Milan, anche Gattuso squalificato dopo la Supercoppa: "Parole offensive prima della premiazione"
Aggiornato 17/01/2019 alle 22:15 GMT+1
Oltre a Kessié, Calabria e Romagnoli contro il Genoa, il Milan dovrà fare a meno di Rino Gattuso: squalificato e multato di 15.000 euro dal giudice sportivo dopo Juventus-Milan perché al termine del match: "con fare minaccioso, contestava urlando una decisione, e per aver rivolto parole offensive ed insinuanti all'arbitro in attesa della premiazione".
La Supercoppa Italiana in casa Milan ha lasciato non solo tanta amarezza per una sconfitta di misura, dopo una partita equilibrata decisa dal guizzo di Cristiano Ronaldo, ma anche un fardello di squalifiche che renderanno assai più complicata la trasferta a Marassi, lunedì 21 contro il Genoa. Oltre a dover fare a meno di Frank Kessié (squalificato dall’arbitro Banti dopo, consulto al VAR, per un duro intervento su Emre Can), Davide Calabria e Alessio Romagnoli (ambedue ammoniti a Gedda e fermati per un turno per somma d’ammonizioni), i rossoneri a Marassi non potranno contare nemmeno sull’apporto di Rino Gattuso, punito dal giudice sportivo con una giornata di squalifica per parole offensive nei confronti dell’arbitro.
Leggendo il comunicato stampa del giudice sportivo, Gattuso – che dovrà pagare anche un’ammenda di 15.000 euro – paga dazio per "aver rivolto parole offensive ed insinuanti nei confronti dell’arbitro al termine della partita e poco prima della premiazione. Ecco la motivazione: al termine della gara, con fare minaccioso, in prossimità del Direttore di gara, contestava urlando una sua decisione, nonchè per avere successivamente, in attesa della premiazione, rivolto all'Arbitro parole offensive e insinuanti”. Squalificato per una giornata anche Pjanic, in diffida, e che non sarà a disposizione di Allegri per la sfida contro il Chievo, da segnalare anche la squalifica fino al 4 febbraio per il medico sociale del Milan, Mario Brozzi, "perché al termine della gara, con fare arrogante e dispregiativo, rivolgendosi a un proprio calciatore, proferiva, percepito dal direttore di gara, parole gravemente offensive e insinuanti”.
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