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Un'accusa di traino, un velocista scalatore: Arnaud Demare è l'ultimo caso "Italia contro Francia"

Fabio Disingrini

Aggiornato 21/03/2016 alle 19:16 GMT+1

Il vincitore della Milano-Sanremo incassa le accuse di baro da parte di Tosatto e Capecchi: «Questi italiani non accettano la mia vittoria». Come ha fatto però Arnaud Demare, caduto a 30 chilometri dall'arrivo e attardato di mezzo minuto dalla testa della corsa, a far registrare il miglior tempo di ascesa sulla Cipressa (lui che è un velocista puro...) e scollinare col gruppo?

Arnaud Démare après sa victoire à Sanremo.

Credit Foto AFP

Che tra francesi e italiani non corra buon sangue in materia ciclistica, è fatto noto dai tempi dei pionieri e delle chansons de geste, da Binda al Leone delle Fiandre Florenzo Magni, da Coppi a Gino Bartali che nel 1948, vincendo il Tour de France, “salvò” l’Italia dell’attentato a Togliatti da una specie di guerra civile. E i francesi che s’incazzano, eccetera eccetera.

Qui Francia: una "rimonta possibile" di 30 chilometri

L’ultimo capitolo della “diatriba delle Alpi” è di quelli freschissimi di stampa e stavolta il ring è sul suolo, anzi sull'asfalto italico: una Milano-Sanremo tinta di giallo dal giorno dopo la vittoria del francese Arnaud Demare. Lo sprinter della FDJ infatti, coinvolto come Michael Matthews in una caduta prima della Cipressa, a differenza dell’australiano (sfiancato dall’acido lattico durante l’inseguimento, fuori dai primi cinquanta al traguardo) s’è reso protagonista di una formidabile rimonta sulla salita di Costarainera. Sabato, Demare parlò in conferenza stampa di «Quei giorni in cui tutto ti sorride» e le gambe vanno al massimo, quando anche le più difficili rimonte si trasformano in una «probabilità di vittoria».
Le triomphe de démare sur Milan-Sanremo

Due italiani accusano Demare: «S'è fatto trainare»

Pareva allora che la Milano-Sanremo avesse completato il suo ritorno al classico con un sabato santo, quello di San Giuseppe e della Festa del Papà, per placare la neve e la pioggia delle ultime edizioni domenicali… Any Given Sunday s’abbatte invece sulla Classicissima di primavera anche quest’anno, ma giù dalla sella, con due corridori “accreditati” come Matteo Tosatto della Tinkoff ed Eros Capecchi della Astana come in una macabra danza della pioggia. Tosatto, che è il grande veterano del gruppo, è stato il primo infatti ad accusare Demare di baro lontano da via Roma:
Prima della Cipressa, Demare era staccato. In salita ci ha superato a doppia velocità attaccato alla sua ammiraglia. Non ho visto se al finestrino o con una borraccia. Poi in volata sarà andato anche forte. Ma senza quel traino, allo sprint non ci sarebbe mai arrivato. Io una cosa così, fatta in modo tanto spudorato, non l'avevo mai vista. Comunque non ero solo in quel frangente, con me c'erano altri corridori e credo abbiano visto bene anche loro
Non bastasse, gli fa eco Eros Capecchi, fra i tanti corridori che al traguardo hanno chiesto spiegazioni al Presidente di giuria della Milano-Sanremo, il francese Hervé Brocque:
Demare ci ha passato in salita a 80 all'ora. Una cosa mai vista. Ero a ruota di Tosatto, ho visto tutto molto bene. Demare era aggrappato sulla destra dell'ammiraglia. Uno schifo!

Demare da velocista puro a scalatore sulla Cipressa

Voci e accuse difficili da dimostrare o smentire senza il supporto delle immagini o di qualche telecamera, eppure sulla Cipressa - che è sì una salita di 6 chilometri con una pendenza ridotta al 4% e un’altimetria di appena 233 metri, ma parliamo qui di un velocista puro... - Arnaud Demare ha fatto registrare il miglior tempo di scalata: 10’02 a una velocità massima di 52,2 chilometri orari (!) contro, ad esempio, i 41,8 km/h toccati da Giovanni Visconti (10'05), che insieme a Stannard è scollinato in testa a Costarainera. Così, Demare avrebbe recuperato mezzo minuto di ritardo causato dalla caduta dei -3 chilometri alla Cipressa, ripartito da fermo con 2 corridori della Bora (Bennet e Muhlberger) contro un plotone lanciato in piano a 50 chilometri orari. Premesso che i file di ascesa, watt e velocità sono stati registrati da Strava (in breve, un'app accessibile a tutti, pro e amatori, con un network di un milione di iscritti per lo sharing di dati prestazionali, mappe gps...) e quindi verosimilmente “elaborabili”, il caso non si placa, anzi s’incendia sul segmento “Cipressa pianura” di Demare, pubblicato sabato per una decina di secondi, scomparso ieri (forse privatizzato) e riemerso in serata con un Kom (“King of the mountain”) vinto dal francese sulla salita di Costaraniera.

Demare: «Non ho fatto come Nibali alla Vuelta»

Arnaud Demare finisce così sul banco degli imputati, rispondendo al capo di “truffa aggravata della Milano-Sanremo”, accusato di traino in salita. Lo difende ai microfoni di "Cyclingnews" il direttore sportivo della Fdj, Frederic Guesdon, vincitore della Parigi Roubaix nel 1997, da 3 anni in ammiraglia per il World Team francese:
Non abbiamo barato. Ero con Arnaud sulla salita di Cipressa semplicemente perché era nella coda di macchine dopo la caduta. A un certo punto ha preso una borraccia da noi ma non avrei potuto averlo trainato a 80 km/h quando ero nella coda della auto dei direttori sportivi in salita. Eravamo paraurti a paraurti
E non si nasconde nemmeno l’imputato Arnaud Demare, intervistato da "France 2":
Ci sono dei cattivi perdenti. Sono caduto e ho avuto la moto del commissario, che mi è stata accanto. Se mi fossi attaccato alla macchina sarei stato penalizzato. Ricordiamo quello che è successo a Nibali alla Vuelta. Non avrei mai rischiato quella che è la mia più grande vittoria per questo. La verità è questi italiani (Tosatto e Capecchi, ndr) erano amareggiati del fatto che un giovane francese di 24 anni avesse vinto in via Roma
Sulla pubblicazione dei dati Strava, Demare ha infine risposto: "Premesso che non mi devo giustificare, ho reso pubblici subito i miei dati. E gli appassionati potranno notare che non ci sono punte di velocità di 80 km/h… Ho guadagnato questa vittoria pienamente a colpi di pedale e sono fiero di essere il francese che succede a Jalabert". Tra i francesi che s’incazzano,e i giornali che svolazzano, Zazzarazzaz, eccetera, eccetera.
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Demare allo sprint, la Milano-Sanremo parla francese 21 anni dopo

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