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van der Poel nella storia, Kopecky MVP, ItalDonne in difficoltà. Da 0 a 10: il pagellone dei Mondiali strada

Carlo Filippo Vardelli

Pubblicato 14/08/2023 alle 11:52 GMT+2

MONDIALI CICLISMO SU STRADA – Dopo nove giorni di gare in cui abbiamo visto ragazzi e ragazze di tutte le età darsele di santa ragione, ora è il momento di dare i voti. Da van der Poel a Kopecky, da Pogacar a van Aert, da Ganna a Milesi, dalla nazionale azzurra al percorso di Glasgow.

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That’s all folks, il super Mondiale di Glasgow è finito. Dopo nove giorni di gare in cui abbiamo visto ragazzi e ragazze di tutte le età darsele di santa ragione, ora è il momento di dare i voti. I numeri più alti ovviamente saranno per Mathieu van der Poel e Remco Evenepoel: cognomi assonanti ma di nazioni diverse, che hanno siglato dei primati incredibili. Poi il viaggio si fermerà a casa di Lotte Kopecky: l’MVP di questa senza rassegna scozzese. Sosta programmata anche a casa azzurri: la principessa Fede Venturelli, la grinta del gruppo Junior, i muscoli di Lorenzo Milesi, Pippo Ganna imperiale (come sempre), tanti Under23 pronti a fare la differenza anche ad alto livello e qualche dolore dalla squadra femminile (con l’attenuante della sfortuna). E quindi le "delusioni", argomentate con le giuste motivazioni: Wout van Aert, Tadej Pogacar, Alec Segaert, Jan Christen, le nazionali che non hanno ancora imparato a correre e un percorso tanto esaltante quanto pericoloso. Fortunatamente il meteo scozzese ha regalato qualche sprazzo di sole oltre alla pioggia, altrimenti sarebbe stata una carneficina.

Voto 10 a… Mathieu van der Poel

Cosa c’è di meglio di Mathieu van der Poel nel 2023? La Sanremo, la Roubaix e poi il Mondiale in linea, diventando il primo ciclista nella storia a completare questo terzetto in una sola stagione. Ha corso un Tour de France "anonimo", servendo la squadra come il primo dei gregari. La gente diceva: ma cosa è venuto a fare? La verità è che quest’anno VDP ha selezionato gli obiettivi e non ha sbagliato un colpo, prendendosi l’iride a Glasgow. "Questo titolo chiude un cerchio" ha detto al termine della gara, consapevole di aver fatto il passo definitivo verso la propria consacrazione.
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Voto 9 a… Lotte Kopecky

"MVP, MVP, MVP". Quando un giocatore di basket, particolarmente dotato, si ferma in lunetta per "battere" due tiri liberi, il pubblico - quasi sempre - lo omaggia con questo coro. MVP tradotto in italiano vuol dire miglior giocatore della competizione, e non c’è davvero niente di meglio per descrivere il Mondiale di Lotte Kopecky. La nativa di Durms, oltre agli sfracelli fatti in pista, si è presa anche la briga di competere su strada, portando a casa il bersaglio grosso. Impressionante la prestazione sui 150km scozzesi, debordante la forza con cui ha sradicato le radici delle altre formazioni. Chiude la rassegna con tre ori in quattro gare tra pista e strada: MVP è fin riduttivo.
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Voto 8 a… Remco Evenepoel

Un uomo venuto al mondo per fare la storia. È questo Remco Evenepoel, che a distanza di un anno da Wollongong si veste di un’altra maglia iridata, vincendo la cronometro di Glasgow. I franchi tiratori erano già pronti a fargli saltare la testa dopo la corsa in linea (intepretata maluccio), ma a lui interessava la prova contro il tempo, i 47km intorno a Stirling disegnati "per i super specialisti". È il secondo essere umano nella storia a fare l’accoppiata Mondiale in linea-Mondiale a cronometro dopo Abraham Olano e il primo belga di sempre a vincere il tic-tac iridato. Fino al 2017 andava in bicicletta solo per divertimento: valutate voi...
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Voto 7 a… Filippo Ganna

"Torno a casa dopo aver fatto tre gare e preso tre medaglie. Non so in quanti possano dirlo". Filippo Ganna saluta il Super Mondiale scozzese con una frase che sprizza verità da tutti i pori. Inseguimento a squadre, inseguimento individuale e cronometro: il verbanese è stato ancora una volta il faro degli azzurri a 360 gradi, arrendendosi in quel di Stirling solo alla furia agonistica di Remco Evenepoel. Poco male comunque per SuperPippo, che nel cambiamento che lo vuole sempre di più "uomo da classiche" non ha perso le sue caratteristiche migliori.
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Voto 6 a… I giovani italiani che volano

Federica Venturelli: quarta nella prova Junior in linea e terza a cronometro. Juan David Sierra: quarto nella prova Junior in linea. Lorenzo Milesi: medaglia d’oro nella crono U23 e quinto nella prova in linea. Luca Giaimi: sesto nella cronometro Juniores. E poi i vari Bessega, La Bella, Piffer, Buratti, Belletta, De Pretto. Checché se ne dica in giro, i giovani in Italia ci sono e vanno anche molto forte. Sicuramente non siamo più la potenza mondiale di 30 anni fa, ma abbiamo tanto materiale umano e possiamo toglierci una marea di soddisfazioni nei prossimi anni. Questi ragazzi corrono bene sono molto uniti: diamogli tempo.
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Voto 5 a… Tadej Pogacar

Partiamo da un presupposto importante, in modo da evitare fraintendimenti. Tadej Pogacar è il bronzo mondiale della prova in linea, dietro solo a van Aert e van der Poel, e questa cosa non si può cancellare. Una medaglia è una medaglia: punto. L’impressione, però, corroborata sia dalle sue parole che dalla cronometro, è che Tadej non avesse poi così tante energie da spendere. In strada si è sempre mosso "a rimbalzo", perdendo le ruote della premiata ditta nel finale, mentre nella crono ha subito l’umiliazione del sorpasso di Ganna. Insomma: i risultati ancora una volta non sono mancati, ma mai come in questa rassegna l'abbiamo visto molto stanco.
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Voto 4 a… Wout van Aert

Si può definire deludente un Mondiale con una medaglia d’argento e un quinto posto? Di base sarebbe corretto rispondere no, ma se ti chiami Wout van Aert il pendolo del giudizio per forza di cose vira sulla risposta contrastante. È incredibile la condizione in cui versa il talento di Herentals: è un fenomeno, è forse il ciclista più completo al mondo, ma gli manca sempre l’acuto finale nei big moments. Questa rassegna iridata ha simboleggiato l’ennesimo duello perso con VDP e una medaglia che può farlo contento il giusto. Forse in futuro cambierà programmazione per non "fallire", o forse rimarrà per sempre così: bello e (parzialmente) incompiuto.
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Voto 3 a… Christen e Segaert, che devono ancora crescere

Se dovessi nominare due talenti generazionali che segneranno i prossimi 10/15 anni di ciclismo, senza dubbio alcuno andrei su Jan Christen e Alec Segaert. Il nativo di Leuggern, classe 2004, e il belga della Lotto, classe 2003, sono sicuramente due predestinati del wattaggio, ma allo stesso tempo hanno ancora bisogno di crescere. La giuria degli esperti li aveva piazzati a medaglia sia nella crono che nella prova in linea U23, invece è uscito "solamente" un argento per Segaert (nella disciplina dove era iper favorito). Spesso e volentieri c’è troppa pressione su questi atleti, che sono poco più che bambini. Cerchiamo di avere pazienza e mettere tutto nella giusta prospettiva: questo Mondiale è stato deludente nell’ordine di questa classifica, ma in realtà può essere il primo passo verso un futuro estremamente luminoso.
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Voto 2 a… La nazionale femminile Elite

Anche qua, come per Pogacar, occorre fare una premessa. Chi vi scrive è un grande estimatore del ciclismo femminile e non vuole assolutamente alzare un polverone. Sono voti, c’è una scaletta da rispettare: niente di più. Detto questo, è intellettualmente onesto affermare che il gruppo Elite femminile ha sottoperformato. Senza Longo Borghini e con la coppia Guazzini-Balsamo ancora "in convalescenza", le medaglie ci hanno fatto marameo con la mano. Probabilmente, i tanti infortuni hanno giocato un ruolo decisivo nel flop di questo gruppo, che sulle strade della Scozia ha fatto fin troppa fatica. La speranza, come scrivevo post-Tour, è che questa nuvoletta fantozziana possa sparire, in modo da rilanciare l’ambizione delle ragazze.
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Voto 1 a… Le nazionali che non sanno correre

Quali erano le squadre favorite alla vigilia delle due prove in linea Elite? Belgio e Olanda. Quali sono le nazionali che hanno corso peggio di tutte? Belgio e Olanda. Non che servisse quest’ulteriore dimostrazione per allungare la tesi di fine anno, ma ormai è chiaro a tutti che per vincere un campionato del mondo servono grande coesione e unità d’intenti. Poi, in tutta onestà, avrebbero trionfato ugualmente van der Poel e Kopecky, ma il ciclismo è anche tattica e le squadre che ne sono sprovviste "puzzano di sconfitta" a metri di distanza. Vestire la stessa maglia non basta per essere una grande nazionale.

Voto 0 a… Il percorso: troppo pericoloso

Forza, non giriamoci intorno. Chi ha disegnato questo percorso cittadino è riuscito a tradurre su strada una pensata altamente spettacolare, ma allo stesso tempo ha scavalcato il limite della sicurezza. Con i "se" e con i "ma" non si fa la storia, ma se avesse piovuto qualche ora/giorno in più (cosa abituale in Scozia) sarebbe successo un disastro. Il lastricato, il toboga, le curve a gomito, le transenne, le discese a fiamma. Dove finisce lo spettacolo e inizia il pericolo? Quando una cosa smette di essere divertente e diventa un rischio?
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