Crisi Milan: il vero problema è che i problemi sono i soliti (e il futuro, vago)

CALCIO - Le papere di Maignan, il rosso «olandese» di Theo Hernandez e il rigore sciupato da Pulisic sono sgorbi ortografici - tipo cuore con la q - che crivellano le belve, non il domatore. La "settimana tragica" del Milan analizzata dal nostro Roberto Beccantini.

Conceicao stizzito: risponde a una sola domanda e abbandona la conferenza

Video credit: Eurosport

Da «La donna che visse due volte», film di Alfred Hitchcock, titolo originale «Vertigo», a «Il Diavolo che si sparò due volte», per la regia di Sergio Conceiçao. Hai voglia di arrampicarti sulle analisi come fossero specchi, e distillare terapie, sempre quelle, nella speranza di debellare i sintomi, sempre gli stessi.
Fuori dalla Champions, e ancora più lontano dalla zona Champions. Settimana tragica. Dall’ultimissimo Stefano Pioli della stagione scorsa alla staffetta portoghese il Milan si è come avvitato e smarrito nel proprio labirinto. Zlatan Ibrahimovic tromboneggia a destra e a manca, ma quando dice che questa rosa è più forte di quella dello scudetto mente sapendo di mentire. Innanzitutto  perché, allora, giocava e non pontificava. E poi perché a paragonare il centrocampo del 2022 - Sandro Tonali, Ismael Bennacer, Franck Kessié - con il reparto attuale si rischia la fucilazione simbolica. Per tacere dei confronti tra «quel» Mike Maignan e questo; tra «quel» Rafael Leao e questo; tra Olivier Giroud e Santiago Gimenez o chi per lui.
Fu errore grave disfarsi di Paolo Maldini, architetto del Rinascimento. Gerry Cardinale naviga (troppo) a vista. Non andava bene Paulo Fonseca, non va più bene Sergio, che pure, non più tardi del 6 gennaio, dopo aver rimontato l’Inter da 0-2 a 3-2 a Riad e alzato la Supercoppa, spinse illustri e raffinate penne a scrivere: «Vi spiego i motivi per cui andava preso prima». Parafrasando la poesia di Walt Whitman: O risultato! Mio risultato! I problemi - cronici, ormai - coinvolgono la carestia di personalità che, per la proprietà transitiva, si ripercuote sugli equilibri dell’assetto, mai così volubili, mai così fragili. I sedicenti esperti continuano a pesare i giocatori sulla bilancia del prezzo e non del valore «netto». La storiella dei «quattro ballerini» (Christian Pulisic, Joao Felix, Gimenez, Leao) non sarebbe malvagia se, come all’epoca dell’albero di Natale di ancelottiana memoria, il papà del Cisco juventino avesse dietro Alessandro Nesta, il Paolino nazionale e Massimo Oddo, oltre, a corredo, Andrea Pirlo, Clarence Seedorf e due sherpa quali Massimo Ambrosini e Ringhio Gattuso.
Le papere di Maignan, il rosso «olandese» di Theo Hernandez e il rigore sciupato da Pulisic (a Firenze furono due, addirittura,  senza che c’entrasse l’americano) sono sgorbi ortografici - tipo cuore con la q - che crivellano le belve, non il domatore. Al quale, per la cronaca, non rimangono che il quarto posto e la Coppa Italia per incerottare una supplenza che, credo, si esaurirà già a giugno. Fossi nei suoi panni, i «Fab four» li impiegherei a rate. Per tenermi soluzioni valide nelle fasi d’emergenza. Non è colpa del mister se Leao, a gare alterne, offre il petto alla mira dei cecchini. E su Joao (poco) Felix, che tra parentesi soffoca l’estro di Tijjani Reijnders, ribadisco: mi sembra un Cassano minore.
Tornando alla sfida di sabato: nessun dubbio che un pari sarebbe stato verdetto più equo. Ma pochi dubbi, pochissimi, sul fatto che, se il Toro è una squadra con dei limiti, il Milan resta un bouquet di limiti che qua e là fanno squadra. In casi del genere bisogna fare quadrato, come si dice in gergo, ed evitare che le voci su un ennesimo cambio della guardia - Maurizio Sarri? Massimiliano Allegri? - possano destabilizzare il clima tossico, almeno in parte, dello spogliatoio.
Giovedì 27 febbraio, al Dall’Ara, recupero con il Bologna. Domenica 2 marzo, la Lazio a San Siro. Snodi vitali. Nella mia griglia d’agosto il Milan era terzo, a ruota della ditta Inter-Napoli, davanti a Juventus e Atalanta. Mi converrebbe sbattere al muro «solo» l’egolatra di Malmoe e il sergente di Coimbra. Non sarebbe corretto. Mi ci metto anch’io.
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Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
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