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José Mourinho: "Se Dybala e Sanches non avessero tanti infortuni, non sarebbero alla Roma. Il calendario è un problema"

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Pubblicato 04/11/2023 alle 13:22 GMT+1

CALCIO, SERIE A - Alla vigilia di Roma-Lecce, José Mourinho è intervenuto in conferenza stampa, spaziando su diversi temi. Dalle condizioni di Dybala e Sanches, che "non sarebbero qui se non avessero una chiara storia clinica di infortuni", al problema di un calendario che "non è un alibi, ma una realtà". Ecco tutte le parole del tecnico portoghese in conferenza stampa.

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Alla vigilia della sfida di Serie A contro il Lecce, José Mourinho ha presentato l'impegno che attenderà la sua Roma all'Olimpico. Dopo tre vittorie consecutive, nel precedente turno di campionato la Roma è stata fermata dall'Inter, ma in casa i giallorossi vantano una striscia aperta di tre successi di fila. Discorso diverso invece per il Lecce di Roberto D'Aversa, partito benissimo con cinque risultati utili nelle prime cinque giornate e poi frenato da tre sconfitte nelle ultime cinque. Andiamo allora a scoprire insieme le parole di Mourinho nella conferenza stampa pre-partita.

Sulle condizioni di Dybala e Sanches

"Sanches e Dybala tornano in squadra, non in condizioni ottimali ma, secondo lo staff medico e i preparatori atletici, senza alcun rischio. Domani avremo comunque un Paulo a metà e 1/3 di Sanches. Questo è ciò che abbiamo bisogno di sentirci dire, anche i giocatori per avere la fiducia sufficiente per restare in campo seppur in condizioni non perfette. Renato e Paulo sono gli unici due "infortunati" che domani potranno darci una mano, gli altri invece restano out".
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Un commento sul Lecce

"Una buona squadra, fortissima in contropiede e con giocatori molto veloci sulle fasce, tanto a destra quanto a sinistra. Hanno soluzioni per cambiare durante la partita, con un bravo allenatore che sa organizzare la squadra anche dal punto di vista dell'organizzazione difensiva e della costruzione del gioco. Stanno facendo un buon campionato: tranne che col Napoli, il Lecce ha fatto risultato o ha lottato fino alla fine per fare risultato".

Sulle critiche post Inter-Roma e su cosa manchi rispetto alle altre big

"Non voglio entrare nel piano delle critiche e di progettare il futuro su ciò che manca o non manca. Dicendomi che mancano 5 titolari mi dici tanto, perché se mancano all'Inter, al Milan, alla Juve, all'Atalanta o alla Fiorentina 5 giocatori ci sono altri 5 titolari. Da noi invece non è così. Un giocatore che è infortunato non ha una storia clinica ma, come tutti gli atleti, in un momento determinato della sua carriera ha avuto un problema fisico. I giocatori con una storia clinica sono invece quei giocatori che hanno sistematicamente problemi, che si ripetono stagione dopo stagione. Sono due cose completamente diverse".
"Quando esiste una determinata storia clinica, è difficile recuperare: pensate a Gareth Bale, che è stato uno dei migliori al mondo per 4/5 anni ma, quando la sua storia clinica non gli permetteva di essere a disposizione, c'erano comunque altri giocatori per garantire alle sue squadre di restare al top. La Roma ha diversi giocatori con storie cliniche e io sono contento di averli eh, li ringrazio di averli, anche perché non posso averne altri, ma quando non ci sono è così e basta. Pensate che Dybala e Sanches sarebbero qui se non avessero alle spalle una determinata storia clinica? Sono molto esigente con me stesso e la cosa peggiore, per me, è non essere soddisfatto con me stesso, a causa di una frustrazione dovuta al fatto che io possa e debba fare meglio. Vivo davvero con difficoltà quando c'è questo sentimento, ma non è stato così dopo la gara contro l'Inter".
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Sul calendario che attende la Roma

"Il calendario lo conosciamo prima dell'inizio, perché tutti abbiamo 38 partite di campionato, qualcuna di Coppa Italia e qualcuna di Europa League. Ci sono squadre che hanno più potenziale per affrontarlo, altre che ne hanno meno e sono più in difficoltà. Se noi avessimo sei difensori centrali potremmo giocare anche ogni tre giorni, ma se ne hai quattro, che poi diventano tre o due, diventa tutto difficile. La parola alibi si usa dopo una sconfitta nel calcio, quasi mai anticipatamente. Io parlo del calendario dall'inizio del campionato, non dalla prima sconfitta o dal k.o. contro l'Inter, però capisco che nel calcio c'è tanta gente che è arrivata col paracadute e non è il suo mondo. Vengono qui per status, per politica, gente che non è nata e non è cresciuta qui, perciò a questo tipo di persone bisogna rispettarle per il loro status ma non vale la pena commentare le loro parole. Come se io mi mettessi a parlare di fisica atomica, produzione cinematografica o altro, non avrebbe senso.
"Allo stesso modo, questa gente non sa cosa voglia dire giocare ogni tre giorni oppure, e ciò sarebbe più grave, lo sanno ma fanno finta di non saperlo. In Lega c'è anche gente con storie di calcio alle spalle, che ha lavorato con varie squadre e sa cosa siano difficoltà e stanchezza, ma anche le complessità di organizzare una stagione. Il fatto che giochiamo in Europa e ogni volta siamo la squadra che soffre di più il calendario, beh se la Roma non pone questa domanda pubblicamente e a livello istituzionale sono io che devo farla, mettendomi qui davanti a voi e magari non dovrei farlo. In questo caso, magari sbaglio io nella mia grammatica calcistica, ma l'alibi è qualcosa che si utilizza dopo e, purtroppo, io parlo del calendario dall'inizio del campionato".
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