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Rodriguez si ritira: tre costole fratturate

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Aggiornato 15/05/2014 alle 23:17 GMT+2

E’ finito in occasione della sesta tappa il Giro d’Italia dello spagnolo della Katusha, coinvolto anche lui nella maxi-caduta di gruppo che ha visto protagonista oltre una ventina di corridori quando la corsa era a meno di una dozzina di chilometri dall’arrivo. Per terra in tanti, da Scarponi, a Caruso, da Vicioso a Brajokovic…

Joaquim Rodriguez

Credit Foto Imago

Joaquim Rodriguez, ma anche Giampaolo Caruso e Angelo Vicioso. Per i tre corridori del team Katusha il Giro d'Italia si è chiuso oggi dopo la a caduta a 11 chilometri dal traguardo della 6a tappa con arrivo a Montecassino. Per lo spagnolo tre costole incrinate e un dito fratturato della mano sinistra. Davvero un momentaccio per Rodriguez, caduto diverse volte anche nelle settimane precedenti il Giro. Purito si era preparato con grande meticolosità per provare a vincere la Corsa Rosa e che invece è costretto ad abbandonare la competizione dopo nemmeno una settimana.
Grande paura soprattutto per Vicioso, frattura scomposta del femore destro, e Caruso, anche per lui possibile frattura del femore, anche se la prima diagnosi parla solo di forte contusione. Il 33enne della Katusha, dopo pochi minuti in cui è rimasto immobile a terra assistito da un medico, è stato portato via in ambulanza. In quel momento la strada era bagnata dalla leggera pioggia che stava cadendo sulla zona e ha fatto altre vittime illustri come appunto Purito Rodriguez. "E' davvero un peccato - spiega Purito -, ma continuare per me era davvero impossibile. Ho provato a rimettermi subito in sella dopo la caduta, ma mi ci è voluto un secondo per capire che mi sarei dovuto ritirare. Non respiravo. Dopo la caduta all'Amstel avevo già due costole incrinate, ma non volevo dire niente perché probabilmente i miei avversari mi avrebbero attaccato nella prima parte di Giro. Ora, con l'ultima caduta, di costole incrinate ne ho 3. Fermarmi era l'unica soluzione. Peccato perché il Giro era il mio grande obiettivo stagionale...".
Tanti i corridori a essere finiti per terra e che non ricorderanno certo con il sorriso la tappa di oggi. Tra di loro l’Astana Janez Brajkovic, frattura scomposta del gomito sinistro, e il Cannondale, Davide Villella, sublussazione alla testa dell’omero e microfrattura alla spalla sinistra. Giro finito per entrambi. Lancaster (Orica) ha rimediato la frattura spiroidale del quarto metacarpo della mano destra, mentre il Movistar Amador si è procurato un trauma distorsivo della colonna cervicale. E’ andata meglio a Roche, Tuft e Aru, tutti e tre se la sono cavata con qualche ferita lieve, e - come per loro - caduta senza gravi conseguenze anche per Michele Scarponi: per lui solo parecchie escoriazioni sul lato destro del corpo.
La caduta praticamente generale a 11 km dal traguardo di Montecassino ha condizionato il finale della sesta tappa del Giro con i corridori molto delusi e dispiaciuti per quanto accaduto. "È stata una tappa bella con il sole nella prima parte, poi nella seconda parte c'è stata pioggia, con una maxi caduta nelle prime posizioni, io ero davanti, siamo caduti tutti, poi stavamo recuperando ma a metà salita mi è saltata la catena", racconta un Cunego con diverse escoriazioni ai microfoni di Raisport.
"Sembrava di correre sul sapone" ha invece detto Steve Morabito, compagno di squadra di Cadel Evans che nel finale ha "pilotato" il suo capitano verso il traguardo. "Eravamo lanciati forte, le rotonde sono pericolose, ma tutte erano segnalate, se lo sbandieratore fosse stato in mezzo ci facevamo più male" il racconto di Valerio Agnoli.
"Siamo entrati nella rotonda, qualcuno ha toccato i freni e c'è stata la caduta, io sono salito addosso ad uno e sono volato. Le strade al sud molto viscide, con poca pioggia si fatica a stare in piedi, la fatalità è che accade sempre nei finali di corsa, in Irlanda non abbiamo avuto nessun problema, qui è difficile stare in piedi, basta un attimo" le parole di Franco Pellizotti.
Infine Diego Ulissi:"Sono iniziati a cadere tutti, io sono stato tra i pochi a salvarmi, ero sulla destra e non ho toccato i freni, era l'unico modo per cercare di salvarsi. Mi dispiace tanto, per i corridori che si sono fatti male. Purtroppo la strada con la pioggia è viscida, più che fare attenzione non so che dobbiamo fare".
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