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Serie A - Le 5 verità di Napoli-Atalanta 0-3: Scamacca si fa bello per Spalletti, partenopei fuori dalla corsa Champions

Michele Neri

Aggiornato 31/03/2024 alle 10:32 GMT+2

SERIE A - L'Atalanta annienta il Napoli nel lunch match del Sabato Santo. Gli uomini di Gasperini restano in corsa per la qualificazione in Champions, i partenopei invece sono praticamente esclusi. Scamacca gioca una delle sue migliori partite da quando è in nerazzurro e lancia un segnale a Spalletti; Raspadori invece stecca. Show di Koopmeiners, bravi anche i due portieri italiani.

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Napoli-Atalanta, match valido per la 30a giornata di Serie A, si è concluso 0-3 al Maradona. Decisive le reti di Miranchuk, Scamacca e Koopmeiners. Vediamo insieme l'analisi del match in cinque punti distinti. Il trionfo in trasferta dà slancio alla Dea, ed è una mazzata per i Campioni d'Italia.

1) Corsa Champions: Napoli out, la Dea non molla

Quattro o cinque pass per la prossima Champions? Poco cambia per il Napoli, che dopo questa batosta subisce persino il sorpasso della Lazio e può dire addio al sogno della massima competizione europea. Lunedì infatti il Bologna può portarsi a +12, la Roma a +9, a 8 giornate dalla fine. Ma non è la matematica a condannare la formazione di Calzona, semmai la realtà dei fatti. I campioni d'Italia hanno poche certezze, dietro fanno acqua da tutte le parti, e non riescono ad essere costanti. Se non ci pensano Kvaratskhelia (il grande assente) e Osimhen, non c'è niente da fare. Al contrario, l'Atalanta, la Roma e il Bologna poggiano su basi molto più solide. La Dea ha annichilito i partenopei con una grande prova del collettivo e traendo beneficio da tutto il ventaglio di soluzioni offensive. Senza De Ketelaere, sono stati Scamacca, Pasalic e Miranchuk a fare la differenza. Poi sono entrati Koopmeiners e Lookman, e allora chapeau. Gasp mette così il fiato sul collo a De Rossi e Thiago Motta. L'Atalanta c'è ancora e ha le carte in regola. La vera incognita è il triplice impegno, che già ha condizionato le scorse prestazioni. Le semifinali di Coppa Italia contro la Fiorentina e la doppia sfida con il Liverpool possono far perdere terreno agli orobici?

2) Scamacca così è da Nazionale, Raspadori no

Napoli-Atalanta era anche la sfida a distanza tra due delle possibili punte della Nazionale ai prossimi Europei. Ma non c'è stata storia. Scamacca ha dominato, Raspadori invece è rimasto sempre nell'ombra ed è stato sostituito dopo 45'. I due ex Sassuolo non sono del tutto alternativi, hanno caratteristiche molto differenti. Eppure, entrambi hanno avuto passaggi a vuoto in stagione e dunque rischiano. I posti sono ancora tutti vacanti. Impossibile allora credere di poter andare in Germania senza questo Scamacca, che ha portato a spasso l'intera difesa partenopea ed ha messo in mostra il suo intero repertorio fatto di gol fenomenali, grande fisicità e classe sopraffina, anche in impostazione. L'Italia non ha altri centravanti con le sue caratteristiche, eppure non è stato convocato per le scorse amichevoli. Per convincere Spalletti gli basterà trovare maggiore costanza. E Raspadori? Né con Garcia né con Mazzarri né con Calzona ha convinto, la sua crescita si è un po' arrestata. Al Napoli non ha collocazione: contro l'Inter ha giocato al posto di Osimhen e non si è visto; contro l'Atalanta al posto di Kvara e non si è visto. Da stella più lucente del nostro firmamento a grande punto interrogativo, e agli Europei manca sempre meno.

3) Meret e Carnesecchi: quanta abbondanza per l'Italia

Se il calcio fosse giocato da soli portieri, la Nazionale farebbe incetta di trofei. Gigio Donnarumma e Guglielmo Vicario sono i primi due portieri dell'Italia ma, dietro di loro, la lista dei fenomenali interpreti italiani del ruolo è davvero infinita. E comprende di certo anche i nomi di Alex Meret e Marco Carnesecchi. Il "duello" a distanza durante Napoli-Atalanta è tanto bello quanto pieno di sfaccettature tecniche. In uscita Meret ha riflessi felini e impavido coraggio, tra i pali Carnesecchi è in versione muro. I padroni di casa non subiscono più di tre gol perché in porta c'è Alex; gli ospiti mantengono la porta inviolata poiché tra i pali c'è Marco. Insomma, per il CT Spalletti la sovrabbondanza di grandi portieri è incredibile e porterà con sé tante, ma tante difficoltà nelle scelte da attuare verso Euro 2024.

4) Il rapporto del Napoli col pubblico del Maradona

Fischi durante la partita, fischi alla fine. Non soltanto per le decisioni arbitrali - peraltro corrette di Pairetto - ma per contro-reazione di un ambiente che, soltanto dieci mesi fa era in estasi totale con la vittoria di uno storico Scudetto. Poi le scelte societarie o, meglio, di ADL hanno portato a questa scollatura tra città e squadra, tra tifosi e loro beniamini. La piazza di Napoli sa amare come poche altre al mondo, chiedendo peraltro poco in cambio, ma dopo averla sedotta con ambizioni da regina non si può certo ingannarla con qualche vulcanica conferenza stampa. Passare da Spalletti a Garcia, dovendo poi correggere richiamando Mazzarri e, in seguito, scegliendo Calzona, è sintomatico di una sola cosa: il Napoli sogna di essere grande con costanza, ma è realmente pronto per una simile caratura, anche europea? E per Napoli intendiamo tutte le parti in causa, sia ben chiaro.

5) Koopmeiners, e sono 11! Sarà dura trattenerlo in Serie A

Quando lo spettacolo di Napoli-Atalanta sembrava volgere al termine, Teun Koopmeiners si è preso la scena. Uno dei protagonisti più attesi, che aveva rischiato di dare forfait alla vigilia, si è fatto bastare pochi palloni per illuminare il Maradona. E al minuto 88' ha mandato i titoli di coda, fulminando Meret con un diagonale imparabile. Undicesimo gol in questa Serie A, decima rete in undici presenze del suo 2024 pauroso tra campionato e Coppa Italia. Centrocampista sublime, che certamente sarà conteso da tutta Europa nella prossima estate. Lui stesso ha già dichiarato che vuole andarsene se arriverà una giusta offerta. L'interesse della Juventus è altra cosa nota. In Serie A abbiamo bisogno di giocatori così. Ma a Bergamo non fanno sconti, e allora chi può davvero investire 40, 50 o 60 milioni tra i club nostrani? Probabilmente nessuno, ecco perché non sarà semplice ritrovarlo in Italia ad agosto.
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