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Ciclismo

Il corridore della settimana: Mathieu van der Poel figlio d'arte, ragazzo prodigio

Fabio Disingrini

Aggiornato 22/04/2019 alle 23:14 GMT+2

Una settimana da dio. Come se nel passare dal cross alla strada non fosse cambiato niente: pluricampione del mondo prima, fenomeno delle classiche oggi... E chi lo ferma più questo ragazzone olandese nato nelle Fiandre, figlio di Adrie van der Poel, nipote di Poulidor, con i geni del campione e le stimmate del fuoriclasse. Ora che in 5 giorni ha vinto la Freccia del Brabante e l'Amstel Gold Race.

Il corridore della settimana: Mathieu van der Poel

Credit Foto Eurosport

La Freccia del Brabante è una corsa bellissima che segna il passaggio dal mitico pavé delle Fiandre alle storiche côtes delle Ardenne. Una gara vinta dai più grandi – Merckx, Van Springel, De Vlaeminck, Bartoli, Museeuw, Freire, Gilbert, Sagan – e da un ragazzo prodigio che lo sarà molto presto, Mathieu van der Poel, 34 anni dopo papà Adrie. Scattando dalla prima posizione (la più difficile) di uno sprint a quattro, van der Poel ha lanciato una volata lunghissima con le sue lunghe leve e battuto non dei capitati, bensì Alaphilippe, Wellens e Michael Matthews.
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Van der Poel è uno spettacolo: sua la Freccia del Brabante, battuti in volata Alaphilippe e Wellens

Cinque giorni dopo c'è l'Amstel Gold Race e la vogliono vincere proprio tutti: Valverde per chiudere, in maglia iridata, il trittico delle Ardenne; Alaphilippe per rimettere subito le cose a posto; Sagan per dimenticare il pavé e le Fiandre. Invece, davanti al suo pubblico, tra due ali di folla scrosciante, mentre Riccardo Magrini dice che "Se parte van der Poel li fa tutti neri", il ragazzo si lancia in un'altra volata, stavolta di rimonta su Alaphilippe, trionfando con la maglia di campione d'Olanda.
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Quando van der Poel spazzò via Alaphilippe: la rimonta del 2019

Van der Poel e i geni del fuoriclasse

Chi se lo ricorda campione juniores sul traguardo iridato di via Paoli, ai Mondiali di Firenze nel 2013? Olandese ventiquattrenne nato a Kapellen, nelle Fiandre di Anversa che confinano col Brabante e il Limburgo. Pluridecorato del ciclocross, figlio d’arte perché suo padre Adrie è stato un maestro delle classiche, e maestro di Bartoli, vincendo Fiandre e Liegi negli anni Ottanta. Nipote di Raymond Poulidor, il corridore più amato dai francesi perché, tre volte secondo e cinque volte terzo, non ha mai vinto il Tour de France. Atleta polivalente alla prima stagione in esclusiva su strada, quest'anno Mathieu van der Poel ha già vinto 6 corse in scala crescente: la prima tappa del Tour di Antalya, il Grand Prix Denain, il Circuit Sarthe e, prima dei successi della settimana, la Dwars door Vlaanderen da preludio al suo splendido Fiandre.
Ma questo qui è fortissimo! Siamo di fronte a un fenomeno. Siamo di fronte a un fuoriclasse. Sono molto affezionato a suo padre perché lo conoscevo bene, era in gruppo con me. Per le statistiche, Adrie è in top-ten nella tappa che io vinsi al Tour de France del 1983. (Riccardo Magrini)
Lui che sa fare cose speciali, che al suo primo Fiandre è caduto rovinosamente a 60 chilometri dal traguardo, dopo aver spezzato la ruota saltando una fioriera, e ha rimontato il gruppo all’assalto del Vecchio Kwaremont chiudendo quarto. Lui che gareggia per una squadra continental, la Corendon-Circus, e dicono che abbia pianto senza invito alla Parigi-Roubaix. Si capisce oggi la portata del successo di Matteo Trentin, un anno fa, sul traguardo europeo di Glasgow, perché sul podio c’erano van der Poel e l’altro fenomeno del ciclcocross, l'indomito Wout van Aert.
Lo conosco bene perché suo papà era mio compagno di stanza, la mia persona giusta: Adrie van der Poel (vincitore del Fiandre 1986 e della Liegi 1988, ndr) mi ha insegnato tutto ciò che c’è da sapere sul Fiandre e le Classiche del Nord… E suo figlio è dotato di una classe superiore. (Michele Bartoli).
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Mathieu van der Poel non ci crede di aver vinto la classica di casa, l'Amstel Gold Race 2019, con la maglia di campione olandese.

Credit Foto Getty Images

La foto della settimana: "Pure Cycling"

Non una foto ma un video per questa settimana, perché la Canyon ha dedicato a Mathieu van der Poel questo splendido footage d'immagini che ritraggono Mathieu van der Poel con il papà e con il nonno, sui traguardi iridati del ciclocross e quelli dei più recenti trionfi su strada. Si chiama Pure Cycling ed è semplicemente bellissimo.

L’azione della settimana: il record dell'ora

Dagli antipodi del ciclismo classico, sulla pista di Aguascalientes, nel cuore del Messico, a duemila metri sul livello del mare, il belga Victor Campenaerts fissa il nuovo record dell’Ora in 55,089 chilometri. Un primato che viene da lontano anche nel tempo, dalla fine del secolo decimonono, quando nel 1893 Henri Desgrange, l’inventore del Tour de France, percorse una grandeur di 35,325 chilometri orari. Un record che è stato di Petit-Breton, il primo campione della Milano-Sanremo, di Giuseppe Olmo, Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Ercole Baldini e Roger Rivère nel mitico Vigorelli di Milano, di Merckx e Moser a Città del Messico. Campenaerts, nato nelle Fiandre, ha migliorato di 563 metri il primato di Bradley Wiggins che sembrava destinato a lunga durata. Invece cade dopo 4 anni, altro che azione della settimana.
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La Namibia, la bici "baffuta", l'altitudine: i segreti del record dell'ora di Victor Campenaerts

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