Cronache Rosa da Levante: Matthews vince al posto di Gilbert

SESTRI LEVANTE - É come se a Ponente il Giro d'Italia e tutta la sua carovana abbiano fatto festa: dal gran gala della vigilia al Casino di Sanremo, al red carpet lungomare della cronoprologo di San Lorenzo, poi la pittoresca sagra di Albenga con così tanta gente accalcata al podio firme, e la sera del dì di festa sul traguardo di Genova. Zena primo crocevia rosa, Levante è la nuova intimità del Giro per l'effetto di un lunedì mattina lucente e raffinato, tacito e marittimo.

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Lunedì speciale a Rapallo. Corso Cristoforo Colombo si sveglia di rosa e sbadiglia nel suo torpore, ma quando il plotone imbocca il Colle Caprile, la festa è proprio finita e di lunedì si ricomincia a lavorare su tante curve in saliscendi e due Gran premi della montagna: la terza tappa è una piccola e veloce “classica” di strade pericolose fra i cacciatori di traguardi. A Rapallo scambio due parole con Philippe Gilbert, sempre disponibile con pubblico, fotografi e giornalisti: oggi il vallone è il più atteso dai bookmakers e di certo, con quei fregi iridati sulle maniche, il re delle Ardenne non può nascondersi: “Il Giro è bellissimo, sono felice di esser tornato e spero di vincere una tappa. Perché no? Magari quella di oggi!”.

Sul traguardo di Sestri Levante sfreccerà invece a braccio alzato Michael Matthews, un Wonder Boy ancora in età da maglia bianca e già australiano con più giorni in maglia rosa: sei l'anno scorso, due quest'anno con vittoria di squadra a Sanremo, leadership a Genova e tappa oggi. En Plein. In conferenza stampa, Matthews dedica il successo a Pozzovivo e, "Unfortunately" dice di averlo visto cadere a quattro ruote di distanza. In questa sede, facendo tanti tanti auguri a Domenico, preferiamo l'immagine di Gilbert che, terzo finale dopo un forcing di cento chilometri, passa una barra energetica al compagno di fuga Jesús Herrada. Bel finale con piccola istanza: ma il veterano delle salite Paolo Tiralongo, ieri decimo e oggi quinto in volata, s'è forse stancato di fare il gregario? Già al servizio di Contador e Nibali in Astana, di certo Aru non sarebbe felicissimo di una sua mutazione “veloce”.

Infine, il mio personalissimo momento del giorno quando un'anziana signora che incontro a ridosso del quartiertappa, seduta all'ombra di una pianta bordostrada, mi chiede in dialetto perché quest'anno nessuno le regala un cappellino: le dico che cercherò di rimediarne uno ma evidentemente non sono il primo, perché lei mi ringrazia con aria ormai quasi rassegnata. Oggi il Giro festeggia il suo centesimo traguardo in Liguria e io me l'immagino felice e più giovane quando a Sestri, nei favolosi Sessanta, vinsero il “vecchio” Nencini e Graziano Battistini, e poi sempre contenta quando, altre due volte negli ultimi anni, ha avuto dalla Corsa Rosa il suo souvenir preferito.

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Ricordo allora di avere un berretto della BMC in auto, lo rimedio e torno subito da lei che adesso svela un bellissimo sorriso, si fa il segno della croce e mi ringrazia radiosa. Vorrei fotografarla col casquetteur in testa ma naturalmente non vuole (“Mio figlio mi sgriderebbe!”) e mi dice perfino che se ho bisogno di una foto, me lo può rendere perch'io lo possa regalare a una signora più giovane. Le stringo la mano e mi lascio ancora benedire: ha 87 anni e mi ricorda così tanto mia nonna che in fondo è un bene che non si sia fatta ritrarre. Così la custodirò meglio fra i miei ricordi del Giro d'Italia.