità di far emergere l'interesse comune. Un sistema così fallisce. E questo non è soltanto un dato legato ai fallimenti finanziari, ma anche al fallimento della credibilità, della reputazione. Spesso ci si nasconde dietro il fatto che la passione popolare sia inesauribile. Questo non deve essere una copertura rispetto ai problemi, ma un elemento di responsabilizzazione. Nonostante una crisi di questa natura che coinvolge oggettivamente anche il settore arbitrale, la gente va ancora allo stadio: bisogna rispettare questa passione. E questa attenzione non la noto oggettivamente. Altrimenti ci metteremo tutti a disposizione gli uni degli altri per presentarci nella maniera adeguata".
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