Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Straordinario Elia Viviani! Sua la maglia tricolore, è il nuovo campione italiano su strada

Fabio Disingrini

Aggiornato 30/06/2018 alle 23:00 GMT+2

Dall’Olimpo al Tricolore, Elia Viviani vince a Darfo Boario Terme una corsa al limite delle sue possibilità con un capolavoro di resistenza in salita e la regola della ruota veloce: la maglia ciclamino del Giro batte la coppia Visconti-Pozzovivo della Bahrain-Merida. È il 45° successo stagionale della corazzata QuickStep Floors, 14° firmato Viviani.

Elia Viviani - 2018

Credit Foto Imago

DARFO BOARIO (BRESCIA) - Alle falde della scalata di Montecampione, che al Giro d’Italia baciò i pedali di Hinault, Pantani e Fabio Aru, le strade della Val Camonica si tingono di Tricolore. Come due anni fa nell’edizione vinta da Nizzolo, il traguardo è a Darfo Boario Terme, però il percorso è più duro nei suoi 233,8 chilometri divisi in 8 giri: quattro volte la salita di Gianico (1,2 km al 6,5%), altrettante sullo strappo di Berzo Inferiore (2 km al 7%), otto fatiche sul Muro di Cornaleto che sale fino al 17% e si vede tutta la sua durezza quando Mosca e De Marchi, arditi fuggitivi sull’ardente strada di Caronte, si piegano sui manubri.
Sul podio gli ho detto: vedrai come te la godi. La maglia Tricolore la porti per un anno e ogni volta è un’emozione speciale. (Giovanno Visconti)
Ultimo giro. Al suono della campana (33 chilometri all’arrivo), dieci corridori si mettono in testa alla corsa sotto il comando di Viviani e Visconti: il primo non vuole perdere le ruote degli scalatori sulle ultime due salite; l’altro è la punta designata in corsa dalla Bahrain Merida, che vuole mettere in scacco il velocista con la mossa di Pozzovivo. Niente da fare per la squadra di Nibali: Viviani s’aggrappa a Domenico sul Muur e batte Visconti in volata. Un capolavoro e una formalità che consacrano Elia corridore dell’anno alla 14esima vittoria stagionale, con la maglia ciclamino al Giro d’Italia e quella Tricolore sotto il cielo di Darfo.
Al limite delle mie possibilità, speravo in una gara più controllata per resistere fra i primi trenta, invece ho perso due compagni quando la Bahrain ha attaccato, ma ai meno cinquanta ho fatto una menata per riprenderli. Lì ho capito che l’unico che poteva staccarmi era Visconti e che se non l’avessi perso, avrei vinto. (Elia Viviani)
picture

Elia Viviani - 2018

Credit Foto Imago

Trenta luglio, trenta gradi e due sfumature di ciclismo dai Campionati Italiani ai Giochi del Mediterraneo: da Elia Viviani Tricolore a Elena Cecchini, la sua compagna, medaglia d’oro a cronometro. Per entrambi e per un movimento, quello del ciclismo su pista che vanta un fortissimo treno femminile e vince a ogni latitudine, c’è l’appello dell’oro olimpico nell’omnium di Rio 2016: “Se chiude Montichiari, finisce tutto. Speriamo e salviamo il nostro Velodromo per un’altra medaglia a Tokyo”. Viviani sente già il peso di una maglia Tricolore e il profumo d’Olimpiade.
Oggi Elia ha dimostrato di non essere un semplice velocista. (Domenico Pozzovivo).
Riserviamo l’ultimo pensiero a Cunego che oggi ha chiuso la sua straordinaria carriera tinta di rosa e foglie morte. Enfant prodige del ciclismo italiano, Damiano si ritira nel giorno del Tricolore: “Non ti chiedo miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano, insegnami l’arte dei piccoli passi”, diceva il Piccolo Principe.
Una vittoria strepitosa a coronare una prima parte di stagione memorabile: Elia Viviani si veste di tricolore a Darfo Boario (sul traguardo che nel 2016 incoronò Giacomo Nizzolo) dopo una gara corsa un cuore immenso. Per il veronese è il 14° successo stagionale, dopo gli exploit al Giro d'Italia e alla Adriatica Ionica Race. Battuto allo sprint Giovanni Visconti, al terzo posto Domenico Pozzovivo.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità