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Aurelio De Laurentiis: "La sentenza è svolta epocale. Ora facciamo la Serie Elite, con 14 squadre senza retrocessioni"

Daniele Fantini

Aggiornato 22/12/2023 alle 10:17 GMT+1

CALCIO, SERIE A - In una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport, Aurelio De Laurentiis dà pieno appoggio alla sentenza della Corte di Giustizia Europea contro il monopolio di Uefa e Fifa auspicando la creazione di un nuovo campionato nazionale. La Serie Elite comprenderebbe solo 14 squadre scelte per bacino di tifosi.

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Aurelio De Laurentiis è tra i presidenti italiani più caldi nel sostegno della Superlega. O di un sistema concorrenziale rispetto a quello tradizionale di Uefa e Fifa che possa massimizzare la resa economica del calcio internazionale. Da dieci anni spinge per una rivoluzione del sistema europeo, oggi possibile dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, definita come "un cambiamento epocale". All'interno di una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport, ADL spiega la sua visione che porterebbe alla creazione di un campionato Elite anche in Italia, composto da sole 14 squadre.
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«Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti - ha dichiarato De Laurentiis -. Se io investo centinaia di milioni per partecipare a un circo che distribuisce noccioline, non fa utili e mi costringe a giocare sempre di più per tenere in piedi un carrozzone improduttivo, il gioco non vale la candela».
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Aurelio De Laurentiis, Salernitana-Napoli

Credit Foto Getty Images

Una Serie A più grande ma meno produttiva: le "piccole" non sono competitive

«A catena molte croste sono destinate a saltare. Nel 1986 c’erano sedici club. Oggi sono venti e le entrate sono diminuite, anziché aumentare. Finché non si stabilisce che la maggioranza si calcola con il voto ponderale dei club, cioè dando più peso a chi fattura di più, nulla cambierà. Le piccole continueranno a egemonizzare la Lega con una logica sparagnina, perché il loro unico obiettivo è evitare la retrocessione. Questa sentenza ci esorta a cambiare regole».

La Serie Elite, 14 squadre scelte per numero di tifosi e senza retrocessioni

«Farei subito una serie E, dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio. Retrocessioni? No, non ci sarebbero, come il basket in America. Che ha i palazzetti strapieni. Vai a vedere i Lakers e non riesci a trovare un biglietto. Poi chiediti quanto incassano. E qualcuno obietta che il senso agonistico verrebbe a mancare. Non è vero niente».
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