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Animo guerriero, cuore audace. Marta Bastianelli è la leonessa delle Fiandre

Giulia Cicchinè

Aggiornato 08/04/2019 alle 21:30 GMT+2

Nel 1997, quando Alessandra Cappellotto vinceva i mondiali a San Sebastian, Marta Bastianelli iniziava a pedalare. 10 anni dopo, a Stoccarda, Marta diventa campionessa del mondo, la prima italiana post Cappellotto. Oggi, vestendo contemporaneamente la maglia di campionessa Europea, con l’arcobaleno di Stoccarda e il ciclamino di leader del World Tour, Marta Bastianelli conquista il Belgio.

Marta Bastianelli sorride al foglio firma

Credit Foto Eurosport

A14, direzione Sud. Superato il confine tra Marche e Abruzzo, kilometro 344, freccia a destra, uscita Roseto. Qualche curva verso il mare ma poi occhi diretti alle colline, perché è lì, tra un vigneto e una salita che si allena lei, Marta Bastianelli.
Il suo nome sembrerebbe essere entrato nelle prime pagine di ricerca, e nell’Olimpo del ciclismo, da domenica, dopo la vittoria del Giro delle Fiandre nella storica doppietta azzurra con Alberto Bettiol. La realtà dei fatti è che il nome di Marta Bastianelli, in quell’olimpo, c’è da molto prima. Prima di Oudenarde, prima di Glasgow, prima di Gent, prima di Stoccarda, prima di Mosca, di Sofia e di Stresa.
Prima di tutto c’è Marta. Marta nasce a Velletri il 30 aprile 1987. Suo zio correva in bicicletta, i suoi cugini correvano in bicicletta e suoi genitori non hanno saputo dirle di no, con riserva però: “Perché il ciclismo è uno sport da maschi”.
Marta non era un maschio ovviamente, anzi i maschi probabilmente li batteva pure. E li batte anche adesso, quando si allena su quelle colline d'Abruzzo che ormai chiama casa sua. Si alza sui pedali, cambia rapporto, scatta e li lascia tutti lì. Lascia lì gli avversari, lascia lì i problemi.
Aveva solo 20 anni quando a Stoccarda 2007 ha alzato le braccia al cielo sul traguardo iridato. Su quello stesso circuito che di lì a poco avrebbe incoronato anche Paolo Bettini. Marta Bastianelli, uno scricciolino tutto azzurro con il dorsale 15, con un’azione pazzesca fatta per aiutare le velociste della squadra, si era tinta di arcobaleno.
Ci ho creduto. Ma se dovessi dire che oggi sono Campionessa del Mondo... non ci credo – Bastianelli 2007
Marta Bastianelli ci ha creduto sempre, anche in quel biennio scuro, 2008-2010. Era già ferma per una discussa positività e siccome pioveva e piove sempre sul bagnato, in quello stesso periodo, Marta è stata vittima di due incidenti molto gravi. Uno le è costato la frattura in quattro parti della mandibola, l’altro quello di una vertebra lombare. Le dicevano che al 90% non sarebbe più tornata in bici, eppure...
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Marta Bastianelli, 20enne, ascolta l'Inno di Mameli dopo la vittoria del Mondiale a Stoccarda 2007

Credit Foto Imago

Ci ha messo il suo tempo, eppure Marta Bastianelli è tornata. Lo ha fatto dopo la parentesi più buia, nel 2010 e lo ha fatto ancora, dopo la parentesi più splendente: la nascita di Clarissa Victoria, nel 2014. E se facciamo bene i conti, Clarissa oggi ha 5 anni. E mamma Marta è in giro a correre.
Ci vuole coraggio. “Per pesare il cuore con entrambe le mani, ci vuole coraggio”. Perché ogni volta che Marta prepara la valigia per “andare a lavoro”, non lascia solo il profumo di casa, ma anche quello di Clarissa e di Roberto.
Le dicevamo Mamma va al lavoro in bici. Ad un certo punto è venuta da me e mi ha detto: Mamma ma perché non vai al lavoro in macchina? Così torni prima.
Così ha dichiarato in un’intervista a Suiver. E adesso azzardetevi a dire che “è solo il suo lavoro”. Perché a parole può anche esserlo. Ma a fatti è tutta un’altra cosa.
E sono i fatti a parlare per la Bastianelli, i piazzamenti, le vittorie. Dal 2006 con la Safi-Pasta Zara-Manhattan, ad oggi con la maglia di campionessa Europea della Virtu, conquistata lo scorso anno a Glasgow, una maglia divisa a metà con quella ciclamino di leader di Coppa del Mondo.
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Marta Bastianelli sorride con la maglia di Campionessa Europea conquistata a Glasgow nell'estate 2018

Credit Foto Getty Images

Con i punti conquistati con la vittoria al Fiandre, Bastianelli è sempre più leader della Coppa del Mondo di ciclismo femminile (660 punti, seconda la Wild a 450) e Sofia Bertizzolo, sua compagna di squadra in Virtu e arrivata quarta nella classica belga, è la leader della maglia azzurra, ossia della classifica giovani di Coppa del Mondo (che ha vinto lo scorso anno).
Cosa c'è dietro ad una vittoria epica come questa?... tanto; sacrificio, determinazione, costanza, squadra, passione, persone che credono in te ... e potrei scrivere ancora tanto ma penso che queste parole raccolgano molto!
Un ciclista conta tempi e watt, macina km, sacrifica affetti e famiglia. Più di ogni cosa però, ascolta le sensazioni del cuore, in sella e nella vita e dal 2006 a oggi, Marta Bastianelli è l’esempio più audace di tenacia da seguire. L’esempio di donna, mamma e atleta. Perché non è scontato, non è da tutti ma di certo è da Marta Bastianelli, la nostra campionessa del Fiandre.
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