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La Roma ha una nuova rotta: dai giocatori al modulo, Daniele De Rossi l'ha già cambiata

Iacopo Erba

Pubblicato 08/02/2024 alle 21:03 GMT+1

SERIE A - Non sono tre vittorie contro Verona, Salernitana e Cagliari il vero indice della profonda mutazione dei giallorossi. Attorno alla squadra si respira evidentemente un'aria diversa e una ritrovata serenità. L'Inter sarà il primo grande scoglio per una squadra che ha comunque ripreso a correre.

De Rossi: "Io qui al momento giusto? La Roma non si rifiuta"

L'entusiasmo contagioso, un atteggiamento sempre rassicurante e, soprattutto, un cambio d'approccio netto, radicale, quasi assoluto. L'impatto di Daniele De Rossi con il mondo Roma, che più di chiunque altro può permettersi di chiamare "casa", è stato finora praticamente perfetto. Nel 4-0 con cui la squadra ha strapazzato il Cagliari c'è tanto del nuovo corso dell'ex Capitan Futuro, ormai Allenator Presente. E pure nel posto giusto a quanto pare, visti i nove punti nelle prime tre uscite. Certo, affrontare tre delle ultime quattro in classifica ha certamente aiutato ma non deve essere un elemento che seppellisce in alcun modo un'inversione di rotta sotto gli occhi di tutti.

Altro che "banditi", parola d'ordine: calcio

Una Roma che pensa al campo è una Roma che, evidentemente, si sente meglio con se stessa. Il modus operandi estremamente aggressivo, insistente e intimidatorio di José Mourinho sembrava aver quasi sfiancato psicologicamente una squadra che aveva bisogno in primis di serenità. Daniele De Rossi dal suo arrivo è sembrato una riproposizione moderna del Mahatma Ghandi sulla stessa poltrona su cui fino a qualche settimana fa sedeva un vero Gengis Khan. Tanto calcio e zero polemiche in conferenza, occhiolini strizzati a una società a detta sua "di grande supporto" e, soprattutto, basta sottolineare le criticità della rosa e le defaillance gestionali. Più che un cambio di rotta, una vera rivoluzione nei modi pensata e voluta in primis dai Friedkin, evidentemente stufi di essere spesso bersagliati dallo Special One. In campo si vede già tanto di questa nuova mentalità, visto che sono giàmolte meno le proteste, sia dei giocatori che soprattutto dello staff.

Giocatori di nuovo esaltati. E qualcuno è già risorto

Mourinho, si sa, quando c'è da stilettare non si fa mai problemi. E molto spesso, questo suo martellare che sfocia nel mettere in imbarazzo ha funzionato nella sua carriera visti i tanti giocatori che ha saputo esaltare nel corso degli anni. Quel che è certo, peroò, è che è più semplice agire in questo modo sulla testa di un campione che di giocatori normali. E in questa Roma, francamente, di grandi giocatori non ce ne sono molti. Ecco allora che forse farli sentire speciali diventa la chiave di lettura corretta per fargli dare quel qualcosa in più. Ed ecco che allora Pellegrini torna "capitano perfetto" e fa tre gol in tre partite, Dybala "ha la libertà di Totti" e ringrazia a suon di gol e giocate decisivee Angelino, appena arrivato, ha già un "piede magico". E la depressione, imprivvisamente, si tramuta in convinzione. Giusto così? Soltanto in parte. La responsabilità degli uomini resta e resterà, ma un condottiero che ha perso i suoi soldati è un condottiero destinato a fallire. E Mourinho, forse, il suo esercito non lo aveva davvero più in pugno.
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Paulo Dybala

Credit Foto Getty Images

Difesa a 4 e ruoli ristabiliti: questa Roma ha di nuovo un filo logico

Il campo, si diceva, al centro di tutto. E qui mister De Rossi ha mostrato davvero un coraggio da vendere. Pronti via, sparita la difesa a 5 che, secondo chi c'era prima, era il pilastro di una squadra che senza i tre centrali si sarebbe sempre sentita spaesata. Invece no, serve recuperare un uomo nella metà campo offensiva, aggiungere qualità e geometrie, tenere il pallone ma non in modo sterile e fine a se stesso. incidere atraverso il dominio, prendersi la scena con personalità. D'altronde, Daniele era questo da calciatore e non sembra aver perso la sua natura a fronte di una rosa che a lui piace e che giudica assolutamente competitiva. Da qui, tutto sembra riacquisire un senso: Pellegrini mezzala, El Shaarawy titolarissimo largo a sinistra, Dybala forse meno premiato ma con licenza assoluta di offendere. E passi qualche squilibrio, qualche rischio in più: non sempre prendere il meno possibile è la chiave per vincere, se a venir meno sono le idee.

All'Olimpico arriva la gigantesca Inter: come finirà?

Dopo tre prove invalsi contro Verona, Salernitana e Cagliari ecco che ad incombere è un verio e proprio esame di maturità: il prossimo scoglio per la Roma di De Rossi è quell'Inter strafavorita per lo scudetto e, almeno sulla carta, difficile da impensierire. Qualcuno, particolarmente ottimista, si è però già lanciato e ha già etichettato i giallorossi come l'ammazzagigante. Niente di più lontano dalla verità. La squadra è tornata in carreggiata e resta in corsa per la Champions, ma i nerazzurri sono una corazzata che merita di essere rispettata e anche un po' temuta, senza voli pindarici. per questo la sfida dell'Olimpico sarà fondamentale soprattutto per capire anche l'intelligenza di De Rossi nell'approccio. Se affronterà questa Inter come ha affrontato il Cagliari, ecco che allora avrà colto la sua prima buccia di banana. Se invece saprà impostare una partita tatticamente all'altezza, senza ovviamente snaturarsi e rinunciare ai suoi principi, allora ci sarà partita. E chissà, magari una soddisfazione. D'altronde, il calcio non è una scienza esatta.
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