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Cassani: "Ritirare la patente a chi provoca incidenti, lo Stato deve tutelare i ciclisti"

DaOAsport

Aggiornato 08/06/2020 alle 13:26 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Davide Cassani

Credit Foto LaPresse

Oltre 1000 ciclisti muoiono purtroppo ogni anno in Italia in seguito a incidenti stradali. Il problema della sicurezza è costantemente all’ordine del giorno e non è di semplice risoluzione, il bonus per l’acquisto di bici introdotto dal Governo è stato un successo e il boom delle vendite è importante (+60% a maggio) ma dopo il lockdown sono purtroppo ripresi gli incidenti che mettono a repentaglio la vita di chi utilizza le due ruote per spostarsi. Davide Cassani, CT della Nazionale Italiana di ciclismo, è sempre stato in prima linea per portare l’attenzione su questo importante problema e ne ha parlato alla Gazzetta dello Sport:
Spesso dopo un incidente c’è una frase che riassume il problema. Chi è alla guida di una macchina dice: ‘Scusa non ti avevo visto’. Come se chi va in bici fosse una mosca. Purtroppo la distrazione è la causa principale dei guai. Bisogna partire da qui. Soluzioni? Anche con il ritiro della patente. Chi mette giù un ciclista o un pedone perché magari manda un messaggio col telefonino va punito in modo poco serio pure se non provoca danni. In Italia manca completamente il senso civico: chi usa la bici è considerato un perditempo. Come se il codice della strada non permettesse alla gente di pedalare. Purtroppo l’unico linguaggio che l’automobilista capisce è quando gli toccano patente e portafoglio. Fai cadere una persona? Dieci punti in meno e mega multa. Certo, non basta.
Davide Cassani si è soffermato anche sul bonus statale per l’acquisto di bici:Bellissima notizia, per carità. Magari i nuovi ciclisti quando andranno in macchina staranno più attenti. Lo Stato, invece, dovrebbe investire risorse anche per educare le persone al rispetto del codice della strada, secondo me sarebbe una materia da inserire nelle scuole“.
Il 59enne ha rivolto anche alcuni consigli ai ciclisti:
Prudenza, in primis. Fermarsi sempre alle rotonde anche quando si ha la precedenza, cercare di anticipare le possibili mosse di una macchina: può superarti e un secondo dopo tagliarti la strada per girare in una via secondaria. Sono vitali strumenti come le luci posteriori, anche di giorno, oppure un radar che ti avvisa se sta arrivando un mezzo alle tue spalle. Raccomando anche di tenere sempre ben saldo il manubrio con due mani, perché basta una buca poco visibile per sbalzarti di sella. E occhio all’effetto provocato dai camion quando ti affiancano: se non sei abituato allo spostamento d’aria, il rischio di cadere è elevato.
E sul metro e mezzo di sicurezza quando si sorpassa:Dovrebbe esserci, ma lo rispettano davvero in pochi. La gente non ha pazienza e piuttosto che aspettare preferisce superarti pure se dalla parte opposta c’è un’altra auto che lo costringe a stringere il ciclista. Altro comportamento da sanzionare e censurare duramente“.
stefano.villa@oasport.it
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