Roma, questo Dybala è da blindare: dalla rinascita con De Rossi ai numeri da capogiro, il rinnovo ora è necessario

Paulo Dybala è tornato. O forse non se ne è mai andato davvero, "prigioniero" prima con José Mourinho di un sistema che non premiava la sua strabiliante qualità e poi protagonista di un fisiologico momento di adattamento ai nuovi teoremi di De Rossi. Che sembrava prima averlo sacrificato sul piano tattico e che invece poi gli ha concesso libertà quasi totale di esprimersi, in una sorta di "anarchia" stile Totti che poi altro non è che la doverosa libertà di esprimersi che va riconosciuta a chi è genio e ha il dono innato di vedere ciò che i comuni mortali faticano anche solo a immaginare. L'exploit contro il Torino, crocevia significativo nella rincorsa della sua Roma a un piazzamento tra le prime quattro in attesa di capire se tramite il ranking Uefa si sbloccherà anche un ulteriore slot per partecipare alla prossima Champions League, ha ricordato a tutti quanto possa essere devastante l'impatto dell'argentino quando è messo in condizione di sprigionare tutto il suo infinito potenziale.

Sul fatto che Dybala abbia sempre rappresentato il faro tecnico ed emotivo dei giallorossi, a dire il vero, di dubbi non ce ne sono mai stati. Unico elemento della rosa forse davvero apprezzato a tutte le latitudini, da Mourinho a De Rossi passando per la proprietà e per una piazza che da subito si è letteralmente gettata ai suoi piedi, dal suo arrivo nella Capitale la Joya è stata condizionata enormemente soltanto da ricorrenti infortuni che ne hanno limitato la possibilità di incidere e trascinare ancora di più la squadra. Una tenuta atletica che tiene sempre in apprensione, ma che in queste ultime settimane sembra tornata quasi brillante visti i quasi 120 minuti affrontati con il Feyenoord e i 90 più recupero assorbiti nell'ultimo turno di campionato.

Per Dybala parlano d'altronde i numeri, oltre che le magie in campo. Nell'ultima fatica di campionato contro il Torino la Joya grazie a una tripletta sfavillante - quinta marcatura multipla in Serie A dal suo arrivo alla Roma, meno solo di Harry Kane (8), Erling Haaland (7) e Jonathan David (6) nei Big 5 nel periodo - ha raggiunto Mauro Icardi al quarto posto tra i migliori marcatori argentini della storia del massimo campionato a quota 121 reti. Ma non è tutto: il rigore che ha sbloccato l'incontro ha rappresentato il centro numero 29 dal dischetto su 32 penalty tentati, per una percentuale di realizzazione del 90,6% che lo rendono il migliore di sempre in Serie A tra chi ha tirato almeno 30 rigori, davanti a un certo Diego Armando Maradona (88, 4% - 30/34).

Tutte ottime ragioni, insomma, per spingere tutti nella Roma a voler continuare questo sodalizio. Anche perché lo stesso Dybala non ha mai mancato di mostrare riconoscenza e amore nei confronti di una piazza in cui per sua stessa ammissione "ha vissuto una seconda vita". Nel calcio però, si sa, le cose cambiano in fretta e quella clausola da 13 milioni di euro valida il prossimo luglio non lascia tranquillo proprio nessuno. D'altronde, l'accordo tra le parti è piuttosto particolare: sarebbe il club a dare il benestare all'eventuale proposta di un club italiano, mentre al giocatore spetta la possibilità di decidere riguardo il sopraggiungere di club esteri. In sostanza, comunque, va trovata una nuova quadra rispetto al contratto da circa 6 milioni con scadenza nel 2025 al momento in essere. la sensazione è che, in caso di qualificazione alla prossima Champions League, i Friedkin possano davvero fare uno sforzo importante. La Joya aspetta e intanto resta concentrata sul campo verso un finale di stagione fondamentale per il presente e il futuro. E magari, chissà, per continuare a sognare in una piazza dove di amore non ne mancherà mai.