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Greg Van Avermaet e l'occasione di una vita a due passi da casa, Sagan permettendo

Alberto Coriele

Aggiornato 02/04/2017 alle 09:54 GMT+2

Il 32enne belga ha iniziato la stagione nel migliore dei modi, vincendo tre volte in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad, all’E3 Harelbeke e alla Gent-Wevelgem e arriva da favorito al Fiandre. Un ruolo che dovrà per forza di cose condividere con Peter Sagan, autentico dominatore del panorama internazionale negli ultimi mesi, ed atteso da tutti alla riconferma sul pavè.

Belgian Greg Van Avermaet of BMC Racing Team celebrates as he crosses the finish line to win the 60th edition of the E3 Harelbeke cycling race

Credit Foto Eurosport

Non ha mai vinto una classica monumento, eppure avrà tutti gli occhi addosso. Quasi tutti. Greg Van Avermaet, alla soglia dei 32 anni, sta attraversando il periodo più florido della sua carriera e non ha paura di cucirsi addosso i panni del favorito. Lo ha detto lui stesso, non può più nascondersi. Ed è sembrato anche strano sentirlo caricarsi di una tale responsabilità, lui che su Twitter ha impresso un pensiero che lo accompagna da sempre, “work hard in silence, let success make the noise”, ossia lavora duro in silenzio e lascia che il successo faccia rumore. Sul trono del Nord al momento c’è lui, despota delle due ruote che in questo abbrivio di stagione si è vestito da cannibale. Greg Van Avermaet ha un sogno, che coltiva fin da quando era solo un ragazzo, fin da quando per la prima volta da professionista, nel 2007, ha messo le sue ruote sul pavè. Vuole vincere il Fiandre. Vestiva la casacca della Predictor-Lotto, ma non fu chissà che grande esordio. Il Fiandre numero 101 passerà anche da casa sua, da Hamme-Zogge, e lui ha un conto aperto da saldare con questa corsa dopo la caduta dello scorso anno, a 103 chilometri dal traguardo, che distrusse i suoi sogni di vittoria ed al contempo anche la sua clavicola. Lui è la vera speranza del Belgio di riportare a casa questa corsa simbolo, che i belgi hanno vinto in 68 occasioni su 100 ma che non vincono da quattro edizioni, l’ultimo fu Tom Boonen nel 2012 prima della doppietta di Cancellara (2013-14), del successo di Kristoff (2015) e dell’apoteosi di Sagan (2016).

Inizio di stagione invidiabile

Da uomo del Nord, Greg queste classiche le ha nel sangue, e sa che se ha una occasione da sfruttare veramente nella sua carriera, quella è adesso. Non è mai stato così in forma, soprattutto non è mai stato così avvezzo al successo come in questi ultimi mesi. Delle sue trenta vittorie in carriera, circa la metà portano il vessillo del Nord, segnale inequivocabile del fatto che con queste strade, oltre che a sentirsi a casa, ha un feeling particolare. Al Fiandre è stato secondo nel 2014 e terzo nel 2015, ora vuole l’acuto.
Però non ci sarà solo lui, diavolo d’un Sagan. Se da una parte Van Avermaet viaggia su una nuvola d’oro dopo i successi all’Omloop Het Nieuwsblad, all’E3 Harelbeke e alla Gent-Wevelgem, oltre ad un secondo posto alla Strade Bianche, dall’altra c’è un Peter Sagan che arriva da vincitore uscente a questo Fiandre. Lo scatto sul Paterberg, un anno fa, lo consacrò nell’olimpo delle corse monumento, fu quello il suo rito d’iniziazione. Vinse nell’ultimo anno dell’egida di Cancellara, ed ora che la locomotiva di Berna non c’è più, i favoriti restano solo due. Greg Van Avermaet e Peter Sagan. Sui 259 chilometri tra Anversa e Oudenaarde (con 18 muri da affrontare di cui 11 in pavé e 5 settori in ciottolato), sarà probabilmente e nuovamente il Paterberg a guardare in faccia i favoriti e a scremare, a fare selezione. Chi avrà le gambe lì, a 13 chilometri dal traguardo, potrà vestirsi di gloria.
È quello che sogna il quasi 32enne Van Avermaet, che però dovrà fare i conti con quel fenomeno su due ruote che risponde al nome di Peter Sagan. Perché, a dispetto di tutti i problemi avuti nelle ultime settimane, dal problema meccanico all’Harelbeke fino alla “zuffa” con Terpstra alla Gent-Wevelgem, che ha aperto la strada ad un successo proprio di Van Avermaet, non c’è comunque spazio per pensare ad un Sagan in difficoltà e fuori dai giochi. E, per quanto i fari possano essere puntati anche su Van Avermaet, di sicuro e senza tema di smentita l’uomo del momento, Sagan sarà “l’attenzionato del giorno”.

Caratteri diversi, uniti dal talento

Sagan e Van Avermaet, personalità contrastanti ma con un talento che li unisce e li avvicina, hanno entrambi attraversato il tunnel dei piazzamenti, bollati come non vincenti, eterni secondi, uomini sempre presenti ma senza la zampata decisiva. Entrambi si sono ripresi con gli interessi quanto meritavano, e le critiche sono volate via con il vento del Nord. Due Mondiali (e tanto altro per l’uno), un’Olimpiade per l’altro, ed un inizio di 2017 da far spavento. Ora il pavè del Fiandre li attende, tutti gli occhi saranno su di loro.
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