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Roi Nibalì è tornato per riaprire il Giro d'Italia: l'ultima sfida alpina del campione nazionale

Fabio Disingrini

Pubblicato 28/05/2016 alle 08:52 GMT+2

Il trionfo di Vincenzo nella terra del Tour e la caduta di Kruijswijk dal Colle dell'Agnello hanno ribaltato il Giro alla vigilia dell'ultimo tappone alpino. Ma chi è più stanco fra Nibali, che ha attaccato per il successo di tappa dopo tanti contrasti, ed Esteban Chaves, che non sembra più tonico come sulle Dolomiti e scala senza squadra? Riuscirà poi Kruijswijk a difendere il meritato podio?

Giro d'Italia 2016: Vincenzo Nibali vince la 19a tappa sul traguardo di Risoul

Credit Foto LaPresse

Giro Revolution! L'impresa di Vincenzo Nibali a Risoul ha rovesciato la corsa italiana dal suo epicentro transalpino. Escludendo la resa di Purito Rodriguez a Milano per ragioni di cronometro, era dal 2010, quando Basso staccò Arroyo chiudendo secondo ad Aprica fra Scarponi e Nibali (come oggi, la 19a tappa), che al Giro non cambiava la maglia rosa in extremis. A tal proposito, passano gli anni ma il vecchio Scarponi è sempre monumentale: in assolo sulla Cima Coppi e al servizio del suo capitano. E prima dell'ultimo calvario alpino, "Fate pensieri dolci e meravigliosi: saranno loro a sollevarvi in aria".
CLASSIFICA GENERALE19a Tappa
1. Esteban Chaves -
2. Vincenzo Nibali+44"
3. Steven Kruijswijk+1'05
4. Alejandro Valverde +1'48
5. Rafal Majka +3'59

Vincenzo Nibali dal buio oltre la siepe al cuore oltre l'ostacolo

Il primo aspetto da valutare è come Nibali saprà recuperare da un dispendio di circa di cinquemila calorie fra il Colle dell'Agnello e il trionfo di Risoul... Perché Vincenzo non è andato fuori soglia, ma il successo di tappa gli ha chiesto il fondo. I test clinici ci hanno restituito un corridore formidabile dopo tanti contrasti e netti cali sui cambi di ritmo, ma la più grande preoccupazione è Nibali abbia dato tutto (o raschiato il fondo come si duol dire) per un successo di tappa dietro le quinte della classifica generale. Visti i distacchi precedenti, ieri infatti Vincenzo potrebbe essere andato "all in", come al Tour dell'anno scorso per vincere a La Toussuire, staccato in classifica da Froome. La migliore speranza è che invece, quando e se le gambe saranno stremate, Vincenzo possa giungere ancora primo sul traguardo del nostro cuore. Con quel dono innato dell'"Arte d'inventarsi qualcosa" e L'immaginazione al potere.
VIDEO - Nibali piange di gioia a Risoul

Most Wanted Esteban Chaves: il sorriso (stanco) della maglia rosa

Come fra i passi delle Dolomiti, Esteban Chaves è stato il primo a scattare anche sul Colle dell'Agnello. Come nel tappone di Corvara, Nibali sembrava destinato a crollare su un altro cambio di ritmo del colombiano, che è lo scalatore puro di questo Giro d'Italia, il grimpeur che danza sui pedali. Negli ultimi quattromila metri di Risoul invece, il Chaves s'è fatto staccare da Vincenzo, un po' reclinato sul manubrio in debito d'ossigeno, un po' pago del gusto della maglia rosa. Punto primo: la discesa dall'Agnello ha mostrato che Chaves ha bisogno di qualcuno che gli disegni le curve. Secondo: senza squadra, è bastato un incidente per cancellare Kruijswijk dalla classifica generale e la Orica Green-Edge in salita, se escludiamo Ruben Plaza, non è poi così meglio della Lotto Jumbo. Most Wanted Esteban Chaves, ma ci sono altri due scalatori colombiani, Rigo Uran e Darwin Atapuma, pronti a scortarlo come fossero sulle strade del Mondiale. Orgullo Cafetero.

Se l'Embatido esce dall'apnea... Valverde fiuta il podio

Sappiamo che non gli piace pedalare oltre i duemila metri e che, come sull'Agnello, fatica a regolare la scalata sulle salite lunghe che appena sfiorano la doppia cifra. L'Embatido ha bisogno di percentuali da rampa e dei muri della Vuelta (o delle Ardenne, ça va sans dire) per accendere la miccia, eppure domani c'è il Col de la Bonette che è sì una salita infinita di 22,2 chilometri al 6.7% (dopo lo Stelvio e l'Agnello, la vetta più alta del Giro d'Italia) ma al km.15 s'impenna per settemila metri che possono decidere il Giro. Un'impresa da misurare contro il tempo sul Gpm e in discesa, magari in picchiata con Amador, fino agli ultimi 3 chilometri che, dal Bivio fino a Sant'Anna di Vinadio, sono in salita all'11% a mille metri dall'arrivo. Valverde ha già vinto la sua tappa ad Andalo, ma vuole salire sul podio e non è più tempo di fare la corsa cerebrale. Certo che poi chissà cosa gli passerà per la testa.
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Giro d'Italia 2016, 14a tappa: Alejandro Valverde e Vincenzo Nibali fra i Passi delle Dolomiti

Credit Foto Eurosport

Sciagurato Kruijswijk: perché cadere è sbagliare

Sventurato sì, eroico certamente. Però bisogna ricordare una regola non scritta del ciclismo: se cadi da solo, vuol dire che hai sbagliato. La discesa dal Colle dell'Agnello è ripida e tecnica per pochi metri: quanto basta per far perdere a Kruijswijk il Giro d'Italia. L'olandese è uscito di traiettoria, è andato largo in curva, s'è aggrappato ai freni ed è rovinato nella neve. Non s'è arreso, s'è ritrovato senza cambi, senza gregari e infine ha speso tutto in forcing di gran passo giù a valle. Sfiancato dall'ultima salita nella solitudine della maglia rosa, è andato fuori soglia e ha chiuso a Risoul in lacrime. Dopo la doccia, ha scoperto i lividi e ceduto i nervi. C'è chi crede che possa riprendersi la leadership: onestamente dovrebbe correre in difesa della terza forza perchè cedere anche il podio, dopo due secondi posti sugli arrivi in salita, sarebbe davvero una castigo immeritato. Forza Rosso d'Olanda.
VIDEO - La caduta fatale a Steven Kruijswijk

L'ultima fatica: il tappone alpino che decide il Giro d'Italia

Il tappone alpino di quattromila metri di dislivello (Guillestre-Sant'Anna di Vinadio, km. 134) apre le danze sul Col de Vars e lo fa subito dal chilometro zero: una prova di fondo per i diesel che troveranno il punto di massima pendenza (13%) a tremila metri dallo start. Lunghezza: 18.2 chilometri; pendenza: 6%; poi il Col de la Bonette di cui abbiamo già parlato: quota 2715 metri, 1464 mt. di dislivello. Infine la Lombarda che è l'ultima fatica del Giro: una scalata di quasi 20 chilometri al 7,5 % di pendenza media, ma che sale fino al 12% poco dopo l'imbocco e replica la sua pendenza massima per i primi settemila metri. Troppo poco se Chaves sarà ancora coi pretendenti, cruciale se la maglia rosa avrà perso terreno dagli inventori, perché la discesa è ripidissima e perché gli ultimi 3 chilometri, dal Bivio fino a Sant'Anna di Vinadio, sono ancora in salita fino all'11% a mille metri dall'arrivo.
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Vincenzo Nibali (Astana) lors de la 19e étape du Giro 2016

Credit Foto AFP

E lì sapremo chi sarà il vincitore di un Giro d'Italia apertissimo: se Chaves, che debutta in maglia rosa ottant'anni dopo la prima volta di Gino Bartali; se Valverde con la fiammata dell'Embatido; se Vincenzo Nibali, cui è bastato fiutare l'aria del Tour de France per reinventare i suoi giorni da Dantesque.
VIDEO - Il trionfo di Nibali a Risoul
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La tappa che ha stravolto il Giro: Nibali in trionfo

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