Ciclismo su pista - Intervista a Silvia Zanardi, la stella dell'Italia nella nuova Champions League

Giorni speciali, che ripagano tutti i sacrifici e riscattano i momenti no del passato. L’Europeo su strada, vinto in Italia, è stato la ciliegina sulla torta dopo i successi su pista: pista che mi ha permesso di giungere a Trento nella migliore forma possibile.

Certo che prevale la preparazione su strada rispetto a quella su pista ed è una scelta necessaria, perché in Italia siamo penalizzati dal non avere un velodromo indoor*, ma strada e pista per me sono molto simili e riesco a conciliarle. Le abbino al meglio, anzi non resisto nemmeno alla mountain bike.

È vero, ci tenevo molto e quando ho letto l’e-mail d’invito il mio allenatore, Walter Zini, mi ha detto che mi si sono illuminati gli occhi, come quando ai Mondiali di Roubaix è diventata ufficiale la mia convocazione. Per poter competere fra le migliori.

Non è vero, ci sono due specialità come lo scratch e l’eliminazione che fanno parte dell’endurance e a cui tengo moltissimo, anche se lo scratch fa gara a sé. E proprio all’insegna dello spettacolo anche nelle gare più lunghe, cercherò di andare in fuga e prendere il giro.

Ce la metteremo tutta, siamo fieri di esserci e sono certa che in tutte e tre le categorie faremo la nostra bellissima figura.