Nations League - Le 5 verità di Italia-Belgio 2-2: Pellegrini da incubo, ma gli azzurri non sono un fuoco di paglia
Pubblicato 11/10/2024 alle 09:46 GMT+2
NATIONS LEAGUE - Trascinata da uno strepitoso Dimarco, la squadra di Spalletti conferma per un tempo la metamorfosi post Europei: il gioco è brillante e il ct ha trovato una base. Ma che momentaccio per il capitano romanista.
Spalletti mastica amaro: "Alcuni episodi mandano all'aria le partite"
Video credit: Eurosport
Italia-Belgio, match valido per la terza giornata dei gironi di Nations League, è terminato sul punteggio di 2-2, frutto delle reti di Cambiaso (dopo un minuto), Retegui, De Cuyper e Trossard. Espulso Pellegrini tramite VAR al 40', sul punteggio di 2-0 per gli azzurri. Gara arbitrata dal norvegese Espen Eskas. Con questo risultato l'Italia resta prima nel girone 2 con 7 punti, seguita dalla Francia con 6.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la notte dell'Olimpico di Roma.
La nuova Italia non è un fuoco di paglia
Sì, nel mondo Italia si respira un'aria nuova. Ma per davvero. Il che può suonare strano, riferito a una partita che gli azzurri si sono visti scivolare dalle dita nonostante un doppio vantaggio e che alla fine hanno pure rischiato di perdere. Ma un conto è giocare in 11 contro 11 e un altro è farlo in inferiorità numerica. Fino a quando le due squadre hanno avuto lo stesso numero di giocatori in campo, semplicemente, il Belgio non ha visto palla. Soffocato, annichilito, demolito dal gioco brillante, dall'organizzazione tattica, dalla ferocia agonistica di una squadra lontana parente di quella che solo pochi mesi fa veniva umiliata dalla Svizzera. Tante cose sono cambiate da allora: finalmente c'è un'idea di gioco chiara, e il ringiovanimento della rosa non può che portare freschezza nelle gambe e un ritmo superiore nelle giocate. Come si è visto nei primi, splendidi 40 minuti dell'Olimpico. Cosa sarebbe accaduto senza l'espulsione di Pellegrini? Nessuno lo sa, nessuno può dirlo. La controprova non esiste, naturalmente. Ma come sarebbe bello poterlo scoprire.
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Gli azzurri festeggiano il gol di Andrea Cambiaso durante Italia-Belgio - Nations League 2024-25
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Spalletti ha trovato una base: l'Italia per 9/11 è questa
Ricordate quando agli Europei, ma anche nelle amichevoli di preparazione alla manifestazione tedesca, Luciano Spalletti cambiava formazioni e moduli come se non ci fosse un domani? Bene: molto è cambiato anche da questo punto di vista. Oggi l'Italia ha una base di giocatori ben definita, partendo dal portiere – ovvio – e finendo col centravanti. Si gioca col 3-5-2, Calafiori è un titolare, Di Lorenzo fa il difensore puro, la corsia di destra è di Cambiaso, e via così. Il progetto azzurro andrà avanti con questi uomini, almeno per 9/11: ci sarà da comprendere di volta in volta chi spalleggerà Retegui, considerato come nel radar ci sia sempre un certo Chiesa, e di chi prenderà il posto Barella, uno degli intoccabili dell'Italia. Forse di Frattesi, che nonostante le caratteristiche di uomo decisivo ha attitudini simili al compagno di club. O forse di Ricci, anche se pensare di toglierlo dopo il gran primo tempo dell'Olimpico pare un'eresia. Certo, lunedì contro Israele si vedrà con ogni probabilità una squadra stravolta, come è nel normale ordine delle cose: ma sarà una pura questione di turnover contro un avversario di livello inferiore.
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Luciano Spalletti
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Dimarco favoloso: è la valvola di sfogo della nuova Italia
Il 3-5-2, è evidente, ne favorisce gli ardori e gli spalanca praterie che con una difesa a quattro scarseggerebbero. Proprio come nell'Inter. Ma non è e non può essere soltanto questione di moduli: il fatto è che Federico Dimarco è l'uomo copertina della nuova Italia di Luciano Spalletti, quella che domina in Francia e che per una quarantina di minuti sfiora la perfezione contro il Belgio. La valvola di sfogo sulla corsia di sinistra, la freccia con mille polmoni. Nulla di nuovo, se non fosse che anche Dimarco si era fatto inghiottire dal grigiore azzurro a Euro 2024, con la rimessa laterale sballata contro l'Albania come simbolo di difficoltà individuali e collettive. Il mancino nerazzurro è ripartito alla grande, estraendo dal cilindro un coniglio dopo l'altro: il super gol di Parigi, l'assist per Frattesi contro Israele, quello per Cambiaso a Roma, e poi, naturalmente, lo strepitoso cambio gioco per lo juventino in occasione del 2-0. In un'Italia che sta trovando sempre più certezze, lui lo è in senso assoluto.
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Jeremy Doku e Federico Dimarco
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Che momentaccio per Lorenzo Pellegrini
La colpa principale, andando ad analizzare l'azione nel dettaglio, non è stata neppure sua. Bastoni, semplicemente, avrebbe dovuto scegliere una soluzione diversa e non certo lasciargli lì quella terribile patata bollente. Poi però Lorenzo Pellegrini ci ha messo del suo: intervento con i tacchetti sulla caviglia di Theate, ammonizione iniziale e successiva trasformazione in cartellino rosso dopo un sacrosanto intervento del VAR. Proprio il capitano romanista aveva partecipato all'azione del momentaneo 1-0 di Cambiaso. E, in generale, anche lui aveva fatto parte degli splendidi meccanismi spallettiani dei primi 40 minuti. L'ingenuità costata l'espulsione lo ricaccia però negli incubi di una prima parte di stagione soffertissima: per tutto quello che sta accadendo a Roma, per la disaffezione di gran parte della tifoseria giallorossa nei suoi confronti, per prestazioni spesso non all'altezza così come quelle della squadra di De Rossi prima e Juric poi. Nemmeno la Nazionale gli ha dato respiro: un bel problema.
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Lorenzo Pellegrini viene espulso nel match tra Italia e Belgio
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Retegui ancora a segno: l'Italia ha finalmente trovato il dopo Immobile
Ottavo gol stagionale. 7 di questi con l'Atalanta, e ora ecco anche il primo con l'Italia. Mateo Retegui non andava a segno in maglia azzurra da marzo, agli Europei aveva fatto scena piuttosto muta come altri suoi compagni di squadra, ma ora si è preso definitivamente quella 9 che dopo l'addio di Ciro Immobile era rimasta vacante. Il gravissimo infortunio estivo di Gianluca Scamacca ha rappresentato la sua chiave di volta: ha permesso all'italo-argentino di prendere il posto del collega passando a un livello successivo, in un'Atalanta dove i centravanti possono andare a nozze, e pure in azzurro. Dopo il bellissimo assist per Frattesi in Francia, all'inizio di settembre, ecco il gol del raddoppio contro il Belgio. Al termine peraltro di un'azione da lui stesso aperta, nonostante il merito principale vada evidentemente al favoloso cambio campo di Dimarco per Cambiaso. E in più tanto gioco per la squadra, tra sponde e appoggi per far salire i compagni. Retegui, insomma, si prepara a diventare a tutti gli effetti l'erede di Immobile nell'Italia. E ora spera di esserlo anche in Serie A: ovvero di conquistare quel titolo di capocannoniere che l'idolo laziale si è già messo in tasca 4 volte.
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Calafiori: "Arteta come Spalletti, entrambi vogliono dominare col gioco"
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