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Gino Bartali, l'Oskar Schindler del ciclismo

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Pubblicato 10/05/2013 alle 09:55 GMT+2

Un libro in uscita in questi giorni racconta l'incredibile vicenda del corridore italiano durante la Seconda Guerra Mondiale, quando riuscì a salvare la vita di circa 600 ebrei

Gino Bartali Blog

Credit Foto AFP

Il Giro d’Italia è come sempre la festa del ciclismo italiano. E, proprio in corrispondenza della Corsa Rosa, è giusto celebrare anche i miti di questo meraviglioso sport. Gino Bartali non può che essere annoverato tra queste icone e il ricordo del corridore toscano è stato affidato a un libro in uscita il prossimo 23 maggio. “La strada del coraggio: Gino Bartali, eroe silenzioso”, questo il titolo del testo scritto da due fratelli canadesi Aili e Andres McConnon.
L’opera ripercorre la vita e della carriera di Bartali, soffermandosi a lungo sui suoi attriti con il regime fascista e sull’incredibile vicenda che lo vide protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale. Il testo ricostruisce l’attività segreta che il corridore condusse a partire dall’autunno 1943, in seguito alla convocazione dell'arcivescovo di Firenze, il cardinale Elia Dalla Costa.
L'arcivescovo gli propose di attraversare in bici l'Umbria e la Toscana per consegnare alla popolazione ebraica a rischio deportazione i documenti falsi che avrebbero permesso loro di evitare la persecuzione. Queste nuove ricerche svelano anche che Bartali aprì le porte della propria casa per nascondere una famiglia di ebrei fiorentini, grazie al racconto di Giorgio Goldenberg che ha riferito di essersi nascosto a lungo insieme ai genitori e alla sorella in un cantina messa a disposizione da Bartali e da suo cugino.
“Ginettaccio” avrebbe salvato almeno seicento ebrei dai rastrellamenti nazifascisti, 330 in Toscana e 300 in Umbria. La strada del coraggio è quella percorsa da Bartali giorno dopo giorno, nella speranza che la sua notorietà lo proteggesse dai controlli fascisti. Con un cilindro montato sulla canna nel quale nascondere i documenti falsi. Una splendida storia d’umanità e ciclismo. Quella di Gino Bartali, uno dei più grandi di sempre.
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