Liegi-Bastogne-Liegi - Pogacar vince ancora la Doyenne! Attacco sulla Redoute e arrivo in solitaria, van der Poel 3°
Aggiornato 21/04/2024 alle 18:02 GMT+2
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI - Tadej Pogacar era il grande favorito e non tradisce le attese. Lo sloveno attacca sulla Redoute (ai -34,8) dopo un grande lavoro di squadra e stacca tutti i rivali, centrando il secondo successo alla Doyenne e la sesta Monumento. Secondo Romain Bardet. Mathieu van der Poel non brilla, ma nel finale rientra sul gruppetto inseguitore e vince la volata per il terzo posto.
Vi eravate forse dimenticati di lui? Tadej Pogacar torna in gara dopo un mese e fa ciò che gli riesce meglio, ovvero dominare una corsa in bicicletta. Che nel caso specifico è la Liegi-Bastogne-Liegi. Lo sloveno saluta la compagnia nel punto più atteso, la celebre Côte de la Redoute, quando mancano 34,8 chilometri al traguardo. Tolta l'effimera resistenza di Richard Carapaz, nessuno rivede più il fenomeno della UAE Emirates, che bissa il successo del 2021 alla Doyenne e mette in bacheca la sesta Monumento. Pogacar premia anche il grande lavoro di squadra (su tutti un meraviglioso Domen Novak), al controllo delle operazioni per tutto l'arco della corsa. Secondo posto per Romain Bardet, mai così in alto in questa corsa. E Mathieu van der Poel? Il corridore della Alpecin-Deceuninck non brilla e non è mai protagonista della corsa, ma nel finale riesce a rientrare sul gruppetto inseguitore con tutti i big e a dominare la volata per il terzo posto. Di orgoglio, da campione del mondo.
L'ordine d'arrivo
1. T. POGACAR (UAE Emirates) | 6h13'18'' |
2. R. BARDET (Team dsm - firmenich) | +1'39'' |
3. M. VAN DER POEL (Alpecin - Deceuninck) | +2'02'' |
4. M. VAN GILS (Lotto Dstny) | st |
5. A. PARET-PEINTRE (Decathlon AG2R) | st |
6. M. VANSEVENANT (Soudal - Quick Step) | st |
7. V. MADOUAS (Groupama - FDJ) | st |
8. A. LUTSENKO (Astana Qazaqstan) | st |
9. P. BILBAO (Bahrain - Victorious) | st |
10. T. PIDCOCK (INEOS Grenadiers | st |
La cronaca
La stagione delle Classiche del Nord si chiude, come da tradizione, con la Liegi-Bastogne-Liegi. La Doyenne, giunta alla sua 110ª edizione, prevede un percorso di 254 chilometri e undici côtes a scandirne la trama e determinarne l'esito. Elemento da non sottovalutare e non particolarmente gradito è il grande freddo, già protagonista in questi giorni nelle Ardenne. La fuga di giornata prende il largo quasi subito ed è composta da nove corridori: Gil Gelders (Soudal - Quick Step), Remy Rochas (Groupama - FDJ), Enzo Leijnse (Team dsm - firmenich), Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), Lilian Calmejane (Intermarché - Wanty), Ivan Romeo (Movistar), Fabien Doubey e Paul Ourselin (TotalEnergies), Loic Vliegen (Bingoal). La UAE Emirates di Tadej Pogacar prende in mano le redini della situazione e conduce l'inseguimento, seguita dalla Bahrain - Victorious.
La Côte de Bonnerue (2,5 km al 5,9%) inaugura la serie di salite "ufficiali", ma non incide sulla corsa. Davanti pedalano di buona lena e il vantaggio sfiora in cinque di minuti, anche se in prossimità della Côte de Saint-Roch (1 km all 11,2%) il gruppo comincia a rosicchiare qualcosa. Sjoerd Bax scandisce il ritmo nel plotone per diversi chilometri, ma in prossimità dei -100 diverse squadre accelerano per portare nelle prime posizioni i rispettivi capitani. Il percorso è impegnativo, molti corridori perdono contatto e il vantaggio dei battistrada evapora. I primi colpi di scena arrivano in un tratto apparentemente innocuo. Una prima caduta in fondo alla carovana spaventa Mathieu van der Poel, sfiorato mentre stazionava in fondo al plotone dopo aver cambiato i gambali. Poco dopo, un secondo capitombolo coinvolge mezzo gruppo. Non ci sono conseguenze importanti, ma molti devono mettere piede a terra e si ritrovano a dover inseguire. Tra questi c'è ancora il campione del mondo.
La Israel - Premier Tech non fa sconti e aumenta l'andatura sulla Côte de Mont-le-Soie (1,7 km al 7,9%). Vergallito si ferma ad aiutare van der Poel e nel gruppo dei ritardatari ci sono anche Thomas Pidcock, Santiago Buitrago, Pello Bilbao, Antonio Tiberi, Aleksandr Vlasov, Romain Gregoire, Simon Yates, Valentin Madouas. Solo in un secondo momento arriva il contributo anche della Groupama - FDJ. Il gruppo Pogacar va a riprendere gli ultimi fuggitivi sulla Côte de Wanne (3,6 km al 5,1%) e si riporta in testa alla corsa. Qui la verve degli inseguitori si spegne e il ritardo sale fino a un minuto e mezzo. Sembra farsi dura per loro. Thomas Pidcock non ci sta e prova a rincorrere da solo accelerando sulla Côte de Stockeu (1 km al 12,5%), seguito in un primo momento da Tiberi e poi da Mauri Vansevenant e Romain Gregoire. Il loro sforzo è encomiabile e sulla successiva Côte de la Haute-Levée (2,2 km al 7,5%) riducono notevolmente il gap, riuscendo addirittura a rientrare al termine della salita. Ma il ritmo là davanti non è più forsennato e in breve torna sotto anche il gruppo van der Poel. Ai -70, i big sono di nuovo tutti insieme.
In attesa di capire quanto hanno speso coloro che erano rimasti attardati, la Alpecin decide di non prendersi altri rischi e si porta in testa al gruppo. Comincia una fase di stallo e nè il Col du Rosier (4,4 km al 5,9%) nè la Côte de Desnié (1,6 km all'8,1%) accendono la corsa. La bagarre comincia in avvicinamento alla Côte de la Redoute (1,6 km al 9,4%), il simbolo della corsa. EF e Lidl Trek approcciano la salita in testa, ma in un amen torna la UAE davanti, con un inesauribile Domen Novak. Siamo al dunque. Tutti aspettano Tadej Pogacar, che appena il compagno e connazionale esaurisce la benzina, sferra l'attacco. Mancano 34,8 chilometri al traguardo. L'unico a rispondere è Richard Carapaz, che rimane agganciato per 500 metri. Poi molla, non può tenere. Pogacar scollina e ha già quindici secondi di margine. Nel primo gruppetto inseguitore non c'è Mathieu van der Poel.
Pogacar si lancia in discesa e il suo vantaggio aumenta subito, mentre dietro non riescono ad organizzarsi. Skjelmose, Healy, Carapaz, Bernal, Bilbao, Lutsenko, Benoot, Almeida, Hirschi, Vansevenant, Gregoire, van Gils, Bardet, Cosnefroy, A. Paret-Peintre fanno parte del primo gruppetto inseguitore, che si ritrova in ritardo di un minuto già ai -30. Mentre Pogacar si invola verso Liegi, dietro accelerano Healy e Bardet, ripresi in un secondo momento da Cosnefroy e Gregoire. Van der Poel si trova ancora più indietro, in un altro plotoncino trainato da un generoso Tiberi. Pogacar ha un minuto e mezzo di margine quando affronta l'ultima asperità di giornata, la Côte de la Roche-aux-Faucons (1,3 km all'11%). Mentre lo sloveno scollina, Bardet sgomma, stacca Healy, Cosnefroy e Gregoire e si ritrova da solo a inseguire. Il francese guadagna subito un discreto margine, ma ai -9 sembra destinato a essere riassorbito. Ma dietro si guardano ancora, il corridore della dsm ne approfitta. Nel frattempo, dalle retrovie, si riavvicina anche van der Poel.
Ai -5 Pogacar può già godersela, ai -4,5 van der Poel rientra sul gruppo Healy-Bernal-Cosnefroy e torna clamorosamente in corsa per il podio. Ai -2 Bardet è sicuro del secondo posto. Si arriva così al rush finale. Pogacar si volta, poi si guarda intorno e saluta la folla. Poi alza le braccia e manda una dedica al cielo per ricordare la madre della fidanzata Urska Zigart, arrivando piuttosto commosso. Bardet ufficializza un grande secondo posto, poi è volatone in un gruppo tornato a contare 25 unità. Van der Poel lancia lo sprint da lontano, ma resiste e si prende il primo podio alla Liegi, rialzandosi anche in anticipo. In questo plotone c'è anche Antonio Tiberi, 22° e migliore degli italiani dopo una giornata di grande lavoro per i compagni.
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