Giro d'Ital🚴‍♂️Healy da impazzire, Roglic batte un colpo ed Evenepoel in affanno: promossi e bocciati dell'ottava tappa

L'ottava tappa è stata la più godibile del primo scorcio di Giro d'Italia. Una buona fetta del merito spetta a Ben Healy, che ripaga le attese nei suoi confronti con una recita solitaria lunga 50 chilometri per lasciare il suo primo segno sulla corsa rosa in quel di Fossombrone. È stato anche il giorno del primo, vero confronto tra i big. Sulla salita dei Cappuccini, Primoz Roglic ha acceso la situazione e per la prima volta Remco Evenepoel ha mostrato un piccolo segno di cedimento. Sul pezzo la INEOS Grenadiers, mentre la BORA - hansgrohe si è persa nel finale.

Ben Healy - Dopo le meraviglie nelle classiche di primavera, l'irlandese mette in mostra il suo splendido talento anche al Giro d'Italia. È lui l'ispiratore della fuga fin dai primi chilometri, è lui che prende in mano la situazione e se ne va a 50 chilometri dal traguardo, senza guardarsi più indietro. Troppo più forte rispetto ai compagni di fuga, talmente superiore che una volta partito il suo successo non è mai stato in discussione. Abbiamo aspettato una settimana per vederlo in azione, ma ne è valsa la pena.

Primoz Roglic - È lui a rompere gli indugi al secondo passaggio sulla salita dei Cappuccini, sferrando l'attacco dopo il lavoro della squadra. Fa il buco e non si volta, insistendo fino al GPM e riuscendo a staccare il rivale Evenepoel. I secondi guadagnati sono 14, non certo un'eternità, ma almeno è un primo segnale.

Thomas-Geoghegan Hart - La INEOS si dimostra sempre sul pezzo facendo corsa di testa nei frangenti più delicati e nel finale i due capitani sono gli unici a riuscire a rientrare su Roglic. Thomas quinto e Geoghegan Hart sesto nella generale, con Sivakov, De Plus e Arensman in splendido appoggio. Avranno perso Ganna, ma restano la squadra più attrezzata.

Remco Evenepoel - Il primo mini-confronto in salita in cui viene attaccato lo vede sconfitto. Il belga fatica sulle rampe dei Cappuccini e se in un primo momento sembra riuscire a rientrare, poi deve alzare bandiera bianca. I 14 secondi persi non sono certo un dramma (e possono essere compensati con gli interessi nella cronometro di domenica), ma possono rappresentare un segnale positivo per gli avversari, anche psicologicamente.

BORA - hansgrohe - Anche la squadra tedesca si affaccia nelle prime posizioni del gruppo dei big quando la situazione si scalda, presenza che può far pensare a un'azione dei capitani o di uno dei loro luogotenenti. Nel finale, però, Aleksander Vlasov e Lennard Kämna perdono secondi preziosi non solo da Roglic e dalla coppia INEOS, ma anche dal gruppetto Evenepoel-Caruso-Almeida.

Brandon McNulty - Anche da lui ci si aspettava un attacco da lontano e in effetti è uno tra i più attivi nella bagarre iniziale. Ma a differenza di Healy - e degli altri dodici - non riesce nell'impresa. Nel finale è costretto a fermarsi dopo un contatto in salita con un avversario e non è di supporto ad Almeida e Vine quando la corsa esplode, arrivando al traguardo a 20 minuti dal vincitore.

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