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Mourinho: "Non sono io il problema della Roma, lotterò fino al 30 giugno. Tre mesi fa ho rifiutato un'offerta pazza"

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Aggiornato 30/09/2023 alle 15:13 GMT+2

SERIE A - Reduce dal tracollo di Marassi contro il Genoa e alla vigilia della delicatissima sfida contro il Frosinone all'Olimpico, il tecnico della Roma si sfoga: "Tre mesi fa c'era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma non lo accetto. Io non sono il problema, le cose sono multifattoriali. Non ho paura delle pressioni".

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"Tre mesi fa c'era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via, due o tre giorni dopo la finale di Budapest ho trovato Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sei rimasto. Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore abbia mai avuto nella storia del calcio e l'ho rifiutata per la parola data ai miei giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che il problema sia io, ma non lo accetto". Si sfoga così José Mourinho in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Frosinone, match delicatissimo per i giallorossi reduci dal tracollo di Marassi contro il Genoa giovedì sera nel turno infrasettimanale: "Non leggo o guardo tv, ma ho amici e collaboratori che mi fanno arrivare queste voci - prosegue lo Special One -. Io non sono il problema, le cose sono multifattoriali. Non si può dire nemmeno nelle vittorie che il responsabile è quello lì, lo siamo tutti. Sono tutte piccole cose che succedono in un'azienda o in una squadra".

"Fino al 30 giugno sarò qui a lottare"

"Io ho dato la mia parola e la rispetterò, fino al 30 giugno 2024 sono qui a lottare ogni giorno per i giocatori, per la proprietà e per i tifosi. Solo una persona può dirmi che finisce prima del 30 giugno ed è mister Friedkin. Se non me lo dice, io sono qui fino al 30 giugno. E domani (domenica, ndr) non ho paura di entrare in campo ed essere contestato. Non ho nessuna paura, se vogliono mi trovano a Trigoria".
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La delusione di José Mourinho - Genoa-Roma (Serie A 2023-24)

Credit Foto Getty Images

Sull'emergenza in difesa

"Vi siete dimenticati che Ibanez non c'è più e che Kumbulla non è disponibile. Quando Smalling si è infortunato siamo rimasti in tre in difesa e ora anche l’infortunio di Llorente ci ha messo in difficoltà. Però non è il momento di incolpare qualcuno, è una conseguenza di una situazione legata al Fair Play Finanziario. Con il Genoa nel momento in cui abbiamo fatto il gol la squadra è stata forzata a fare un cambio. Cristante in questo momento è un giocatore che ci dà di più, è diventato un giocatore più sveglio, più bravo con la palla e anche in attacco. Anche i nuovi che sono arrivati penso che cresceranno, per esempio tra Ndicka e Ibanez c'è differenza: Ndicka non è un guerriero come Ibanez".

"Voglio di più dai miei giocatori"

"Mi aspetto di più da me stesso perché sono sempre molto esigente, però mi aspetto anche di più dai giocatori. Mi aspetto di più da me e da loro. Questi ragazzi sono miei amici, io sono amico loro. Non esiste solo empatia di lavoro, c'è empatia fra di noi e questa è una base che non ha prezzo in questi momenti. L'allenatore è un uomo solo nei momenti difficili, ma con loro no, con i miei giocatori non mi sono mai sentito da solo".

Sulla presunta crisi del terzo anno

"Ci sono allenatori che hanno tanti soldi da spendere, noi non lo possiamo fare. Il punto di partenza non è mai quanti anni stai in una squadra, ma se c'è un rapporto. In questo caso il rapposto esiste. Qui dentro mi piace tantissimo lavorare con i miei giocatori. Non c'è nessun club in cui mi è piaciuto di più".
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