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Nibali cade nel finale, Greg Van Avermaet è medaglia d'oro per il Belgio, sesto Fabio Aru

Fabio Disingrini

Aggiornato 06/08/2016 alle 22:22 GMT+2

Sogno infranto in discesa a 11 chilometri dal traguardo: Vincenzo cade in testa alla corsa spianando la strada a Greg Van Avermaet, imbattibile allo sprint di Copacabana. Il Belgio è medaglia d'oro davanti a Jakob Fuglsang (Danimarca) e Rafal Majka (Polonia): Purito Rodriguez (Spagna), Julian Alaphilippe (Francia) e Fabio Aru (Italia) i primi sconfitti della corsa olimpica. Male Froome.

Van Avermaet, Ciclismo, Rio 2016, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Dopo i Mondiali di Firenze, la "maledizione nazionale" ricade su Vincenzo Nibali, dominatore in quintetto Italia fino a 11,8 chilometri dal traguardo della gara olimpica. Una caduta sciagurata mentre il vincitore del Giro si trovava in testa alla corsa, in discesa da Vista Chinesa: chissà se tamponato in picchiata da Henao o scivolato in traiettoria sull'asfalto di Alto da Boa Vista. Peccato, perché l'Italia aveva fatto la corsa e prima De Marchi in andatura nel circuito di Grumari, poi Damiano Caruso di forza in quello di Tijuca erano stati semplicemente straordinari al servizio della coppia Aru/Nibali, che ha attaccato in discesa ai -34 km. Peccato, perché la Spagna era rimasta presto al lumicino senza gregari, il quartetto francese aveva fatto gara passiva, l'Olanda aveva subito perso Dumoulin (ritiratosi al km.12) e Wout Poels, il Belgio s'era dimezzato fra i ganci di Wellens e Philippe Gilbert... E Chris Froome s'era appena mosso, ma troppo tardi, in piedi sui pedali. Peccato, ma bravissimo Greg Van Avermaet da ex-eterno piazzato al successo della Tirreno-Adriatico, dalle prime montagne del Tour de France (tappa e maglia gialla con impresa a Le Lorian) alla medaglia d'oro olimpica.
C’è il mare come alla Milano-Sanremo, c’è il pavé come nelle Fiandre, c’è un favorito (Alejandro Valverde) come sulle Ardenne, ci sono salite che sembrano quelle del Lombardia, ma questo è l’emisfero australe e si pedala nel meriggio d’agosto. È una corsa bailada che inizia e finisce a Copacabana, che carezza la spiaggia d’Ipanema, che respira la brezza di Prainha. La prova in linea che inaugura i Giochi Olimpici di Rio 2016 è una corsa di 237,7 chilometri, divisa fra il circuito di Grumari - 24,7 chilometri da ripetere 4 volte, con le salite di Grumari (1,3 chilometri al 9.4%, max. 24%) e Grota Funda di duemila metri al 6.8% - e il circuito Foresta di Tijuca/Vista Chinesa con le ascese di Canoas e Vista Chinesa di 8,9 chilometri al 6.2% (max 19%), da ripetere 3 volte verso una discesa di 6 chilometri e ultimi12 piani fino al traguardo di Rio Parc Flamengo.
La fuga olimpica prende forma dopo 10 chilometri ed è un sestetto con un vantaggio massimo di 6 minuti e l'avallo delle 3 squadre (Italia, Spagna e Gran Bretagna) che fanno l’andatura in gruppo: sono Michal Kwiatkowski (Polonia) Sven Erik Bystrom (Norvegia) Jarlinson Pantano (Colombia) Michael Albasini (Svizzera) Pavel Kochetkov (Russia) e il tedesco Simon Geschke. Le cinquine più quotate spiccano fra i 144 partenti (da 63 paesi) di cui solo 90 World Tour. Nelle fasi iniziali della corsa, si ritira Tom Dumoulin mentre Richie Porte, Greg Van Avermaet e il vincitore della Clásica San Sebastián, Bauke Mollema, forano sul pavé di Grumari. Nei primi 100 chilometri, il gap del sestetto in fuga è dosato entro i 5 minuti da Erviti (Spagna), Stannard (UK) e Alessandro De Marchi nell’incantevole scenario della litoranea brasiliana: il Rosso di Buja è l’unico italiano a non aver “fatto fondo” al Tour e il primo a faticare sulla strada olimpica.
Nell’ultimo passaggio in pavé, il forte vento laterale della costa di Barra da Tijuca fraziona il gruppo in almeno 3 tronconi prima dei 25 chilometri oceanici che separano i circuiti verso Vista Chinesa. È in questa fase di "transizione litoranea” che si capisce chi non vincerà la corsa nel lotto dei favoriti olimpici: dal belga Tim Wellens, che ha vinto la tappa di Roccaraso al Giro d’Italia, a Wouter Poels re di Liegi, sfiancato dalla scorta francese a Chris Froome. A proposito della maglia gialla, il tre volte vincitore della Grande Boucle ha vinto l’ultimo Tour in maniera diversa, più umano in salita, più creativo in discesa, con quella straordinaria picchiata giù dai Pirenei; granitico contro il vento del sud, quando in coppia con Sagan ha duettato sul traguardo di Montpellier; imbattibile nella cronoscalata. Froome s’è nascosto in chiave olimpica e pareva non volesse nemmeno gareggiare in linea per dominare una crono senza fatiche pregresse. E invece la Gran Bretagna s’è vista lì in testa fin dalle prime scalate, ma il capitano s'è mosso troppo tardi contro Nibali, con Yates stremato e Geraint Thomas caduto in discesa ai meno dieci.
La corsa olimpica scoppia negli ultimi cento chilometri e a partire dalla prima salita di Canoas/Vista Chinesa, dove saltano Bystrom, Albasini, Pantano e Simon Geschke mentre l’Italia fa la corsa dura con Caruso - insieme a Thomas, Van Avermaet, Henao e Taaramäe - e invece si staccano Gilbert e Boasson-Hagen. La coppia di testa Kochetkov-Kwiatkowski (iridato 2014 ultimo ad arrendersi) resiste sull’Alto da Boa Vista fino ai -45km. (seconda ascesa di Canoas) e contro il quintetto all’attacco della Spagna, costretta a tirare in testa al gruppo con Castroviejo ultimo gregario del duo Rodriguez-Valverde. Si forma quindi un nuovo sestetto in testa alla corsa con Thomas, Van Avermaet, Kwiatkowski, Henao, Zeits e Damiano Caruso, ma il gruppo rientra in salita e s’allunga in discesa da Vista Chinesa.
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Belgium's Greg Van Avermaet celebrates after winning the Men's Road cycling race in the Rio 2016 Olympic Games in Rio de Janeiro on August 6, 2016

Credit Foto AFP

Il momento chiave è a 34 chilometri dal traguardo, quando Fabio Aru e Vincenzo Nibali si lanciano in picchiata riprendendo il gruppo di testa con Caruso e un minuto di vantaggio sul plotone Spagna/UK/Francia. Dietro di loro si forma un manipolo per iniziativa di Kangert, Rodriguez e Louis Meintjes mentre dai -16 km. il terzetto Majka, Henao e Vincenzo Nibalia attacca in forcing verso l'ultima discesa... La picchiata fatale a Nibali ed Henao: Majka li schiva e si piega sul manubrio in solitaria, a mezzo minuto il gruppo Van Avermaet, Rodriguez, Alaphilippe, Zeits, Fulgslang, Meintjes e Fabio Aru. Ai meno cinque si definiscono le medaglie, a duemila metri dal traguardo di Copacabana, la coppia Fuglsang/Van Avermaet riprende Majka e il finale diventa scontato, ovvero Classico belga. Secondo il gregario Astana di Vincenzo Nibali, il più bravo, il più sfortunato della prima giornata olimpica.
VIDEO: Alla scoperta dei portabandiera olimpici
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Alla scoperta dei portabandiera delle Olimpiadi di Rio 2016

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